40 - Chains

108 20 375
                                        

Ray



Inizieranno da Kara, a quanto pare.

Non so se sia meglio o peggio di un interrogatorio, per me. Ma per lei è solo qualcosa di terribile a cui non è abituata. Non lascerà segni sul suo corpo, ma sarà ancora peggio per la sua mente.

Hanno evitato di rinchiudere chiunque di noi nella cella numero 1, quella in cui si trovava Taylor. Ma Kara si trova nella 2, direttamente di fronte alla 1. È costretta a vedere ciò che nessuno ha osato toccare o pulire. È costretta a rivivere tutto.

È costretta a temere il peggio, a pensare che farà la stessa fine, mentre il portello dietro di lei si apre.

«No!»

La sento solo gridare. Non la vedo. Ci separa un muro di mattoni grigi. Ma non ho mai sentito la sua voce così. Forse solo prima dell'onda nera.

E vedo Ahmed, nella cella di fronte alla mia. Vedo il suo labbro tremare, prima. Poi le sue lacrime. E pian piano l'agitazione che nasconde dentro di sé viene in superficie.

È un terremoto.

La sua voce è possente, mentre chiama il nome di sua sorella. Le sue braccia si agitano, mentre cerca senza successo di liberarsi dalle catene, di raggiungerla.

«Kara Shirazi,» la voce di Woolf ci raggiunge dagli altoparlanti. Rivolgo uno sguardo colmo di odio all'occhio rosso della telecamera sopra la mia testa.

Un silenzio gelido riempie i sotterranei. Mi sembra di sentire ancora l'eco della voce di Ahmed.

«Sì» si costringe a balbettare lei.

Sento il suo respiro tremare, fin da qui. Percepisco l'aria farsi più fredda. E sento qualcosa che sgocciola. Spero che sia solo l'oscurità. Che non l'abbia ferita in qualche modo. Che tutte le cicatrici di Kara siano solo nella testa. Perché a quelle lei sa porre rimedio. Me lo ha dimostrato.

«Ricordi qualcosa di più?» domanda ancora Woolf.

Lei prende un lungo respiro. Probabilmente si sta costringendo a guardare davanti a sé. C'è ancora così tanto sangue.

«No» risponde, distrutta.

«No?» la incita Woolf.

«No...» piange lei, mentre un suono metallico annuncia che il portello della sua cella si sta riaprendo. «Per favore, chiudetelo!» prega, mentre le catene si agitano. «Non so niente di più, ve lo giuro! Ve lo giuro!»

Grida le stesse parole, a voce sempre più alta. Mi costringo a restare immobile, e zitto. Devo mordermi la lingua. Devo vendicarmi usando la testa. Non devo far sapere a nessuno quanto tengo a Kara. Non posso lasciare che ferire lei diventi un chiaro mezzo per ferire me.

Un urlo ancora più acuto mi costringe a spalancare gli occhi. Il fatto di non sapere cosa l'abbia causato mi agita ancora di più.

Punto lo sguardo verso Ahmed, sperando che mi noti, che mi dia qualche risposta.

Ma i suoi occhi sono fissi nella direzione di Kara. «Chiudete il portello!» grida anche lui. «Chiudetelo!»

Sorprendentemente, Woolf sembra ascoltarlo. «Dovete aspettare che succeda la stessa cosa che è successa a Taylor per credere alle parole di mia sorella?»

Parla come se avesse una sorta di autorità. E, almeno al laboratorio, capisco che debba essere così.

«Bene» annuncia di nuovo la voce dall'altoparlante. «L'interrogatorio di Kara Shirazi può considerarsi concluso. Rimarrà rinchiusa nella cella numero 2 fino a domani mattina, poi tornerà alle sue mansioni.»

The Darkest ThingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora