Capitolo 50

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Melanie

«È da un quarto d'ora che siamo in macchina ad annoiarci, possiamo mettere un po' di musica per favore?» chiede Evelyn, di 8 anni.

«Ma siamo quasi arrivati!» ribatte Jason facendole notare gli ultimi 8 minuti di macchina.

«Ma te devi sempre controbattere?».

«Potrei dirti lo stesso».

Trattengo una risata e successivamente dico: «Che musica vuoi Evelyn?».

«Mh vediamo... Puoi mettere The Weeknd?».

Io e Jason ci guardiamo di sfuggita.
Abbiamo pensato alla stessa cosa, lo so.

«Certo» rispondo cliccando riproduzione casuale.

«Melanie, hai un fazzoletto? A Isobel gli esce il moccio dal naso» sento dire da dietro.

«Sì, un attimo che controllo in borsa».

Mentre frugo nella mia pochette mi ricordo del rossetto. Solo allora colgo l'occasione di aprire il porta oggetti. È il primo a cadere, ma ad accorgermene sono solo io perché Jason è troppo impegnato a guidare.

Prima di raccoglierlo, a ferro i fazzoletti e le porgo a Evelyn.

«Ecco tesoro, riesci te ad aiutare Isobel?».

«Che schifo!» commenta la più grande.

«Oh andiamo, è solo un po' di moccio» replica Jason. Lei lo fulmina con lo sguardo attraverso lo specchietto centrale e, poco dopo, aiuta la sorellina a ripulirsi il naso.

«Ci voleva così tanto?». La sua voce calda e acuta sembra quasi rimproverare la piccola.

«Ma tu non stai mai zitto?» chiede riccioli d'oro.

«Mai ficcanaso» ribatte lui.

«Melanie come fai a sopportarlo?».

«È molto semplice: non lo sopporto».

È proprio in quell'istante che sento gli occhi di Jason addosso a me. Mi volto di scatto per guardarlo e proprio in quel momento raccolgo il lucidalabbra che era cascato sul tappetino.

«Che sbadata, ho fatto cadere questo». Mostro a tutti il gloss ed è proprio lì che Jason torna a guardarmi per qualche secondo.

Corruga la fronte e me lo strappa dalle mani. Torna a guardare la strada fin quando, dopo esserci fermati al semaforo, non inizia a scrutarlo attentamente.

Tengo lo sguardo basso per cercare di non piangere.

«È tuo?».

«No e ti ricordo che non salgo su questa macchina da un sacco di tempo» replico guardando davanti a me. Sospira e si avvicina al mio orecchio.

«Non è come sembra, non farti strane idee».

«Bacio». Sentiamo dire da dietro.

Jason posa lo sguardo sulle bambine e a seguito mi lascia un bacio sulla spalla. Fredda e scostante, continuo a guardare fuori dal finestrino.

Lo sento sospirare nuovamente e quando il semaforo diventa verde riprende a guidare.

«Questo è il mio pezzo preferito, alza la musica Jason» urla Evelyn.

«Ma siamo quasi arrivati, la villa è proprio dietro questa strada» ribatte lui.

«È uguale, alza il volume» insiste la piccola.

Jason sbuffa e acconsente questa ragazzina ribelle. In altre circostanze mi sarei messa a ridere, ma ora non ne ho proprio voglia.

Se non fosse per mio zio me ne sarei già andata fingendo di non stare bene.

«Eccoci qui».

«Possiamo aspettare la fine della canzone?».

«No» brontola lui con tono serio.

«E daii».

«Ho detto di no».

«Melanie puoi brontolarlo?». Evelyn cerca la mia difesa mentre si slaccia la cintura quando siamo fermi.

«Tesoro faremo tardi, al ritorno ti prometto che la metteremo da capo». Mi giro verso di lei e le rivolgo un sorriso dolce.

«Va bene».

«Melanie possiamo...», la voce di Jason per un attimo mi frena, ma sono troppo nervosa per parlargli. Apro la portiera ed esco fuori dall'auto.

Aiuto Isobel a scendere dal seggiolino e la prendo in collo. Quando Evelyn scende, provvedo subito a chiudere anche la portiera posteriore.

«Prendi per mano Evelyn» dico a Jason.

Lui con fare impacciato si avvicina a lei e gli porge una mano.

«Sono grande, non ho bisogno della mano». La piccola corre da me e mi cinge la vita con entrambe le braccia.

«Andiamo». Iniziamo a camminare verso l'entrata tutti insieme, fin quando non mi ritrovai a dover salire una rampa di scale.

«Dai a me Isobel», sento dire da Jason.

Lascio che prenda in braccio la bambina e, con l'aiuto della ringhiera, inizio a salire le scale.
Questi tacchi sono troppo alti ed io non mi fido delle mie caviglie.

«Grazie, puoi ridarla a me».

«No, lascia che la tenga io».

Annuisco ed insieme entriamo dentro la villa.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora