14 - Wings

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Ray



So che disfarmi della paura che provo è impossibile. Posso solo lasciare che non sia essa a guidarmi.

Spalanco la porta della Sala Grande con una spallata. Sto stringendo la mano di Kara con la destra, ma cerco di non pensarci. La sinistra mi fa ancora male, ma dovrò sopportare, per maneggiare entrambe le mie Lángkard.

Siamo arrivati per primi, ma dietro di noi già vedo arrivare James, Tessa, e alcuni tra gli altri Spadaccini. C'è anche Taylor Hunter, l'insegnante di spada che Kara avrebbe dovuto conoscere domani. Non è il momento migliore per le presentazioni.

Non dà ordini, ma istruzioni semplici e logiche. Spinge me e Kara all'interno, e ripete a tutti di affrettarsi a recuperare le loro Lángkard, e dividersi tra chi combatterà i mostri e chi scorterà gli esterni al sicuro da qualche parte.

Taylor ha pochi muscoli, e tanta grinta. Tratti asiatici e voce squillante. Tiene i capelli corti, in una sorta di half-shaved che ora sta ricrescendo a una lunghezza più naturale.

I suoi ordini agli Spadaccini potrebbero essere i nuovi Dieci Comandamenti, ma sono solo le cose più logiche e più astute che possiamo fare in queste situazioni di emergenza. Taylor ha il talento di vedere la soluzione migliore prima di chiunque altro. Solo per questo tutti obbediscono senza obiettare.

E poi, dal nulla, sfodera un sorriso rassicurante, e lo rivolge a Kara. Lei rimane come incantata a fissare la sua figura, mentre Taylor recupera la propria Lángkard da una delle sedute a sinistra dell'ingresso.

Cammino fino alla mia seduta, e recupero le mie spade. Comunico che farò parte della squadra che respingerà i mostri, come sempre. Sono gli Spadaccini più anziani e meno abili a proteggere gli esterni, di solito. Ma proprio per questo non voglio lasciare Kara nelle loro mani.

Quando torno dove l'ho lasciata, nascosta dietro la colonna centrale alla vista di chi entra, noto che ha ancora lo sguardo fisso verso la porta. Taylor è ancora sulla soglia.

Kara non sembra più così spaventata – quel sorriso deve aver funzionato. Sembra solo che stia cercando di afferrare un qualche concetto complicato.

«È un uomo o una donna?» la sento mormorare, come se avesse vergogna di farsi sentire. Poi mi guarda, affamata di risposte.

Io alzo le spalle. «È Taylor Hunter.»

Finisco di allacciarmi i foderi delle spade sulla schiena. Gli altri Spadaccini hanno già lasciato la Sala Grande. Non posso rimanere indietro, o sospetteranno.

«Ray,» mi chiama però Kara, quando teme – no, capisce – che sto per andarmene senza dire una parola.

Mi inginocchio accanto a lei, ora rannicchiata dietro la colonna centrale, e cerco i suoi occhi. Li trovo tremolanti, e pieni di lacrime.

«Ho paura» confessa, in un sussurro, come se fosse un peccato.

Anziché stringere di nuovo la sua mano, stringo il pugno. Non ho idea di come darle forza, o conforto. Posso solo tentare di proteggerla con quello che ho.

Chiudo gli occhi, per evocare lo Spirito. Sento la luce bianca nascere in un angolo della mia mente, e poi venire proiettata all'esterno. Sento il suo calore.

Lo lascio scivolare tra le dita, e salire sopra le nostre teste, per poi chiudersi in una cupola che contiene la figura di Kara.

La vedo guardarsi attorno, spaesata.

«Ray,» balbetta il mio nome, «cosa succede? Cos'hai fatto?» chiede, sempre più agitata, mentre scopre che non può uscire da quella semisfera, che non può allontanarsi dal piccolo spazio che le ho concesso per rimanere nascosta.

The Darkest ThingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora