Capitolo 51

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Jason

«Signore vuole altro spumante?».

«No grazie, devo guidare». Rispondo a malapena con un sorriso tirato.

Il cameriere se ne va e con lo sguardo cerco Melanie.

Non riesco a trovarla da più di un'ora. Dopo la cena si è alzata insieme a sua sorella e da allora nessuna traccia.

«Pensieroso fratello?».

Collin mi offre una sigaretta, ma sono il primo a rifiutarla.

«Hai visto Melanie?» chiedo. Scuote la testa e abbassa lo sguardo.

«Collin se sai dov'è devi dirmelo». Ringhio cercando di controllare la mia rabbia.

«Che è successo Jason? Che le hai fatto?».

«Niente, mi devi credere. Non la vedo da un'ora e l'ho cercata ovunque».

«Melanie non è la persona che se la prende per tutto, perciò qualcosa deve pur essere successa».

«Ha visto un rossetto nella mia macchina e crede che sia di Ana, ne sono sicuro». Mi mordo il labbro inferiore per non impazzire.

«Ed è suo?» domanda lui.

«No, è di una mia amica».

«Una tua amica?». Ripete divertiti guardandomi dalla testa ai piedi.

«Sì, una mia amica».

«Non hai mai avuto amiche Jason, non prendermi in giro». Scoppia a ridere senza sosta.

Quando fa così mi sta proprio sui coglioni.

«Ti giuro su mia madre che non ti sto mentendo. La sera prima di partire l'avevo riaccompagnata a casa dal suo fidanzato. Nel mentre si stava truccando e deve averlo dimenticato nella mia macchina».

Sembra rifletterci un attimo prima di estrarre dal taschino della sua camicia un mazzo di chiavi.

«Penultimo piano, seconda suite a destra in fondo al corridoio. Sali, è andata a distrarsi un po'».

Afferro subito le chiavi e lo ringrazio.

«Sono in debito sappilo» dici di sfuggita prima di andarmene. Vago tra la folla e quando mi ritrovo dentro la villa, mi affretto a salire per le scale.

Non mi importa di farmi rampe su rampe a piedi, ho bisogno di parlarle.

Arrivato davanti alla suite, estraggo dalla tasca dei miei pantaloni il mazzo di chiavi, dov'è presente anche una piccola tessera. La passo sopra l'apertura ed entro in stanza.

«Melanie sei qui?».

Nessuno risponde.

«Merda». Impreco quando non la trovo da nessuna parte. Spendendomi sul letto, mi prendo la testa tra le mani ed inizio a pensare a dove si possa essere cacciata.

«Collin hai detto qualcosa?».

E fu proprio in quell'istante che la vidi uscire dal bagno in tutto il suo splendore.
Si stava ritoccando il trucco e gli occhi erano rossi.

Lei sbianca non appena mi vede.

«Che ci fai qui?».

«Avevo bisogno di vederti».

«Per dirmi cosa? Del gloss?».

«Ne stavo parlando prima con tuo fratello: è di una mia amica Melanie, mi devi credere». Il mio tono è patetico e forse non solo quello.

«Jason la nostra relazione è finita da quasi un anno, finiamola con queste sciocchezze. Puoi fare quello che vuoi della tua vita, compreso portare a spasso il tuo amico». Cala lo sguardo sul cavallo dei miei pantaloni e proprio in quel momento non riesco a non accorgermi della sua freddezza.

La mia Melanie si sarebbe imbarazzata dopo una frase del genere.

«Puoi smetterla di dire cazzate?».

«Non sono cazzate, certe volte l'amore non basta e noi ne siamo stati la prova».

«Abbiamo sbagliato entrambi, ma non voglio parlare del passato». La avverto avvicinandomi.

«Giusto, dimenticavo che adesso sei fidanzato con quella». Alza gli occhi al cielo per prendere in giro Ana.

«Ti piace proprio sentirtelo dire eh».

«Che cosa?».

«Lo sai eppure insisti».

«Ti devi prendere le tue responsabilità Jason. Stai con lei? Bene, ma non puoi avere un piede in due scarpe». I suoi occhi tremano sotto i miei.

«Non ho intenzione di farlo, perché non voglio nessuna per davvero», mento solo per ferirla.

«È per questo che sei qui ad un passo da me?».

Resto in silenzio e preso dalla frustrazione ribatto dicendo: «E tu? Dici che posso fare quello che voglio con il mio amico e poi ti metti a piangere per un rossetto?».

Mi avvicino alla sua bocca.
I nostri nasi si sfiorano.
I respiri si fondano.

«Ti odio».

«Anche io».

E lì, in quell'istante faccio unire le nostre labbra.
La sua lingua viene subito a contatto con la mia.

Mi mancavano.
Mi mancava lei cazzo.

Le mie mani finiscono sui suoi fianchi mentre le sue mi spettinano i capelli. Mentre libero il suo splendido corpo da questo vestito tremendamente sexy, lei ansima sulla mia bocca.

La lascio cadere nel letto, seminuda e tremante.
Sorride divertita mentre mi slaccio i pantaloni guardandola dritta negli occhi.

Torno sopra di lei e la bacio.

Mi attira a sé come una calamita.

Ha paura di perdermi questo lo so, ma nulla è ancora perduto. Non per noi due.

Per un momento mi stacco da lei e la guardo dritta negli occhi.

«Sono uno stronzo, ma non mi approfitterei mai della tua vulnerabilità. Sei sicura di volerlo fare?».

«Se si tratta di te non dubiterò mai».

Mi bastano quelle parole per perdere totalmente il controllo.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora