Capitolo 8

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Jason

Mentre aspetto la sua chiamata, mi dirigo sotto la doccia. A quest'ora il colloquio dovrebbe essere già finito. È quasi ora di pranzo e ancora non mi ha fatto sapere niente. Sono curioso di sapere com'è andato perché, se sono la assumono, potrà trasferirsi qui e compiere uno dei suoi sogni più grandi.

Sto meglio di chiunque altro quanto desiderava essere indipendente e per lei sarebbe un successo enorme potersi permettere da vivere in un'altra città, lontana dei genitori senza l'aiuto di nessuno.

Mentre entro in camera mia con solo un asciugamano intorno alla vita, il telefono squilla da solo. Mi affretto a rispondere.

«Pronto» rispondo sorridente.

«Sei ancora in hotel?» chiede.

«No, sono a casa mia» rivelo sedendomi sul letto.

«Potevi avvertirmi, stavo giusto salendo a dirti una notizia» confessa.

«Che notizia?». Spero con tutto me stesso che sia quella che desidero.

«Non so ancora se mi hanno preso o no ma il colloquio è andato benissimo. Mi hanno accolta gentilmente e sono stati un sacco disponibili. Entro due settimane mi faranno sapere ma sono più che ottimista» dichiara esaltando dalla gioia.

«Mi fa davvero piacere Melanie, l'hai già detto ai tuoi?».

«No, non ancora. Sei stato la prima persona che ho chiamato».

«Beh allora dobbiamo festeggiare» commento.

«Non voglio cantare vittoria troppo presto e poi oggi devo fare la valigia» aggiunge.
Cazzo è vero.

«Non puoi proprio rimanere?».

«No» risponde.

«A che ore hai il volo domani mattina?» domando.

«Intorno alle 10».

«Ti va di venire a cena da me?».

«Solo se mi prometti che prima delle 11 mi porti a casa» mi avverte.

«Te lo prometto».

«Seriamente Jason, altrimenti domani non mi alzo».

«Ti ho detto che te lo prometto» ripeto.

«Bene. Adesso ti lascio perché devo fare un sacco di cose, ci vediamo stasera per le 8?».

«Sì» aggiungo.

Lei mi saluta e riattacca.
Sospiro non accettando il fatto che domani debba partire di nuovo.

Stavamo così bene che mi ero dimenticato della sua partenza. Preferisco guardare il lato positivo in tutto questo, ovvero il suo futuro lavoro. Se la assumono rimarrà qua tutto il tempo che voglio.

Tornando a me. Prendo 2 panni dall'armadio e mi vesto. Con l'intenzione di mangiare qualcosa, scendo in cucina ma il cellulare squilla di nuovo.

Una chiamata da mia madre.
Wow. Non succedeva da quasi 2 mesi.

«Mamma».

«Ciao Jason».

«Come stai?», mi siedo a tavola sperando che questa conversazione duri molto di più di tutte le altre.

Ogni volta che la chiamavo non rispondeva quasi mai e se lo faceva attaccava dopo qualche secondo. Gli interessava sapere come stessi ma nulla di più.

«Sono contento che tu mi abbia chiamato» commento.

«Sono ancora molto arrabbiata con te Jason, ma sei mio figlio e non posso voltarti le spalle per molto tempo. Anche se sei grande ormai, ho ancora tanta responsabilità su di e su Finn» spiega.

«Mi dispiace, ma sai perché l'ho fatto».

«È proprio a causa di questo che sto così male. Hai venduto il camion per non farmi scoprire niente... Per quale scopo Jason?» chiede.

Ecco la domanda tanto attesa.

«Te lo spiegherò dal vivo, adesso ti basta soltanto sapere che non c'entra niente la droga ne il divertimento in generale».

«Giochi d'azzardo?».

«No mamma» rispondo.

«Ti avrei appoggiato in tutto...» inizia a dire.

«Non in questo mamma, credimi.»

«Non capisco dove ho sbagliato» rivela.

«Tu non hai sbagliato niente. Senti... Ascoltami...», tiro un sospiro di sollievo prima di iniziare a parlare.

«Non volevo darti altre preoccupazioni tutto qui. Tra i due sono sempre stato quello che ti ha dato più problemi e con questa cazzata non avrei voluto dartene altri. Adesso sto cercando di capire cosa fare della mia vita e credimi... vorrei tanto che tutto non fosse successo ma ormai non posso cambiare quel che ho fatto» dichiaro.

«Purtroppo lo so».

«Appena troviamo un modo per vederci ti racconto tutto dal vivo, sperando che tu capisca» le prometto.

«Ci proverò».

«Grazie».

«Sei con Melanie? Sua madre mi ha detto che vi siete visti», la sento sorridere dall'altra parte del telefono.

«No, non sono con lei ora. Stasera l'ho invitata qui a mangiare, vista la sua partenza».

«Già! Domani torna».

«Sì», sospiro nervosamente.

«Come ti sembra con te?».

«Sta cercando di capirmi e le cose stanno andando bene» confesso.

«Provi qualcosa?».

«Non lo so mamma, ma questo a te non deve interessare. Saresti l'ultima persona a saperlo» ribatto serio. Non mostrerò mai il mio amore per lei davanti agli altri. A cosa mi serve? Mi basta sapere che lo sa lei.

«Come siete orgogliosi voi maschi!!!» esclama lamentandosi.

«Meglio chiudere qui il discorso».

«Come vuoi», sospira e aggiunge: «Domani posso richiamarti?».

«Non devi chiedermelo, certo».

«Allora ci sentiamo domani Jason».

«A domani mamma».

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora