Capitolo 91

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Melanie

Il ritorno a casa non fu dei migliori.
La testa mi scoppiava e il cuore non smetteva di battermi forte.

«Possiamo parlare?».

«Melanie mi sta scoppiando la testa e per colpa di quel deficiente mi fa male pure la spalla, già dolorante a causa dell'incidente, possiamo parlarne domani?». Il timbro di voce, così acuto e serio, mi fece intuire che, anche insistendo, non sarei riuscita a ricevere le risposte a tutte quelle domande. 

«Scusami». Senza farmi sentire tirai un sospiro, ma non di sollievo. Di scatto la macchina si fermò e solo quando mi guardai attorno mi accorsi che ci eravamo fermati ai lati di una strada abbandonata.

«Jason, ma che fai?». Mi voltai verso di lui con gli occhi sgranati e pieni di paura.

«Ti senti male?». Chiesi istintivamente vedendolo con lo sguardo basso sull'asfalto e le mani racchiuse attorno al volante mentre il petto non smetteva di alzarsi e abbassarsi ripetutamente.

«Mi odierò domani mattina, ma non posso più trattenermi». Ringhiò a denti stretti prima di afferrarmi per il polso e potarmi vicino a lui.

Con entrambe le mani mi strinse forte a sé, premendo le mie labbra sulle sue. Dopo essermi sganciata la cintura mi sedei sulle sue gambe, scavalcando il cambio.

Lo odiavo per tutto quello a cui ero stata sottoposta quella stessa sera ma non riuscii a resistergli.

Malgrado fossi venuta a conoscenza dei trascorsi di Jason insieme a quelle ragazze, compresa July, non mi importava in quel momento. Desideravo questo bacio tanto quanto lui.

Le sue mani vennero a contatto con la mia pelle calda, proprio fin sotto il seno.

«Jason aspetta... Non voglio farlo così».

«Così come?». Domandò appoggiando la fronte sulla mia, ancora con il fiato corto.

«Se sei arrabbiato o c'è qualcosa che ti turba parlamene, non voglio essere usata come una valvola di sfogo». Risposi dispiaciuta. Non avrei mai voluto rovinare quel momento, ma non mi sembrava giusto nei miei confronti.

«Per me non sarai mai solo una valvola di sfogo». Sussurrò sulle mie labbra prima di avventarsi sul mio collo, pronto ad accogliere i suoi baci e la sua lingua lasciva.

«Jason...». Tentai di dimenarmi, ma non me lo permise.

«Ti voglio per sempre Melanie, resta con me ti prego». Mormorò al mio orecchio prima di risucchiare tra le labbra il lobo.

«C-che stai dicendo?». I suoi baci divennero morsi, le carezze graffi impetuosi.

«Ti voglio qui. Ora». Ringhiò sulle mia bocca, risucchiando successivamente tra i denti il labbro inferiore.

Lo desideravo più di qualsiasi altra cosa, ma era sbagliato. Cerca di respingerlo in qualsiasi modo possibile, nell'intento di farlo ragionare senza innervosirlo, ma quando mi resi conto che ogni tentativo era inutile decisi di mentire.

«Non me la sento».

Le sue mani smisero di insinuarsi sotto i vestiti mentre la sua bocca liberò la pelle del mio collo.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora