Capitolo 85

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Jason

Per non rovinare quella giornata decisi di reprimere la rabbia, cercando di essere gentile.

Arrivati davanti al suo bar preferito della città parcheggiai la macchina rimanendo in silenzio.

«Perché ti sei fermato proprio qui?».

«Non è il tuo posto preferito?». Le chiesi.

«Sì».

«Scendi allora». Tentai di uscire dall'auto, ma lei me lo impedì strattonandomi per un braccio.

«Grazie». Mormorò sulle mie labbra prima di lasciarci un dolce bacio a stampo.

Mi sforzai di rivolgerle un sorriso tirato.

«Scusami per prima. Io non volevo dire che...». Le accarezzai il labbro inferiore con il pollice, lasciandoci successivamente un altro bacio, ma questa volta più passionale.

«Ti ho chiesto io di essere sincera con me ed è giusto che tu lo sia stata. La verità io l'ho sempre saputa, volevo solo che te ne rendessi conto pure te».

Prima che potesse aggiungere altro mi lanciai fuori dall'auto.

Quando entrammo dentro l'atmosfera era più simile a una caffetteria piuttosto che ad un semplice bar, ma ricordava l'odore di casa.

«Andiamo a sederci laggiù». Disse lei indicando l'ultimo tavolo infondo alla sala, con vista sulla strada. Appena il cameriere ci vide non perse tempo e ci seguì prendendo le nostre ordinazioni.

Mentre scriveva sul suo taccuino di merda le richieste, continuava a guardare Melanie con insistenza.

«Desideri altro? Posso offrirti la specialità di casa».

Prima che Melanie potesse parlare presi la palla al balzo e dissi: «Vuoi sapere cosa posso offrirti io?».

Solo in quel momento il suo sguardo si indurì, costringendolo a prestarmi attenzioni.

«Jason...». Mi riprese lei, scongiurandomi con lo sguardo di non fare scenate.

«La d-domanda è valida anche per t-te». Rispose lui balbettando.

«Ti abbiamo già detto tutto ora sparisci e vedi di muoverti». Ringhiaia a denti stretti. Lui in risposta annuì allontanandosi immediatamente.

«Se sei arrabbiato con me non devi prendertela con gli altri». Mi rimproverò sbattendo una mano sul tavolo. Due ragazzini, poco distanti da noi, si voltarono a guardarci. Io li fulminai con lo sguardo, mentre lei si scusò rivolgendo a loro un sorriso innocuo. Quando finalmente i due tornarono alle loro cose, lei tornò a guardarmi.

«Se fossi veramente incazzato con te a quest'ora non saremo qui. Sto cercando di fare le cose per bene, lo capisci o no?».

«Non è trattando male le persone che fai le cose per bene». Ripeté con tutta la sua altezzosità.

«Non smetteva di guardarti quel coglione».

«E allora?». Mi incalzò lei.

«E allora basta: tu non faresti lo stesso?».

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora