Capitolo 83

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Jason

«Stai bene?». Mi chiese Melanie dandomi un bacio sulla spalla sinistra.

«Sì». Risposi a malapena prima di avvicinarmi alla porta di cucina.

«Jason aspetta».

Sentii la voce di Charlotte provenire dalle mie spalle, tant'è che mi bloccai prima di fare l'ultimo passo.

«Ecco... Io e Kevin vorremmo parlarti».

Melanie guardò la madre con aria interrogativa.

«Ti chiedo scusa per il comportamento di mia madre: se è questo quello che volete dirmi mi assumo tutte le responsabilità e vi prometto che non accadrà mai più». Mi precipitai a dire. 

«Ma no tesoro, non è questo. Io e tua madre in anni di amicizia abbiamo avuto tante discussioni, ma non è questo ad avermi dato noia. Vorrei solo cercare di capire meglio la situazione, perché anche se era molto arrabbiata e ferita: lei è pur sempre tua madre e ha bisogno di vederti». Replicò con fare premuroso.

«Melanie perché non vieni con me? Aiutami a potare le piante e lasciamoli soli». Kevin si intromise, richiamando l'attenzione della figlia che era troppo impegnata a guardare male la madre per accorgersi che il padre la stava chiamando.

«Melanie!». Ripeté lui.

«No, io me ne vado in camera e tu...». Puntò un dito contro Charlotte aggiungendo successivamente: «...stai attenta a cosa dici».

Il padre la segui con l'intenzione di calmare le acque, rivolgendoci un sorriso dispiaciuto.

«Se vuoi parlarmi di mia madre lo capisco e ti chiedo scusa. Non so come le sia venuto in mente di dire certe cose davanti a voi». Iniziai a dire guardando dritto negli occhi Charlotte. Lei mi sorrise, invitandomi ad avvicinarmi al tavolo di cucina.

Mi sedei su una sieda e aspettai di venire raggiunto.

«Non si tratta di tua madre tesoro, voglio solo cercare di capirti: perché non vuoi vederla?».

«Non è ovvio?».

«È ovvio, ma anche lei avrà diritto di rifarsi una vita no? Ha dedicato ai suoi figli anni interi dopo la morte di vostro padre. Non credi che si meriti anche lei un minimo di felicità?».

Rimasi immobile e in silenzio.

«Lo so che è dura, ma non c'è cosa più brutta di essere egoisti. Preferisci vedere tua madre da sola piuttosto che felice, anche seppur stando con un'altra persona? È questo quello che vuoi?». Domandò prendendomi una mano.

Mi pietrificai a quel contatto.

Avere la ramanzina su come si sta al mondo era l'ultima cosa che desideravo ricevere.

«Voglio vederla felice, ma non con lui».

«Non lo conosci nemmeno!».

«E invece sì. È un vecchio amico di mio padre».

«Non lo sapevo... Non l'ho mai visto prima, se non in ospedale». Confessò lei rimanendo stupefatta.

«Io l'ho visto di sfuggito una volta soltanto, al suo funerale...». Abbassai lo sguardo per cercare di non far riemergere quel ricordo.

«Ciò non toglie che secondo me potrebbe meritarsi una possibilità». Il suo sorriso mi riportò alla realtà.

«Questo lo so, non credere che non lo sappia. Solo che... Cazzo è difficile da spiegare a parole». Mi accorsi troppo tardi di aver parlato troppo e non di non poter ritirare indietro quella parolaccia.

«Scusa». Aggiunsi imbarazzato.

«Non preoccuparti».

«...tutto quello che ho imparato, compreso come si sta al mondo, ho dovuto farlo da solo. Non riesco ad accettare che la persona a cui assomiglio di più al mondo non sia qui con me».

«Io questo lo so, ma tua madre non ha colpe e nemmeno tu! Vorrei solo farti capire che la vita non finisce quando accade qualcosa di brutto, soprattutto la tua. Sei rinchiuso in un limbo da troppo tempo: perché non ti dai una possibilità?».

Quella domanda mi sconcertò.

«Sto cercando di darmi una possibilità andando dallo psicologo».

«E lo vedo, credimi, ma con Melanie?».

Al pronunciare del suo nome alzai un sopracciglio.

«Che intendi?».

«Sei sicuro di volerla davvero nella tua vita? Sono preoccupata per voi due Jason...».

«Che stai cercando di dirmi Charlotte?». Mi alzai di scatto, spaventandola all'istante.

«Calmati per favore. Non ti voglio rinfacciare nulla, voglio solo assicurarmi che questa volta nessuno dei due ne esca con il cuore in frantumi». Spiegò calma.

«Io non sono mai stato così sicuro in vita mia e stamani ne ho avuto la certezza». Borbottai a bassa voce cercando di non farmi sentire.

«Che è successo stamani?».

«Dopo l'ennesimo crollo mi è stata vicina. Ho cercato di farle capire che non sono quello giusto eppure non mi ha permesso di agire per entrambi. Mi è stata accanto, mi ha ascoltato senza pregiudizi. Ho serie intenzioni con lei e voglio darle tutto ciò che desidera...». Lasciai in sospeso la frase, facendo un bel respiro.

«...è proprio di questo che devo parlarti».

«Dimmi Jason». Mi incalzò lei invitandomi a sedermi di nuovo.

«È una cosa seria: si tratta di Melanie». Iniziai a dire. La vidi annuire e fare un gesto di mano in segno di proseguire.

Dopo un ulteriore respiro, mi abbandonai al momento confessandole le mie intenzioni.

One night more 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora