Capitolo 80

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Jason

Da vero codardo non mi voltai nemmeno a guardarla, temevo il suo giudizio più di chiunque altro.

«Tu cosa!?».

«N-non farmelo ripetere». Chiusi gli occhi di scatto, per scacciare via quei brutti pensieri.

«Non è vero...».

«È successo tempo fa, ma se sei troppo scossa ti racconterò la verità un'altra volta». Continuai a dire guardando difronte a me.

Lei non rispose, si limitò solo ad alzarsi, prendere la sedia dalla scrivania e posizionarla davanti a me.

«Non mi importa se sono le sette del mattino, parlami. Ho bisogno che tu lo faccia una volta per tutte, devo sapere chi ho davvero davanti, chi voglio avere nel mio futuro». Replicò sedendosi difronte per cercare il mio sguardo.

Cercai in tutti i modi di sfuggire al suo tocco, ma quando mi passò il pollice sul labbro inferiore fui costretto a guardarla.

«Puoi dirmi tutto, lo sai». Aggiunse.

Mi bastò quella certezza per convincermi ad aprirmi.

«Andavo al college... Ero all'ultimo anno. Mi divertivo tra feste, alcol, droghe e sesso. Tutti mi invidiavano, perché riuscivo a portarmi a letto qualsiasi ragazza senza fare il minimo sforzo».

La vidi irrigidirsi, ma non smise mai di guardarmi.
Voleva che continuassi, lo percepivo dallo sguardo insistente e da come muoveva ripetutamente le gambe, aspettando il seguito.

«Conobbi una alla festa di un amico. Era la classica ragazza impossibile da raggiungere e cazzo Melanie, sai quanto a me piacciono le cose difficili».

«Che cosa le hai fatto...?». Chiese a malapena.

«In sostanza? Abbiamo iniziato a frequentarci, ma sono stato chiaro fin dall'inizio con lei. Le ho detto più volte che per me sarebbe stato solo sesso e che né per lei né per nessun'altra mi sarei sforzato ad avere qualcosa che in realtà non volevo. Io cercavo il divertimento, lei qualcosa di più e anche se all'inizio sembrava d'accordo, all'improvviso non era più così».

«E che è successo anche a quel punto?».

«Una volta lo abbiamo fatto da ubriachi, lei era molto più lucida di me, io invece ero a pezzi. Da quante droghe avevo assunto non riuscivo a reggermi in piedi e come se non bastasse ero incredulo di come poteva restarmi duro il cazzo».

«Jason ti prego...». Mi rimproverò lei agitandosi.

«Scusami, hai ragione. Quella sera lei prese l'iniziativa di starmi sopra, anche perché io non riuscivo a fare molto».

«Non mi importano i dettagli, dimmi cos'è successo quella notte. Ti prego...».

«Si è rotto il preservativo e...». Mi spaventai da solo, quando di scatto si alzò facendo cadere all'indietro la sedia. Restai di sasso.

«Hai già capito Melanie, mi dispiace».

«Voglio sentirtelo dire». Disse a denti stretti mentre face avanti e indietro per la stanza.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora