CAPITOLO 13

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15 ANNI FA
la mattina seguente

I messaggi di Zulema di ieri sera mi hanno ferita ma fortunatamente non le avevo ancora permesso di entrare davvero nel mio mondo.

Era sulla soglia e si è rivelata per quello che è giusto in tempo.

Non posso permettermi di soffrire.

Oggi lavoro in un altro istituto, mi hanno chiamata all'ultimo per sostituire una collega, mi farà bene non vederla per un giorno.

Sono appena le 09:20 e sono già stanca.

Non sono riuscita a chiudere occhio e inizio ad accusarne il colpo.

Il cellulare mi vibra nella tasca.

Un messaggio di Zulema.

"Come stai?"

Sto lavorando, non ho tempo né voglia di sentirla in questo momento perciò lascio in sospeso la chat e netto via il telefono.

Lavoro per altre due ore senza sosta dando il meglio di me e lasciando fuori dalla porta i miei problemi personali, sicura che li ritrovo non appena metterò il piede fuori.

Ma il tempo non lo fermi nemmeno se lo preghi di farlo.

Esco dall'istituto e riapro la sua chat.

Zulema è un'incognita.
Lo è sempre stata.

MACARENA: Bene, tu?

Mento. Devo. Sono abituata a farlo e mi va bene così.
La sua risposta non tarda ad arrivare.

ZULEMA: Abbastanza bene

Ok. Per me la conversazione si può ritenere conclusa ma il cellulare vibra una seconda volta.

ZULEMA: comunque se hai bisogno ci sono ieri sera non so che cazzo avessi scusami davvero.

Abbozzo un sorriso amaro mentre rileggo più volte lo stesso messaggio.

E adesso?

Potrei andare a casa e poi pensare in un secondo momento a cosa dire.

Oppure..

Le due scuole non sono così distanti ed io amo affrontare le cose di petto, faccia a faccia, perché solo così mi rendo conto di chi ho davanti.

Salgo in auto.
Voglio parlarle di persona.

PRESENTE

Rigiro la stessa roba nel piatto con la forchetta senza mettere in bocca nemmeno un piccolo boccone.

Non è esattamente questa l'interpretazione che volevo fare oggi ma d'altronde non sono mai stata una grande attrice.

"Allora Macarena? Come va a scuola?" La voce di Elena che si rivolge a me è addirittura più fastidioso della loro presenza.

"Davvero ti interessa?" Chiedo io alzando lo sguardo e puntandolo nel suo senza alcun timore di ferire i suoi sentimenti.

Zulema interviene a gamba tesa sul discorso "Magari a lei no ma a me sì.. erano anche i miei bambini"

Sbuffo una risata divertita "Se ti fosse davvero importato di loro, saresti rimasta" e questa è una grande verità "Se ti fosse importato di qualcuno di noi, non avresti bisogno di essere aggiornata" aggiungo spostando lo sguardo nel suo "Ma capisco che non è mai stata una tua aspirazione fare la maestra"

"Sei aggiornata sui miei progressi?" Chiede con quella faccia da arrogante figlia di puttana.

"Affatto" scrollo le spalle con reale disinteresse "Non me ne importa un cazzo.. infatti non chiedo. Dovresti prendere esempio"

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