Capitoli 71

8 0 6
                                    

LYDIA

Se fosse un anno come gli altri, probabilmente a quest'ora starei girando centinaia di negozi, cercando l'abito perfetto per il ballo, assieme a Juliette e Charlie. Ma quest'anno è stato diverso, perciò sono completamente scossa dalla mia quotidianità. Seduta sulla sabbia da ormai trenta minuti, mi perdo con lo sguardo sul fantastico tramonto davanti a me. La testa è annebbiata da una serie di pensieri, che mi tagliano le pareti del cuore: "Ho sbagliato tutto con Jacob" "Ho fatto rimanere Charlie male, per una cosa che non è mai successa" "Non sono abbastanza vicina a Juliette" ed infine "Sono un completo disastro".
Si, sono un completo disastro. Un disastro che è impossibile da ricomporre, poiché è impegnato ad aggiustare solitamente il disordine altrui. Ma questa volta, sono riuscita solo a peggiorare le cose.
La brezza di mare mi accarezza la pelle, mentre la sabbia è talmente soffice che potrei sprofondare. Il rumore delle onde del mare mi coccola, trasportando me stessa lontano dalle mie ansie. Forse il mare  riuscirebbe ad aggiustare il mio disastro.

"Posso?" Una voce femminile, molto familiare interrompe il clima di serenità che era nato. Mi giro, per poi accorgermi che quella voce veniva da mia madre.

"Si, fa pure." Affermo. Mia madre si siede vicino a me, poggiandomi una felpa sulle spalle, dato il clima leggermente fresco.

"Per la cronaca. Non ti ho seguita, Juliette mi ha detto che sei qui. Sono pazza ma non stalker!" Ribadisce mia madre, strappandomi un leggero e timido sorriso.

"Scusa se non ti ho avvertito...Ma preferivo stare da sola..."

"Se vuoi me ne vado."

"No no... Rimani." Un po' di compagnia mi aiuterà a scappare dalla mia schifosa realtà.

"Va bene... Come mai questo bisogno di sfuggire da chiunque?" Domanda mia madre, accarezzandomi delicatamente la schiena.

"Diciamo...Che sono in un periodo, in cui cuore e testa sono in guerra. E a causa di questo continuo combattimento, spesso faccio la scelta sbagliata..."

"Problemi di cuore?" Suggerisce mia madre.

"Si..." affermo.

"Immaginavo, scommetto che è il ragazzo che stavo per menare, giusto?"

"Già."

"Ed è lo stesso da cui scappavi ogni volta che non volevi vedermi, vero?" Mi giro di scatto verso di lei, incrociando il suo sguardo, non pensavo che sapesse del mio rifugio.

"Si, quella volta ti ho seguita. Lo ammetto..."

"Mamma!"

"Solo una volta giuro!" Una risata scappa dalla mia bocca. Forse la prima dell'intera giornata.

"Vuoi sapere un piccolo segreto?" Mi domanda.

"Perché no? Spara."

"L' amore non è mai stato semplice. E mai lo sarà. Tocca a te, comprenderlo e conoscerlo. Non scappare da esso, perché spesso può spaventare, ma in realtà, è l'unica cosa che ti tiene in vita."

"Grazie mamma...Sono delle parole, stupende." Confesso, rimanendo affranta dalla realtà. Appoggio la testa sulla spalla di mia madre, che non perde occasione per accarezzarmi il viso. Mi mancava questa normalità. Mi mancavano le sue coccole ed il suo affetto. Mi mancava mia madre.

"Sono tanto ma tanto fiera di te lo sai? Spesso, non te lo dico e spesso, sbaglio anche io. Ma voglio che tu sappia, che sei la mia soddisfazione più grande Lydia. La più importante."

Alzo il capo, per donare un bacio sulla guancia di mia madre, sussurandole un "Ti voglio bene" che non dicevo da un po'.
Rimaniamo abbracciate per qualche secondo, finché mia madre si scansa.

"Lydia, adesso devo andare."

"Mi lasci sola?" Domando, mettendo il broncio.

"No... Sola no." Risponde mia madre, facendomi l'occhiolino. La osservo confusa, nel mentre che si dirige verso la sua auto per partire. Una volta messa in moto e sparita dal mio campo visivo, rivolgo il mio sguardo verso il mare.

"Sono ancora in tempo per non perderti definitivamente?" Questa voce la conosco fin troppo bene.

"Dipende da ciò che mi vuoi dire." Rispondo. Jacob prende posto, sedendosi affianco a me e porgendomi un mazzo di margherite. Il cuore esplode dentro di me. Cerco di fermarlo, ma più mi concentro, più i battiti accelerano. Sono innamorata di questo piccolo ma grande gesto, anche se non lo do a vedere.

"Grazie mille... Sono bellissime." Rispondo.

"C'è un campo pieno, qui nei paraggi. Vedendo le margherite, ho pensato a te." Mi spiega, guardandomi dritto negli occhi. Ricambio lo sguardo, focalizzandomi sui suoi: ora sono a casa.

JACOB

Ora sono a casa.

LYDIA

Perdo i secondi  in cui rimango incastonata tra le sue pupille. Distolgo lo sguardo, cercando di rimanere seria e decisa. Jacob è venuto qui, da me, per affrontare la situazione, percio: affrontiamola.

"Da dove vorresti iniziare?"

"Non lo so. Magari dal fatto che sei stata tu ad immaginarmi fidanzato con Juliette? Forse ti fai troppi film mentali Lydia Norket."

"Hey! Eri tu che sbavavi dietro a lei e Charlotte! Evidentemente non resisti alle brune!" Sottolineo.

"Va bene! Va bene! Forse ho anche io la mia piccola dose di colpe..."

"Piccola?"

"Ok, ho metà delle colpe"

"Metà?"

"Adesso non esageriamo!" Ribadisce, strappandomi una risata sincera. Una di quelle risate, che solo Jacob riesce a  liberare.

"Mi era mancato..." sussurra, guardandomi.

"Cosa?"

"Tutto" con una semplice parola, credo di stare per svenire. Il cuore potrebbe sfuggire dal petto.

"Allora ce lo riprenderemo." Affermo, rivolgendogli un sorriso che viene ricambiato.
L' atmosfera sta diventando magica, finché un clacson interrompe il momento. Entrambi ci dirigiamo verso il suono, infastiditi,  vedendo una lamborgini gialla ferma sulla strada.

"Cazzo... Sono i miei compagni di squadra, oggi avevamo i festeggiamenti. Ora li dico di andarsene..."

"No, no... Non serve stai tranquillo. Vi meritate un po' di svago, specialmente tu... Capitano."

JACOB

"No, no... Non serve stai tranquillo. Vi meritate un po' di svago, specialmente tu... Capitano."

"...specialmente tu... Capitano."  Spesso, mi hanno chiamato "capitano", ma mai ho provato il brivido che mi ha appena attraversato in questo momento, nel sentirlo dire da Lydia.
Con lei, tutto sembra migliore. Lei è capace di trasformare i miei incubi in sogni.

LYDIA

"Allora vado... Altrimenti verrebbero qui, e ci butterebbero nella spieggia."

"Va bene, ci vediamo." Rispondo.

Jacob si alza. In questo momento, anche se sono comprensiva, un piccolo pezzo di me sta maledicendo i suoi amici per averci interrotto.

"Ah! per la cronaca..." esclama girandosi nella mia direzione.

"Non vado pazzo per le more o brune... Vado pazzo solo per una biondina." Penso che il mio cuore sia appena esploso.

"Anche io, vado pazza solo per un biondino." E con questo finale, le nostre strade si separano. Jacob, rientra in macchina dai suoi amici, che lo stanno stressando con un serie di domande su ciò che hanno appena assistito, mentre io, restituisco le mi attenzioni a questo fantastico tramonto.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora