Capitolo 19

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Melanie

- Una settimana dopo.

Mentre decido cosa ordinare per pranzo qualcuno irrompe in stanza. È il signor Stewart.

«Io e lei dobbiamo parlare», chiude la porta e si siede difronte a me.

Oh merda... E adesso che ho fatto?

«Ho fatto qualcosa di sbagliato? La vedo molto nervoso» azzardo a chiedere.

«È stato un mio collega a farmi innervosire, non si preoccupi. Sono venuto qui perché ho una richiesta da farle» confessa mettendosi comodo sulla sedia.

«Mi dica».

«Vorrei che domani venisse con me a New York».

Sgrano gli occhi.

«So che gli sto chiedendo il mondo, visto il poco preavviso ma anche io l'ho saputo solo 2 ore fa».

«Signor Stewart verrei volentieri, ma non ho preparato nulla. Non immaginavo che i viaggi di cui parlava sarebbero avvenuti così presto».

Alle mie parole sembra innervosirsi.

«Signorina per quanto riguarda il lavoro non si deve preoccupare, può smettere e andare a casa a preparare la sua valigia» commenta.

«Beh questo lo so ma...», mi interrompe e dice: «Non so se ha presente chi sono io e quanto valgo per l'intera città. Le abbiamo spiegato l'importanza del suo ruolo sin da subito e, rifiutando di svolgere i suoi incarichi, non sta mantenendo il giusto atteggiamento».

«Non voglio mancare di rispetto a nessuno. Stavo dicendo che se solo avessi ricevuto prima la notizia mi sarei potuta organizzare meglio... Non so se riuscirò a venire» spiego cercando di non agitarlo ancora di più.

«Crede che non sarebbe piaciuto anche a me saperlo prima? Purtroppo non tutti spesso va come si vuole e delle volte credo che sia giusto anche lasciarsi andare, prendendo le cose così come stanno. Mi scusi se mi permetto ma una ragazzina così giovane come lei, proveniente da una cittadina sperduta cos'avrà mai da fare nel cuore di Los Angeles?».

Le sue parole mi colpiscono subito e mi intimoriscono.

«Provvederò stasera stesso alle valige, ha bisogno di qualcos'altro?» replico seria.

«No, non dovrai neppure organizzarti con il biglietto perché partiremo con il mio jet domani mattina. Limitati soltanto a portarti lo stretto necessario e un vestito elegante, molto elegante» precisa alzandosi.

Cosa intende per molto elegante?

«Farò del mio meglio».

«Già dal prossimo mese inizierai a te ad occuparti dei viaggi sappilo. Ho pensato di non affidarti questo incarico fin dall'inizio dato che hai un sacco di cose a cui pensare, devi organizzarti e ci vorrà un po' di tempo ma da prossimo mese toccherà a te quindi vedi di abituarti perché sarà tutto concentrato sull'organizzazione di viaggi, congressi ecc...».

«Già lo so, non si preoccupi» replico.

«Bene allora non abbiamo più niente da dirci».

Si avvicina alla porta e prima di uscire dice: «Ti do il permesso di uscire prima, anche ora se necessario».

«Prima finisco di lavorare, poi me ne andrò. Domani dove ci si trova?» chiedo.

«Davanti all'azienda» risponde.

«Per l'orario ti faccio sapere più tardi, ok?», annuisco ed esce dal mio ufficio sbattendo la porta.

Solo ad allora riprendo a lavorare controvoglia. Quello che mi si prospetta davanti è un incarico veramente tosto ma per fortuna mi reputo una persona organizzata e precisa, specialmente in ciò che mi spetta di fare.

Un altro ora passa e proprio mentre mi preparo per poi, successivamente, andarmene a casa il telefono squilla e sullo schermo appare la foto di Jason.

Riattacco e decido di chiamarlo dopo.

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Salve a tutt*. Come state?
Finalmente dopo un mese di assenza eccomi qui.
Sono tornata, e questa volta definitivamente. Non vedo l'ora di mostrarvi le avventure di questi due personaggi. Vi chiedo scusa se sono stata assente per un bel po', ma ero sotto esame e ho preferito dare il massimo di me stessa.
- Lu❤️

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora