37-Wings

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Pov's Athena

La mente umana è estremamente complessa e di questo non ne sono certi solo gli scienziati o gli psicologi, ma anche io.

A volte vorrei avere un radar per comprenderla meglio, una parola che mi porti ad una conclusione giusta, un segnale che mi dia una traccia da cui partire. Ma niente.

Immagazzina tutto in un insieme di gesti inusuali, con tendenze nevrotiche e ampio margine di condizione.

E si, se Ve lo starete chiedendo, mi sto riferendo proprio a Thomas.

Non mi sono per niente sfuggiti i suoi gesti, le sue parole criptiche e i  suoi sguardi al pavimento.
Mi sta nascondendo qualcosa, ed è certo.
Adesso però, dovrei solo capire che cosa.

Ed è esattamente quello che sto provando a fare da quando sono tornata ieri sera, dall'evento.

Sono inginocchiata sul pavimento della mia camera, con indosso ancora il vestito di Belly e le scarpe gettate dall'altro lato della stanza. I capelli sono legati in una coda bassa per impedire la mia deconcentrazione.

Sto osservando le lettere che mi sono arrivate; quella di Londra e quella che mi è stata recapitata qui.
Penso, dentro di me, che queste centrino con la questione che impedisce a Thomas anche solo di guardarmi.

Ho letto e riletto ogni parola per così tante volte da averle imparate a memoria.
E non ci ho ancora capito niente, a parte, un vigile segnale; quello di dover stare lontana da Thomas.

Sbuffo, sentendo le palpebre calare; sono circa sei ore che sono sveglia, qui, a cercare di capire informazioni da lettere che probabilmente neanche le hanno, ed ho saltato letteralmente una notte.

In quell'instante, il cellulare trilla, segno che è arrivata una nuova notifica. Lo afferro di sbieco, sollevando il viso dopo tanto tempo, ed osservo piccoli raggi di luce provenire dalla finestra.

"Ti passo a prendere io? ;)"

È un messaggio di Kiara.

Aggrotto le sopracciglia, osservando l'ora sul cellulare, sono le sette e mezza di mattina.

Per quale motivo, Kiara dovrebbe passare a prendermi o anche solo essere sveglia alle sette di mattina?

Poi il mio sguardo, passa in rassegna sul calendario.
Cazzo.
Oggi ricomincia la scuola ed io me n'ero fottutamente dimenticata.

Sto per metabolizzare il tutto, quando un altro trillo arriva dal mio cellulare.
"Troppo tardi, io e le ragazze siamo già sotto casa tua;)"

E seguito dal messaggio, un suono del clacson dal piano di sotto.
Porca puttana.

Getto il cellulare dall'altro lato della stanza, posando le lettere dentro un mio vecchio diario. Mi prendo qualche minuto per gettarmi sotto la doccia ed asciugarmi parzialmente il corpo, prima di infilare la biancheria e un pantalone di pelle beige con un dolcevita bianco.

Pettino i capelli, stando attenta a non rovinare i boccoli di ieri, infilo le scarpe da ginnastica e stendo sulle ciglia un po' di mascara.
Scendo al piano di sotto correndo, mentre mi infilo una giacca più larga, che funge da cappotto e incontro Logan per le scale.

<<Buongiorno>>mormoro di sfuggita, continuando a correre per la casa. <<La nonna?>>domando, infilando nello zaino una mela rossa dal cesto della frutta.

<<Dorme signorina, era stanca dopo l'evento>>.
Qualcosa mi dice che più per l'evento, mia nonna sia stanca per il post-evento. Ma sto zitta.

The First MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora