CAPITOLO 43

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15 ANNI FA

Io non so perché ma il mio sguardo, nonostante la folla in piedi e ai tavoli, cade subito su di lei.

È magnetica per me.
Ci saranno trecento persone ma io vedo soltanto lei.

Non mi ha ancora vista, non sa che sono qui, e questo mi permette di osservarla un secondo di più.

Ride con i suoi amici e il suo viso è così illuminato.

Veste di nero, i capelli corvini, i tatuaggi.. a tutti potrebbe sembrare un'anima scura ed io invece ne vedo una luce.

Giuse mi riporta alla realtà con uno strattone "Allora tu non devi guardarla!"

Guardo lui, guardo lei.. e trovo una scappatoia: afferro i suoi occhiali da sole di Balenciaga e me li infilo "Allora mi serviranno questi"

"Ma riesci a non essere così sottona?!" Chiede quasi irritato.

"Non lo so.. probabilmente no" rispondo onestamente mentre mi volto per guardarmi intorno.

"Ferma!" Giuse mi blocca all'istante e come se fosse un ordine mi irrigidisco.

"Che c'è?!" Gli chiedo confusa mentre lo guardo in faccia.

I suoi occhi puntano proprio dietro di me, dove si trova lei, e un sorriso davvero maligno si disegna sul suo viso "Ti ha vista!"

Alzo un sopracciglio "E..?"

Lui mi fa la telecronaca come se fosse un giornale radio "Si è bloccata mentre si stava guardando intorno e ora.. sta discutendo con i suoi amici" sembra davvero divertito.

Il che mi spinge a cercare di voltarmi ma lui mi sgrida immediatamente "No! Non girarti!"

Sbuffo una risata isterica "Questa è una commedia. La mia vita è una commedia"

"Perché tu sei un clown" commenta lui, nemmeno a dirlo e gli pesto un piede con il tacco "Ahí!"

"Oh.. scusa.." fingo di dispiacermene "..che devo fare?"

"Niente.. andiamo a prenderci da bere" mi offre il braccio e ci dirigiamo verso il bar.

"Che senso ha tutto questo?" Chiedo consapevole di essere completamente estranea a questo tipo di giochetti.

Lui si pavoneggia da grande maestro pensatore "Il senso, mia cara discepola, è che niente è più appetibile di qualcosa che potevamo avere ma che ora è di qualcun altro"

Alzo gli occhi al cielo "Relazioni malate ne abbiamo?" Poi mi rivolgo al barman "Uno spritz.. tu?"

"Guido" mi rammenta.

Prendo atto "Due"

"Ho detto che guido!" Ripete più deciso ma io avevo capito alla prima.

"Infatti sono per me" rispondo prendendo entrambi e passandogliene uno "Quello me lo dai quando ho finito questo" sono sicura che lo sto irritando.

Mi accarezza il viso mentre con lo sguardo va oltre me e le sue labbra si disegnano in un sorriso maligno "Non ti toglie lo sguardo di dosso.. pagherei per sapere che cosa le dicono"

Chiedo accarezzando la mano che tiene sul mio viso "Gelosia?"

Fa spallucce "Gelosia. Invidia. Rosicare... L'importante è che provi qualcosa"

Non mi piace affatto giocare con i sentimenti degli altri "Lo trovo patetico"

Ride "Io lo trovo divertente" poi guardandomi negli occhi aggiunge "Finché eri il suo burattino non gliene è mai fregato niente di te.. eri il suo giocattolo e andava dietro alla sua ex.. ora che non le sbavi più dietro, ti verrà a cercare"

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