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Pov's Maya
Talvolta, spero sempre che, aprendo gli occhi al mattino, io possa essere diversa.
Possa avere un età diversa, un corpo diverso, un viso diverso, degli interessi diversi.
Che io possa vivere in un paese diverso, o forse in un universo diverso.Il mondo fa schifo e a pagarne le conseguenze, siamo noi, gli stessi artefici.
Questo l'ho capito nel momento in cui, il mio professore di educazione fisica, mi ha molestata assieme ad altri uomini, rendendomi insicura, schiava della vita e amante dell'insicurezza.Non mi ero resa mai conto di quanto possa fare male un avvenimento della nostra vita, soprattutto se è vivido ed ancora impresso nella nostra mente. Giuro che lo farei.
Cancellerei ogni cosa riguardo quella notte, riguardo la questione di Patrick, riguardo quelle foto, riguardo il processo.<<...quindi per molte ragioni, la causa sarà vinta da noi e subiremo un guadagno per il risarcimento>>un uomo in giacca e cravatta è seduto alla nostra tavola da circa un ora.
Sta parlando con un linguaggio complesso ed io, facilmente mi distraggo.Mia madre e mio padre invece, sembra che stiano capendo tutto, anche se ho dei forti dubbi a riguardo. <<Avvocato quindi il processo è già nostro?>>domanda mio padre.
L'uomo lo guarda con fare esasperato, forse ha ripetuto quella risposta almeno sette volte ma mio padre ci tiene particolarmente a vincere questo processo, ed un po' lo comprendo.
Ha smosso mari e monti per cercare un ottimo avvocato; ne voleva uno talmente bravo da farci entrare in quell'aula con la vittoria già nelle tasche.Un ipotesi molto rischiosa che mi ha proposto era quella di ingaggiare Liam Turner, il padre di Thomas, non che migliore avvocato del Paese ma sono riuscita a dissuaderlo, dicendogli che Turner non è così forte come vogliono fare credere e che si farebbe pagare un occhio della testa per una causa che è nettamente sbilanciata dalla nostra parte.
Sarebbe stato piuttosto imbarazzante avere il padre del fidanzato di una delle mie più care amiche come avvocato, soprattutto se i due non vanno d'accordo.
<<Si, esattamente>>mormora l'uomo, sistemando delle carte.
<<Adesso devo andare via... signori Hayden, Maya. Ci vediamo al processo>>ci saluta elegantemente con la mano e poi, sparisce lungo il soggiorno.
Sentiamo la porta chiedersi e mio padre ricaccia un sospiro.
<<Sono più tranquillo>>confessa.Pochi istanti dopo, poggia la sua mano sulla mia spalla.
Sobbalzo all'indietro, facendo produrre alla sedia, un rumore scomodo.Mio padre resta con la mano a mezz'aria mentre mia madre deglutisce.
<<I-io vado di sopra>>sospiro, salendo su per le scale.Non si tratta di lui o di nessun altro. Sono io.
Io che ho paura degli uomini.
Ho paura persino del loro respiro, del loro sguardo su di me.
Fra poco dovrò affrontare un processo, questo vuol dire che rivedrò il suo viso.
Lo stesso viso che ho osservato per pochi secondi, prima che mi mettessero quella fottuta benda.
Mi chiedo solo cosa farò in quell'istante.Mi getto a capofitto sul letto, sperando che quest'ultimo mi inghiotta. Tengo le mani sul viso per evitare di piangere e mi godo il silenzio che aleggia in camera.
Mia sorella è fuori con le sue amiche e i miei non saliranno, perché sanno che in casi come questi è meglio lasciarmi da sola.Mi sollevo con il busto, schiudendo gli occhi.
Lo stomaco mi fa male per quanto brontola e avverto un leggero capogiro.Afferro una coperta dall'armadio e me la poso sulle spalle, lasciando che mi copra, che lasci fuori un po' della mia insicurezza, un po' della mia fragilità.
Scrollo le chat di WhatsApp e osservo gli ultimi accessi delle mie amiche; Athena ha l'ultimo alle quattro del pomeriggio, Kiara alle cinque, Chantel dalle dieci di stamattina e mia sorella di pochi minuti fa.
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The First Moonlight
RomanceVi è mai capitato di vedere la galassia che esplode? O di sentire la magia di una stella? O di ascoltare la voce velata di una dea? Se lo avreste chiesto a lui, avrebbe risposto dicendo che una dea lui l'ha vista, toccata, annusata, baciata, scopata...