Capitolo 18

9 1 4
                                    

CHARLIE

Se non calmo Juliette non scoprirò mai cos'è successo, tanto vale perciò calmare la mia ira, non guardare in faccia quel bastardo biondo e aiutarla a fermare questo attacco di panico.
Mi inginocchio, sedendomi di fronte a lei. Decido di rivolgermi con tono calmo e sicuro, anche se dentro di me sto morendo dal terrore di ciò che le potrebbe essere successo, o che peggio, le hanno fatto.

"Juliette, ascoltami, senti ogni mia parola...guardami. Respira assieme a me..." respiro profondamente, Juliette cerca di imitarmi, ma con scarsi risultati.

"Juliette, concentrati per favore. Imita il mio respiro..." le afferro la mano, e l' avvicino al mio petto, in modo da accompagnarla al suono e il movimento del mio respiro. Ancora nessun miglioramento.

"Juliette, ti scongiuro. Riescici! Non posso vederti così!"

Sto perdendo ogni mia speranza, ma non mi arrendo ugualmente. Devo vincere questa battaglia, devo far star bene Juliette.
Ho provato ogni modo possibile ed immaginabile per farla respirare lentamente, ma nessuno di questi ha funzionato. Mi sento un pochino stupido, ma al momento ho solo un' ultima soluzione. Calmo me stesso, e calmo il mio tono voce, in modo da
sembrare quasi un sussurro.

"I see you in the dark... You shine but you don't know it... I see you in the mirror... Honey you are always beautiful..." sospiro, cercando di trattenere le lacrime. Non posso permettermi di risultare fragile in questo momento, devo rassicurarla.
Juliette, sembra aver alzato gli occhi, colpita dal mio gesto: mi sta ascoltando.

"I see your smile and I think. How can people hate it?" Forse ci sto riuscendo.
Afferro entrambe le mani, stringendole forte alle mie.

"When you take...my hand...I believe I am complete. I promise, I will heal you..." la guardo, dritta in quegli occhi al momento sofferenti. Lei è in silenzio, non ha pronunciato parola o suono, ma i suoi occhi mi stanno comunicando due cose: la prima è che è distrutta ed esausta, la seconda è che mi ringrazia che io sia qui. Spero tanto di sbagliarmi sulla prima, mentre confido nella seconda.

"I promise that I will save you...." il suo respiro si sta regolarizzando, sta funzionando.

"I promise, I promise..." la situazione sembra essersi calmata, ed io non potrei esserne più contento. Juliette appoggia la fronte sulla mia, stanca ormai da ogni cosa che la circonda. Vorrei poter strapparle questa sofferenza di dosso. Cavolo, se lo vorrei.
"I promise that I love you...." finisco la canzone, e con questa percepisco un respiro profondo di Juliette, che è ancora appoggiata a me.

"Te la senti di dirmi cos'è successo?"

"È-è m-mia mad-madre... è in ospedale..." mi confessa, con tono di voce tremante.

"P-per un in-incidente strad-stradale." Mi risponde balbettando. Mi stacco lentamente, l' afferro per il viso, costringendola a guardarmi dritto negli occhi.

"Ju-juliette..." sembrerò un imbecille, ma al momento non riesco a pronunciare parole diverse.
Davanti a me, ho il volto dell'anima più pura che abbia mai incontrato, e vederla distrutta, rende me stesso un inutilità. Posso solo starle accanto il più possibile, ma non potrò mai, toglierle la sofferenza che in questo momento sta provando. Juliette, si lancia addosso a me, l' avvolgo con le mie braccia, stringendola.
Sta cercando protezione, sicurezza e amore, ed io sono pronto a darle tutto ciò che le serve per salvarla da questa agonia.
Jacob mi guarda, dritto negli occhi, colpito dalla scena. Mi fa un cenno con la testa, decidendo di lasciarci. È abbastanza intelligente per comprendere che la serata è conclusa qui.

JACOB

Rimango colpito. Sono scioccato da ciò che è successo a Juliette e sono sbalordito da come Charlie riesca a capirla. Si conoscono da tanti anni. È giusto che io me ne vada. Sono di troppo.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora