Capitolo 84

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Melanie

Al suo rientro in camera mi precipitai subito da lui.

«Qualunque cosa ti ha abbia detto madre non starla ad ascoltare. Dimmi la verità: si è pentita di averti ospitato? Guarda che non mi arrabbio con te e sono sicura che...». Improvvisamente mi zittì con un bacio. Un bacio che accolsi con piacere, schiudendo le labbra e permettendo alla sua lingua di venire a contatto con la mia.

«Che ti prende?». Chiesi sulle sue labbra.

«Niente, sono felice». Rispose sorridente.

Confusa, ma felice al tempo stesso, mi allontanai di poco scrutando attentamente la sua espressione.

«Credevo invece...». Lui mi zittì di nuovo scuotendo la testa e appoggiando la testa sulla mia fronte.

«È tutto ok. Voleva solo assicurarsi che questa volta non facessi cazzate con te».

«La strangolo, che ti ha messo in testa?».

«Assolutamente niente Melanie, calmati. Non avercela con lei, perché la capisco. Abbiamo parlato quasi un'ora come puoi vedere, ma sono contento di averlo fatto. È giusto che abbia ripensamenti su di me visto le cazzate che faccio malgrado la mia età».

Scossi la testa e dissi: «Non è così, le cazzate le hanno fatte anche lei e mio padre, non molto tempo fa».

«Di che parli?».

«Permettermi di venire a Las Vegas è la prima... Tu a quest'ora saresti felice, con il tuo lavoro e non avresti dovuto rinunciare a tutto per me».

«Non ci pensare più, ormai quel capitolo è chiuso. Siamo qui insieme e io non vorrei essere altrove». Le sue labbra, al termine della frase, tornarono sopra le mie, dando inizio ad uno dei baci migliori che abbia mai dato in vita mia.

«Se continui così finiremo per farlo di nuovo Melanie...». Mormorò, quasi insofferente, tra un bacio e l'altro.

«Siamo stati troppo tempo senza farlo e in più, per un momento, ho avuto davvero paura di non riaverti più tra le mie braccia». Confessai lasciandogli segni violacei sul collo.

«Mi avrai sempre qui...». Posò il pollice sulle mie labbra prima di tornare a baciarmi vigorosamente.

«...qui». Proseguì a dire raggiungendo il seno, coperto dalla sua maglia. Alzandola di poco riuscì a lasciarci qualche bacio sopra, facendomi rabbrividire.

Succhiò avidamente i capezzoli duri, rendendoli più sensibili del previsto.

«...e qui». Sussurrò inginocchiandosi a me per lasciare dei soffici baci sulle mie cosce, fino ad arrivare nel punto più sensibile.

«Ma non ora».

Di scatto si alzò lasciandomi stordita e confusa.

«Perché?».

«Voglio portarti a fare colazione fuori e se ti va potremmo farci un giro». Propose cogliendomi alla sprovvista.

«Volentieri».

«Vestiti: tra cinque minuti ti voglio giù».

«E tu dove vai?».

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora