CAPITOLO 30

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Nel momento in cui la vedo in piedi sul mio zerbino, sbianco.

Accosto la porta alle mie spalle con lo sguardo sgranato e preoccupato, una leggera tachicardia da infarto per nulla preoccupante, e inizio a sudare freddo "Zulema? Che cazzo ci fai qui?! Devi andartene!"

Resta totalmente impassibile mentre mi osserva tranquilla nel suo completo elegante costosissimo "Sì devo dire che mi aspettavo un'accoglienza simile"

Alzo gli occhi al cielo, se non avessi un tiranno nazista accompagnato dal suo segretario invertebrato proprio in casa in questo momento non avrei mai questa faccia terrorizzata, quasi sicuramente sarei sulla difensiva.

Mi ricompongo, o per meglio dire tento di farlo, mentre ribadisco il concetto chiave "Non dovresti essere qui"

Si acciglia e incrocia le braccia al petto gonfiandolo appena, sembra proprio che la stia interpretando come un affronto personale "Pensi davvero che mi faccia piacere essere qui?"

"Guarda che lo dico per te!" Esclamo arrabbiata, mi dovrebbe conoscere abbastanza da sapere determinate cose, oppure è proprio vero che non ha mai capito nulla.

Sbuffa una risatina altezzosa "Difficile da credere.." la sua aurea di stronzaggine non riesce proprio ad abbandonarla "..comunque sono venuta per.."

Nel momento in cui parla, sento la porta dietro di me aprire ed io sbianco per la seconda volta.

Trattengo il fiato finché non riconosco la voce di Giuse, dopotutto è il male minore "Chi era alla porta?" Chiede e quando realizza cambia totalmente intonazione "Oh.. Zulema.."

Un'intonazione che usa anche lei "Giuse.." mi basta un'occhiata per capire che in pratica non si possono nemmeno guardare in faccia "..stavo dicendo.." si schiarisce la gola prima di continuare "..sono venuta per.."

La porta alle nostre spalle viene riaperta un'altra volta e la voce maschile di mio padre la interrompe nuovamente "Cosa volevano?" Ci mette qualche istante per riconoscerla ma difficile dimenticare uno sguardo così blu "Oh.."

Cala il gelo, il silenzio e anche la mia aspettativa di vita "Zulema.. non so se ti ricordi di mio padre.." dico in pieno imbarazzo sapendo che si sono incontrati una volta sola, non in circostanze normali, e non era andata bene. Infatti non si rivolgono la parola, nemmeno un sorriso, nemmeno un cenno di saluto vagamente cordiale.

Credo che nella lista delle simpatie di Zulema, Giuse stia rapidamente scalando la classifica.

E penso anche che si stia pentendo di aver bussato alla mia porta specialmente quando sento la voce di mia madre "Che cosa ci fate tutti sulla soglia?" Si fa spazio tra di noi e si ritrovano faccia a faccia "Oh.. lei.." faccio un leggero passo indietro affiancandomi a Giuse mentre sto valutando se chiamare l'ambulanza per mia madre che sta per avere un infarto "Zulema Zahir.." il tono disgustato è chiaro a chiunque.

Guardo Zulema che le sorride divertita e per niente colpita "Con quel tono dispregiativo immagino che lei sia la signora Ferreiro"

Giuse mi sussurra all'orecchio "Che situazione imbarazzante.. ora come ci salviamo da questo impiccio? Puoi anche valutare di darla in pasto ai tuoi... Non può andare peggio di così!" Soffoco una risata nel palmo della mia mano.

"Zulema! Che bello! Sei venuta!" La bambina grida entusiasta facendosi strada tra le nostre gambe e piombando nelle braccia della mora.

Che l'accoglie con tenera complicità "Piccola bionda!"

Guardo mia madre.

Perfetto. Sono morta.

Mi giro verso Giuse e lo fulmino "Ne sei proprio sicuro?" Neppure lui si immaginava un risvolto simile.

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