CAPITOLO 12

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15 ANNI FA

Ho un'ora di stacco e ne approfitto per farmi un caffè nella sala insegnanti della nostra scuola.

Ne vengo da una notte insonne e non riesco a lavorare, i nervi sono tesi e mi sembra di sbagliare tutto.

È una di quelle giornate no.
In realtà è un paio di mesi che sono no.

Mi sento sempre più schiacciata dal peso della mia famiglia che mi porto appresso e sono certa che prima o poi mi annienterà.

Ho smesso di dormire bene, di mangiare, sono sempre più magra e pallida, faccio finta di niente ma la gente sta iniziando a notarlo e di conseguenza mi viene detto.

Perdo la concentrazione su quello che sto facendo e rovescio il bicchiere sul tavolo come una vera cretina.

"Merda" ringhio afferrando un rotolo di Scottex.

"Ehi.. giornata no, Biondina?" La sua voce è pungente e rassicurante allo stesso tempo.

"Infatti.. quindi vedi di non peggiorare la situazione" la avverto senza guardarla negli occhi.

La Zulema di qualche mese fa se ne sarebbe andata.
Ma questa.. non è quella Zulema.

Infatti si siede sulla sedia, incrocia le mani giunte sul tavolo e mi osserva "Che hai?"

Sbuffo una risatina "Niente"

Non le ho raccontato niente nello specifico di me, della mia situazione, della mia famiglia.

Non voglio che sia un peso per lei.
Non voglio perderla per questo.

Ride scuotendo la testa "Ancora notti insonni?"

Alzo lo sguardo nel suo "Ma come.."

"Faccio a saperlo?" Mi chiede terminando la domanda al posto mio "Le occhiaie e il pallore, la magrezza.. non ci vuole un visionario per sapere che non stai bene"

Sbuffo rumorosamente mentre mi faccio un secondo caffè "Che vuoi sapere?"

"Quello che ti va di raccontarmi" mi risponde lei mantenendo coome sempre le distanze.

Apprezzo il suo modo poco invasivo di interessarsi a me.

"Io.. ho una situazione un po' delicata a casa che non riesco più ad gestire.. mia madre non ci sta di testa.. e non lo dico tanto per dire.." prendo la mia tazzina e mi siedo di fronte a lei "È una bipolare non diagnosticata.. il che vuol dire che ogni volta che la vedo può avere un umore diverso che cambia ripetutamente nell'arco della giornata e sembra proprio che adori usarmi come bersaglio del suo sfogo a causa del suo malessere" riassumo come se non me ne importasse più di tanto ma mi sento a pezzi "Ed io sono un po'stanca.." aggiungo con la voce incrinata.

"Maca.. che è successo?" Mi legge come un libro stampato.

"Ieri pomeriggio.. ho parcheggiato l'auto davanti a casa un po' in mezzo perché dovevo salire in casa e poi sarei uscita subito.. una cosa da niente.. sarà capitato a chiunque almeno una volta nella vita" racconto sentendo il peso dei sensi di colpa che mi soffocano "Quando sono salita in casa lei era già fuori di sé, mi ha urlato contro di tutto e di più e alla fine mi ha spinta contro un muro"

"Non sapevo che fosse anche violenta" pensa ad alta voce.

"Io le ho chiesto di togliermi le mani di dosso più volte ma.. ero stanca, non dormo bene da almeno una settimana e ho spento il cervello" mi passo una mano sul viso "L'ho spinta per allontanarla e lei è caduta"

"Si è fatta male?" Mi chiede subito. Scuoto la testa "Meno male.. conoscendoti ti saresti data ancora di più la colpa" sto zitta, penso solo che la colpa me la do lo stesso, forse non sono più in grado di gestire nulla di tutto ciò "Ehi Maca.. non è colpa tua.. hai reagito per difesa.. non sei come lei.. ti sei solo difesa"

Nel suo sguardo leggo rassicurazione e sostegno, c'è davvero e lo sento, è bella questa intesa.

Abbozzo un sorriso "Meno male che a cena ero con Fran"

"Chi è Fran?" Mi chiede.

"La mia coach.. ma la conosco da tutta la vita, in pratica mi ha adottata" le spiego con un sorriso e lo sguardo pieno d'amore "È la mia mamma.. a tutti gli effetti" Ho imparato a mie spese che partorire non fa sempre di una donna una madre "E poi i suoi due figli mi adorano, è un po' come se avessi ereditato un'altra famiglia più completa e sicuramente meno problematica" lei mi sorride, sembra essere felice per me.

"Sai Maca.. a volte bisogna saper valorizzare ciò che di buono abbiamo.. per impedire al brutto di ucciderci" mi risponde come se stesse parlando per esperienza.

Parlo di Fran "Lei è un tipo in gamba.. ti piacerebbe sai?"

Lei mi sorride complice "Un giorno, quando te la sentirai, la conoscerò volentieri" annuisco sapendo che lei è probabilmente l'unica persona che potrò mai presentarle della mia famiglia "Hai mangiato qualcosa?"

Scuoto la testa "Non ho fame"

"Che testa di cazzo.." mi dice sbuffando mentre si alza per aprire il suo armadietto "Chissà perché me lo sentivo.. perciò ti ho portato questo" mi passa un qualcosa avvolto nella stagnola "Avevi detto che ti piace la pizza no? Questa l'ho fatta io, ieri sera, fammi sapere se ti piace"

Prendo quel pensiero e le sorrido, sto annegando e lei è forse l'unica persona che mi riesce ancora a tenere a galla semplicemente esistendo.

PRESENTE

Ho riempito un piattino con qualsiasi cosa ho trovato a tiro nel buffet senza ragionarci troppo, non ho neanche tanta fame e so già che finirà che farò tutto a Giuse.

I miei occhi puntano sulle due more poco più indietro di noi.

Ridono, parlano, scherzano tra di loro con una forte complicità e una chimica che nota chiunque.

Mi sto davvero chiedendo che cazzo ci sto facendo qui.

Giuse mi dà una leggera spallata "Pronto Maca! Ci sei?"

Mi mordo la guancia interna quando Elena si avvicina a Zulema per sussurrarle qualcosa all'orecchio "Non proprio, lo ammetto" ringhio.

Lui sbuffa una risata divertita "Non sei affatto padrona della situazione"

Lo fulmino con lo sguardo "Non ho mai preteso di esserlo"

Il mio sguardo torna su di lei.
Mi è mancata da morire e sapevo che sarebbe stata una tortura questa cena.

"Perché ti sta mettendo così tanto in crisi?" Mi chiede ingenuo "Non mi risulta che ci sia stata per te"

Alterno lo sguardo da lui a lei e poi rinuncio "Lascia stare.."

15 ANNI FA

Alla sera, mi corico sul materasso nella speranza di addormentarmi presto quando ricevo un messaggio di Zulema.

ZULEMA: Come stai?

Potrei mentire come faccio da tutta la vita e dire "Bene" oppure posso dire la verità..

MACARENA: Sto annegando, Zulema

ZULEMA: Pure un guerriero a volte ha bisogno di riposare.. oppure impara a respirare sott'acqua.

MACARENA: Non è così facile.. ma non voglio essere un peso per te.

ZULEMA: Ti voglio bene, Biondina, e segnatelo perché non te lo ripeterò più. Ma non posso farmi carico dei tuoi problemi.

Rimango spiazzata mentre leggo quest'ultimo messaggio.

Ero convinta che ci fosse e invece scopro solo adesso che non c'è affatto.

ZULEMA: Non per cattiveria che sia chiaro.

MACARENA: Ho solo risposto alla tua domanda.

ZULEMA: Buonanotte Biondina 🖤 cerca di star bene..

Fine della conversazione, tutto qui.
Un'amara delusione per concludere una giornata già difficile.

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