32-You drew stars around my scars

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Pov's Athena

Con la mano tremolante, ricaccio un sospiro nervoso.
Non è possibile.

Perché tutto questo? Cosa sta succedendo?
Non voglio aprire questa busta, non voglio avere altre parole criptiche che mi attanagliano la mente, eppure, è necessario farlo ahimè.

Una folata di vento mi costringe a rientrare subito e appoggio il capo alla porta.
Trattengo l'impulso di strappare in mille pezzi questa lettera e abbasso il capo.
Andiamo Athena, forza.

Logan passa per puro caso dinanzi alla porta e si prende qualche istante per osservarmi.
<<Signorina sta bene?...>>mi domanda.
<<Si, Logan, grazie>>sorrido leggermente e poi, con passo lento, mi avvicino alla rampa di scale che conduce alla mia camera.

Una volta li dentro, mi appoggio allo stipite della spalliera del letto e sospiro. Poi, apro la busta e tengo il foglio ripiegato.

"Un giorno forse, capirai la necessità
che impongo,
e chissà se mi appoggerai.

Abbi poca fiducia negli occhi altrui,
questi non si chiudono nemmeno al buio"

La scrittura è la stessa, ripiegata elegantemente. E rileggendola, capisco quanto possa essere psicopatica una persona che non conosco e che mi parla con così tanta confidenza.

Giuro che sembra addirittura una gentilezza.
Una sorta di avvertenza, di avviso.

Tengo il capo basso, respirando sonoramente.
Chi può essere questa persona? È davvero qualcuno di pericoloso? E cosa vuole da me? Perché queste lettere, questo "senso di protezione" nei miei riguardi?

Attutisco un singhiozzo e mi rendo conto di star lentamente piangendo. Non si tratta della lettera in sé ma del contorno che purtroppo mi sto servendo da sola.

Forse se Thomas lo sapesse, non sarebbe così dura da affrontare questa situazione.
Forse se gli dicessi tutto, mi sentirei più leggera e forse, lui potrebbe addirittura rassicurarmi.
Ma il costante pensiero di lui che si allontana di nuovo da me per paura di ferirmi, mi strappa il cuore in mille pezzi.
Mi ritornano in mente le sue parole.

<<Athena, ascoltami. Chiunque viene a sapere certe cose, si trova in pericolo di natura, ed io non voglio ti accada una cosa simile.>>

<<Non devi fare niente, non immischiarti ti prego. La situazione è troppo pericolosa. Chi ha ucciso quella coppia, potrebbe continuare ad uccidere persone innocenti, ora che io sono qui>>

<<Athena, questa cosa, come la chiami tu, è un grave pericolo che fa sul serio. Dunque, se sarò costretto a perderti, per tenerti lontana da questo pericolo, lascerò che tu te ne vada>>.

Appoggio il capo lungo la parete e chiudo gli occhi.
Non ho la più pallida idea di cosa fare; se fingere ancora o se raccontare tutto.
Ma cosa farà lui dopo che scoprirà la verità? Mi allontanerà, come ha fatto ogni volta che parlavamo di quella storia e mi lascerà?

In momenti come questi avrei bisogno seriamente di un consiglio giusto; ma è questa la verità, non esistono consigli giusti in questa storia, solo azioni sbagliate che possiamo commettere, l'una dopo l'altra.
Ed il minimo sollievo che possiamo ricevere, è quello che queste scelte, non influiscano tanto sulla nostra vita.

Lascio cadere la lettera sul letto e mi ci stendo sopra, spegnendo la luce ed osservando il soffitto, finché, stremata, crollo in un sonno profondo.

La mattina dopo, è prestissimo quando schiudo le palpebre.
Le prime luci dell'alba illuminano la mia camera, dandomi una sensazione dolce e rassicurante al tempo stesso. Mi strofino gli occhi prima di sollevarmi ed osservare le condizioni in cui mi trovo.
Lo specchio dinanzi al mio letto riflette l'immagine di una ragazza con i capelli biondi spettinati, il rimanente del trucco colato, il corpo ancora ricolmo dai vestiti di ieri e le occhiaie visibili.

The First MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora