42 - Impostor

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Ray



Siamo ancora ammanettati, quando ci fanno uscire.

Nemmeno la luce del sole di mezzogiorno è abbastanza per scaldarci. Continuiamo a rabbrividire, mentre ci muoviamo lenti in direzione dell'infermeria.

Kara ha insistito perché mi facessi medicare almeno le ultime ferite aperte dalle mani nere durante l'interrogatorio, ma l'unico motivo per cui ho accettato è Tessa. È ancora distesa in uno di quei letti.

E, quando entriamo, è ancora addormentata.

Parlo a bassa voce all'infermiera che ci raggiunge sull'ingresso. Non emetto un suono, mentre lei disinfetta le mie ferite. Mentre bruciano.

Mi avvicino al letto di Tessa solo mentre l'infermiera si occupa di Kara. La guardo, senza toccarla, limitandomi a sorridere al suo viso sereno, e a sospirare di sollievo al suo respiro regolare.

Usciamo di nuovo, senza ringraziare, e ci dirigiamo al refettorio. Le nostre catene tintinnano, attirando l'attenzione di tutti all'interno. Siamo assediati da sguardi torvi e occhiatacce da sopra le spalle. Io ricambio tutte quelle che intercetto, mentre Kara tiene la testa bassa.

Le faccio cenno di prendere una energy drink, prima di sedermi al nostro tavolo, quello nell'angolo vicino alla finestra. Iniziamo a mangiare in silenzio. La caffeina è un vantaggio misero contro una notte insonne, ma abbiamo bisogno di avere i riflessi al massimo, se vogliamo sconfiggere tutti gli altri.

Almeno Kara, che non è per nulla convinta di ciò che stiamo per fare. Per me, invece, la rabbia è più forte di così. Non ho bisogno di riposare, perché anche se dormissi sognerei solo vendetta.

Siamo tre contro tutti. Gli Anziani non sanno difendersi, non hanno e non sanno maneggiare le Lángkard, ma sono in tanti. Potrebbero riuscire a bloccarci.

Se Woolf sa sfruttare i mostri, poi, sfrutterà anche la paura di quei vecchietti. Da morti, invece, non proveranno niente. Quindi, meglio per noi se crepano tutti.

E Woolf, l'impostore, chissà cosa sa fare esattamente. Se è vero ciò che aveva ipotizzato Senan, avrà viaggiato attraverso il portale, quindi dovrebbe saper usare lo Spirito corrotto.

«E poi ci sono i mostri, ovviamente» continuo io, esponendo il mio ragionamento a Kara. Lei si limita a una serie di cenni col capo, mentre mangia lentamente. «Se Woolf può chiamarli a sé, siamo fottuti. Dobbiamo farlo fuori per primo, se ci riusciamo.»

«Perché non facciamo evacuare tutti, prima?» domanda Kara.

Alzo un sopracciglio, aspettando che lei ricambi il mio sguardo prima di risponderle. I suoi occhi incontrano i miei solo per una frazione di secondo, prima di scomparire di nuovo, nascosti dietro le sue lunghe ciglia.

«Hanno ancora una scelta» rispondo io. «Se mettersi contro di noi, o combattere al nostro fianco. Se avessimo più persone a sostenerci nello scontro con Woolf, avremo più possibilità di farcela.»

«Parli come se sapessi che falliremo» mormora lei.

«È molto probabile» dico io, sincero.

Quando Kara alza di nuovo lo sguardo, i suoi occhi sono lucidi. «Io non vorrei uccidere nessuno. Ma loro...» prende un respiro, «come fanno a stare dalla parte dell'uomo che ha causato tutto questo?»

Sembra inconcepibile anche a me. L'impostore ha causato, più o meno indirettamente, le morti di tutti i lavoratori esterni che io e Tessa abbiamo trovato in seguito all'onda nera. È responsabile del sacrificio di Benjamin Gardner sull'altare, anche se sono stato io a tagliargli la testa. Ed è molto probabile che abbia governato lui stesso i mostri che hanno torturato e ucciso James e Taylor.

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