Pov's Nicholas
Un giorno ti svegli e ti ritrovi solo. In una casa mancante di caldaia e di stufe, carente di mura calde e affetto familiare.I soldi non fanno la felicità.
Spesso si dice esattamente così.
Ed io sono d'accordo.Non tutto si può comprare o vendere ma alcune volte, avere soldi in tasca può essere di necessaria importanza. Capii tutto questo, circa un anno prima.
Sono nato in una famiglia umile; mia madre viveva per puro interesse di mio padre. Quest'ultimo si spaccava la schiena, lavorando in un alimentari, facendo gli straordinari come riverniciatore di pick-up. E nonostante questo, i soldi scarseggiavano.
Mamma non era molto entusiasta di andare a lavoro; per questo, rimaneva in casa a badare a noi, o meglio, a fingere di badare a noi. Pochi mesi dopo la nascita di Austin, le mattine erano scandite da lente ore; la mamma si preparava di prima mattina, ignorando l'allattamento di suo figlio, e usciva. Tornava la sera, prima che papà tornasse da lavoro e scoprisse della sua mancanza. Io, avevo solo 9 anni ed ero costretto a badare al mio fratellino, di appena qualche mese, che aveva fame ma che non riusciva a piangere.
Austin era nato così; nell'ombra, senza dare fastidio, senza farci sentire la sua vocina. I medici, dissero che si trattava di una lieve forma di autismo, che, con le necessarie terapie, si sarebbe potuta curare subito. Mia madre, d'altro canto, andò via dall'ospedale con mio fratello in braccio, sussurrando a mio padre che quelle erano solo sciocchezze. Diceva che mio fratello stava bene, che i medici cercavano solo un escursus per avere soldi, che noi non possedevamo.
Ed è andata così fino a qualche anno fa; io crescevo, le assenze a scuola aumentavano, badavo ad Austin mentre lei usciva e se ne stava fuori tutto il tempo. Quando mio padre tornava da lavoro, stanco morto, non notava nemmeno le smorfie di stanchezza sul mio volto.
Austin invece, non ha mai parlato. Restava in silenzio in ogni istante, annuiva, scuoteva la testa ma nessuna parola. Diciamo che la forma di autismo lieve, si era trasformata in una vera e propria forma di autismo che non consentiva ad un bambino di undici anni, di spiccicare parola.
Io, dal mio canto, ho sempre capito cosa lui cercava di comunicarmi. Mio fratello è sempre stato come un libro aperto per me e per questo, mi adorava. Vederlo così, fragile, distrutto, bloccato nel suo stesso corpo, mi faceva male però. Tanto. Austin guardava mia madre ogni volta che rientrava in casa e silenziosamente, mi chiedeva cosa avesse fatto fuori casa. Io scrollavo le spalle, mascherando il tutto con un sorriso.
La verità è che avevo perfettamente capito cosa faceva; ero solo un bambino di dieci anni, quando uscii a sulle sue tracce, per cercarla e dare ad Austin la sua poppata che tanto attendeva. Vidi da lontano un pick-up marrone. Il capo di una donna era chino sul corpo di un uomo, che aveva una strana espressione in volto e poi, prese la donna per i capelli, sollevandosi appena dal sedile. Non capii niente. Ma quando vidi, la donna sollevarsi, qualcosa cambiò.
Mia madre indossò la sua canottiera mentre si puliva le labbra macchiate di rossetto. L'uomo le infilò delle banconote tra il seno e lei rise di gusto. Non ricordo molto, solo che scappai a casa. Lontano da qualsiasi cosa, io mi fossi immaginato. Ne avrei parlato con papà la sera. Ma quando quest'ultimo tornò, lei era già qui e silenziosamente mi minacciava di tacere. Se io lo facevo, non era per lei ma per mio fratello.
Un anno fa, successe l'irrimediabile casino. Papà, tornò a casa alle otto in punto e stranamente la mamma non era ancora rientrata. Mi chiese dove fosse ed io risposi che non lo sapevo. Era vero. Non sapevo dove fosse o con chi fosse. Quel pomeriggio, ricordo che ero seduto con Austin, dinanzi ad un film, sperando che da un momento all'altro, commentasse con me qualche scena. <<Non mi ha avvisato che usciva>>mormorò mio padre infilandosi il cappotto. <<Che fai papà?>>chiesi con la voce che tremava.
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The First Moonlight
RomanceVi è mai capitato di vedere la galassia che esplode? O di sentire la magia di una stella? O di ascoltare la voce velata di una dea? Se lo avreste chiesto a lui, avrebbe risposto dicendo che una dea lui l'ha vista, toccata, annusata, baciata, scopata...