28-Promise you'll remember that you're mine

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⛔⛔⛔
Preparatevi👀🥲.
Si inizia....

Pov's Athena

È come se il mio cuore d'un tratto abbia smesso di provare quel gelo che ormai da quattro giorni mi attanagliava le viscere.
D'un tratto, quest'ultimo si è risvegliato da quella glaciazione improvvisa e ha rivisto un raggio di sole.
Anche se del sole, non ha nulla.

Thomas è dinanzi a me, il corpo massiccio è rinchiuso in una maglietta nera a mezze maniche che lascia scoperte le sue braccia toniche e muscolose e dei jeans scuri strappati.
Forse non dovrei ma una parte di me inizia a preoccuparsi per lui; così conciato, non gli verrà la febbre?

Gli occhi verdi che da sempre mi hanno attratto, scrutano ogni angolo della mia figura, le labbra sono distese in una linea sottile e i capelli sono come sempre, mossi e disordinati sulla nuca.
Resto immobile, sentendo il suo sguardo su di me che mi blocca su quella suola della porta.

E poi basta un solo secondo...

Cazzo, lui non mi ha creduta, poi è sparito per due giorni e adesso sono ben quattro giorni che sono a Londra e lui non mi ha neanche fatto una telefonata...ora è qui a quale scopo?

Furiosa d'un tratto, mi tiro dentro, determinata a sbattere la porta ma quando è quasi chiusa, il suo piede la blocca, facendola riaprire.
<<Cosa vuoi?>>borbotto categorica. <<Parlarti e spiegarmi>>.

Cerco di negare l'effetto che mi fa la sua voce, soprattutto se non la sento da una settimana.
<<Non voglio sentire niente da te e non voglio neanche vederti>>sputo acida.
La mano di Thomas raccoglie il mio polso, facendomi scendere dal gradino e tirandomi fuori con lui, forse facendo in modo che nessuno dentro senta.

Ma quel contatto, brucia più del previsto.
<<non mi toccare>>ringhio a denti stretti, allontanandomi dalle sue mani.
Thomas mi lancia un occhiata, prima di fare scivolare il suo sguardo sul mio corpo per la decima volta.

Vorrebbe dire qualcosa lo so, ma si trattiene. Ho imparato bene ogni singola espressione del suo viso, e se lo conosco almeno un po', posso dire che è colpito, oserei dire, eccitato.

Ma poi, rincontra i miei occhi e si schiarisce la voce.
<<Non volevo sparire nel nulla, mi dispiace,  avrei dovuto chiamarti>>mi parla d'un tratto.
<<E quindi?>>incrocio le braccia al petto.
<<E quindi scusami>>mormora.

<<Non mi servono le tue scuse, Thomas. Ti è bastato davvero così poco per farti allontanare da me e per lasciarmi totalmente da sola?>>domando, adesso arrabbiata.
<<Hai ragione...non avrei dovuto dubitare di te e sicuramente non avrei dovuto fare passare così tanto tempo ma...ho avuto una sorta di contrattempo e non sono potuto arrivare qui. Ti giuro che sarei stato qui il primo giorno che sei partita>>i suoi occhi sembrano sinceri ma distolgo lo sguardo.
No Athena...

<<Un contrattempo?>>rido fra me e me.
<<Il contrattempo sarebbe scoparsi le altre?>>.
<<Ma che cazzo stai blaterando?>>sbotta nervoso, strattonandosi i capelli.
<<perché vuoi dirmi che non è così?>>.
<<No, non è così cogliona che non sei altro>>.

Lo guardo male per il nome e sbuffo. <<Allora cos'è successo?>>chiedo, aggrottando le sopracciglia. <<Nicholas ha fatto un incidente in moto, niente di grave ma aveva una frattura alla caviglia e sono stato con lui>>mi spiega, chinando lo sguardo. <<è una cazzata, Kiara non mi ha detto niente>>.
<<Kiara non sa niente perché Nick non vuole>>commenta ed io lo guardo, senza sapere se credergli.

The First MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora