Capitolo 89

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Jason

Averlo lì davanti mi fece tornare indietro nel passato. In un passato oscuro, pieno di dolore e rimpianti.

«Devo parlarti».

«Muoviti, non ho tutta la sera. Ho di meglio da fare». Replicai serio, ma pieno di curiosità.

«Non qui, vieni nell'ufficio privato del padre di Mason. Potremmo parlare tranquillamente».

«Da quando in questo locale c'è un ufficio?».

«Da sempre, ma mio padre non lo vuole far sapere». Risponde il mio amico.

Guardai Melanie che nel mentre la trovai a fissare il vuoto.

Cazzo, chissà che cosa starà pensando.

«Hey...». Con il pollice cercai di scansarle i capelli dal viso ma lei si ritrasse.

«No Jason, ti prego».

«Che hai?».

«Che ho? Sul serio? In che razza di posto mi hai portata?». Domandò scatenando l'inferno. 

«Potevi rifiutare Melanie, ma non l'hai fatto. Volevi conoscere il mio passato? Bene, questo è: un mucchio di gente fatta, ubriaca e mezza squilibrata».

«Io sono quello più matto e scusa per prima». Gabriel le si avvicina porgendogli la mano.

Scusa per cosa?

«Piacere Melanie, scusatemi voi. È solo che... Tutto questo...». Cercò più volte di costruire una frase di senso compiuto, senza ottenere risultati soddisfacenti.

«Se mi lasci spiegare, forse capiresti di p...». Venni interrotto da Gabriel che invece di starsene al posto suo disse: «Tu non le spiegherai nulla fin quando non mi ascolterai».

«Chi sei tu per darmi ordini?».

«Un tuo amico e non mi importa se non mi consideri più tale. Ti sei quasi tolto tutto per darlo a me, per non farmi finire nei guai. Adesso devo io qualcosa a te, non credi?».

«Non mi devi proprio un cazzo, sparisci». Prima di voltarmi di spalle e prendere Melanie per un braccio, Mason mi fermò.

«Ascoltalo per una buona volta cazzo».

«Ti ci metti pure tu adesso?».

«Siete entrambi due persone importanti per me e lo sai pure te che non ho molto tempo a disposizione, tra una settimana parto e lui verrà con me. Credimi Jason, abbiamo un'offerta alta questa volta».

Cazzo. Questo non doveva dirmelo.

«E va bene, andiamo in questo cazzo di ufficio, ma lei viene con noi. Non ho intenzione di lasciarla qui con loro». Asserii mentre presi delicatamente Melanie per il polso.

«Ehm... Jason se vuoi resto io con lei». Rose, dall'aria innocente, si avvicinò a noi rivolgendo un sorriso spontaneo a Melanie.

«Te la senti?». Le chiesi rivolgendomi a quest'ultima. Quando la vidi annuire assecondai la richiesta della mia vecchia amica e la ringraziai con una pacca sulla spalla.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora