CAPITOLO 39

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15 ANNI FA

Giuse ha montato su una commedia da premio Oscar nel giro di due giorni.

È nato per fare lo stronzo mega galattico ma la sua predisposizione a fare l'attore è una dote ancora più raffinata.

In due giorni la mia vita sui social è cambiata all'improvviso.

Esco, mi diverto, è comparso lui nella mia vita in foto innocenti ma ambigue che possono suscitare più di una domanda.

Dietro lo schermo sono sempre io con le mie ferite e le mie lacrime ma nessuno lo può immaginare perché lui ha messo su un teatrino degno di Shakespeare.

Le stories.
Sono proiettili.
Usale bene e colpirai il bersaglio.

Sono sempre stata contro ma, dal momento che le mie teorie non funzionano, non credo che possa succedere il finimondo se per una volta do retta a lui.

In soli due giorni gli amici, ignari di questo accordo segreto, hanno iniziato a farci domande.

I miei colleghi, quelli più social almeno, hanno iniziato a farmi domande.

E Zulema..
Beh lei non mi guarda più in faccia.

Io sono un po' contraddetta ma, stando a ciò che dice lui, tutto procede a meraviglia.

Così che questa mattina quando sono arrivata ho deciso di prepararmi il solito caffè.

Lei è arrivata e, quando mi ha vista, ha girato i tacchi per dirigersi da tutt'altra parte ma la sua intenzione è stata bloccata da una Cri molto curiosa.

La mia amica si è come impalata sulla soglia e le sta impedendo di uscire mentre ci guarda entusiasta "Avete finito la tartaruga!"

Vero.
Il pretesto che avevamo per stare insieme inevitabilmente è terminato.

Appena in tempo, oserei dire.

"Sì.." dico io mentre Zulema sono convinta che vorrebbe essere da tutt'altra parte, sentimento che condivido a pieno.

"È venuta davvero bene!" Si congratula Cri con un sorrisone amichevole.

Mi sforzo a contraccambiarlo mentre Zulema non si disturba nemmeno.

"Un buon lavoro di squadra" la mia risposta non passa inosservata.

Perché Zulema diventa ancora più rigida mentre Cristina non può fare a meno di cogliere una leggera sfumatura malinconica nella mia voce.

Lei ci osserva.
Non siamo più noi.

Niente sguardi d'intesa, niente sorrisi complici, niente battute.

Niente.
Ed è un peso inquantificabile.

Cristina ad ogni modo cerca di chiudere il discorso incoraggiandoci "Ora potete dedicarvi ad altro, la nostra si terrà tra un mese in esterna, per adesso dobbiamo completare il resto del progetto ma può farlo anche solo lei" mi indica, sciogliendo l'obbligo di fare squadra che ci aveva imposto all'inizio.

Siamo libere.
Ma ben distanti dal sentirci leggere.

"Sì, non c'è problema" la diplomazia resta l'arma vincente.

"Meglio, avevo altre cose di cui occuparmi" l'acidità di Zulema invece resta la sua arma vincente, con la stessa prepotenza con cui ha parlato, esce dalla stanza e chiude il capitolo.

Forse è meglio così.
Forse sarà più facile così.

Stronzata fatta e finita.

PRESENTE

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