41-Black out days (Fine I° Parte)

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Pov's Athena

<<Cosa stai facendo qui?>>.

La voce di Alex rimbomba fra le pareti ed io mi blocco.

Resto immobile, a contemplare l'arma che ho fra le dita, girata di spalle, con gli occhi chiusi per non guardare in faccia alla realtà.

Cosa faccio adesso?

<<Athena>>mi richiama in modo fermo e deciso.

Tremo per qualche istante, fino a voltarmi lentamente, come fosse la scena di un film horror.

Alex è fermo all'uscio della porta della sua camera, i capelli sono semi-bagnati ed indossa dei jeans scuri con una maglia del medesimo colore.

Ma c'è una cosa che mi mostra il cambiamento che ha sempre posseduto, senza farlo mai davvero vedere; i suoi occhi, sono passati da un nocciola candido ad uno scuro, duro e implacabile.

I suoi occhi, finiscono poi sull'arma che ho fra le mani, e successivamente sulla scatola nera.

<<Cosa cazzo stai facendo in camera mia?>>Domanda con i denti stretti.

Io, deglutisco più volte, mandando giù la tensione che mi si accumula nel fondo dello stomaco.

<<E tu perché hai una pistola in camera?>>mormoro a tono basso.

Ci sono tanti motivi per la quale lui potrebbe prendersela con me, quindi non riesco neanche a capire, con qualche coraggio io abbia fatto questa domanda.

Alex fa due passi all'interno della stanza, accorciando sempre di più la distanza che c'è fra di noi.

<<Hai idea di cos'hai appena combinato?>>la sua voce è così cupa da sembrare inquietante.

<<Alex, perché tutto questo?>>borbotto con un leggero tremolio alle mani.

<<Penso che tu lo sappia bene ormai, no?>>domanda con la mano sporta verso la scatola sul pavimento.

<<C-cosa dovrei sapere?>>.
<<Sai chi sono, Athena. Altrimenti non saresti mai e poi mai venuta qui, ad aprire quella scatola>>mi riserva uno sguardo di rimprovero.

<<I-io non so un bel niente. Ho solo visto la scatola, ed ero solo curiosa>>ammetto, mordendomi il labbro poco dopo.

Quel gesto gli provoca una modesta risatina fra sé e sé.

<<Allora Thomas non ti ha davvero detto niente...>>ridacchia come se la situazione fosse d'un tratto divertente ed io mi sento sempre più confusa e agitata.

<<T-Thomas?>>domando, con la testa che inizia a girarmi lentamente.

Alex smette di ridere, ma rimane comunque con un espressione facciale simile ad un ghigno.

<<Lui non ti ha detto niente. Allora lo farò io>>scrolla le spalle, come se mi stesse raccontando la trama di un film.

<<Raccontarmi cosa?>>.

Alex si avvicina ancora, stravolta fino ad azzerare le distanze fra noi.
I suoi occhi da vicino, appaiono più scuri di prima ed io provo a placare la paura che mi scorre nelle vene.

<<Sai perché Thomas ha smesso di venirti dietro come un cane?>>domanda, sfiorandomi con le dita una ciocca di capelli.
<<perché l'ho minacciato>>.

Lo sapevo, avevo capito che c'era qualcosa sotto.

<<Gli ho detto che se ti avrebbe detto qualcosa su di me, avrei mandato il suo amico in carcere, tramite dei video in cui diffondeva droga>>borbotta fiero di sé stesso.

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