10 -the nights were mainly made For saying things that you can't say tomorrow da

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Pov's Athena
Le luci dei flash invadono il mio campo visivo. Siamo di fronte all'uscita secondaria ed è ormai troppo tardi per tirarsi indietro. I giornalisti ci hanno già avvistati e scattano furiosamente le loro foto.

La mano di Thomas stringe più forte il mio polso. <<Se fossimo usciti dall'altro lato non sarebbe successo>>mormoro fra i denti e lui mi lancia un occhiata furibonda. Mi afferra meglio il polso, quasi come a volerlo stritolare e poi si getta sui giornalisti, a passo felpato.

Attraversiamo i flash, cercando di non guardare nessuna fotocamera nonostante le richieste di domande dai reporter. <<Sali>>mormora con la mascella serrata quando un auto sportiva nera ci si pone dinanzi.

Un uomo, vestito di tutto punto, porge a Thomas le chiavi e quest'ultimo le afferra, facendogli un cenno. <<dovrei salire in macchina con te?>>chiedo indignata. Non se ne parla proprio. <<Non dovresti, devi.>>mi posa una mano dietro la schiena e temo di morire quando il suo petto sbatte al mio fianco, mozzandomi il respiro con il suo fiato caldo.

<<Non attireremo ancora di più l'attenzione?>>
<<Tu lo faresti anche da sola>>mi scocca un occhiata lussuriosa mentre non si perde neanche un centimetro del mio corpo. <<Cosa vuoi dire?>>
<<Niente>>china il capo.

<<Stiamo gia dando attenzioni e ne daremo ancora se non sali in questa fottuta macchina>>si china per aprirmi la portiera ed io valuto le opzioni; potrei rifiutare ma non credo che lui mi lascerebbe andare facilmente e la situazione peggiorerebbe, senza contare che gli stessi giornalisti che mi hanno vista suonare il pianoforte, ora sono qui a spiarmi mentre entro nell'auto di un ragazzo che ho baciato una settimana fa.

Sbuffo sonoramente e mi infilo sul sedile del passeggiero mentre lui mi aiuta a tirare su il vestito e chiude la portiera. I finestrini della macchina sono oscurati e quindi non riconosco più i flash dei giornalisti ma sento ancora le loro attenzioni addosso. Thomas mi raggiunge poco dopo, azionando l'auto e sfrecciando fra le strade di Perth.

In auto cala un silenzio imbarazzante. <<Dove stiamo andando?>>decido di parlare. <<Sto pensando a dove andare>>si massaggia le tempie furiosamente. <<Perché? Non puoi semplicemente lasciarmi a casa mia?>>
<<Lo farei se quegli stronzi non ci stessero alle calcagna>>quando ascolto la sua frase, mi volto osservando dallo specchietto retrovisore.

Due macchine ci seguono, infrangendo i limiti di velocità, un po' come sta facendo Thomas per sviarli. <<Ma perché ci seguono?>>
<<Perché vogliono lo scoop. Tua nonna è l'imprenditrice più famosa dell'Australia e mio padre l'avvocato che non ha mai perso una causa. O meglio una sola -si corregge prontamente-.  Dunque direi che essendo a loro vicini, fare macchia su di noi, sarebbe fare macchia su di loro...>>mormora facendo due più due.

<<non pensavo di essere così famosa>>poso il capo sullo schienale. <<Dopo il tuo spettacolo al pianoforte direi che avrai gli occhi puntati addosso per un po'>>la sua sincerità non mi sfugge. <<Ho sbagliato due accordi finali>>
<<L'unica cosa che hai sbagliato è stata metterti a quel pianoforte>>.
Mi acciglio.

<<Cosa dici?>>
<<Prima ti avrei sicuramente dimenticata ma dopo averti sentita cantare dubito che lo farò>>stringe le mani sul volante e le sue vene rilevano. Degludisco, mandida di sudore. <<Dovrai farlo perché non ho intenzione di vederti... mai più>>volto lo sguardo al finestrino.

<<Lo vedremo>>
<<Dio Thomas ma perché sei così ossessionato da me?>>la domanda esce fuori quasi spontanea e mi lancia un occhiata quasi divertita, prima di tornare serio. <<Non sono ossessionato da te ma dall'averti. Cenerentola, tu hai osato sfidarmi e nessuno mi sfida senza poi vendermi l'anima>>il suo sguardo mi inchioda al sediolino. Sto per replicare quando una macchina di quella che ci seguiva, ci passa affianco, azionando di nuovo le fotocamere.

The First MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora