CAPITOLO 42

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Sai ogni tanto me lo chiedo.
Non troppo spesso.. mi capita di pensarci, nulla di più.
Quegli attimi in cui non sono impegnata, di corsa e la stanchezza abbassa le mie difese mi domando se senti la mia mancanza.
Forse perché tu mi manchi, mi manca noi, il nostro rapporto e quella stupida serenità che mi alleggeriva le giornate.
O forse mi manca solo l'idea che avevo di quello che avevamo ma che differenza c'è alla fine? Soprattutto perché per me era reale.
Mi chiedo se per te lo fosse e vorrei chiederemo. Cazzo se lo vorrei.
Vorrei poterti chiedere tutto quello che mi passa per la testa e la cosa più assurda è che mi aspetto che tu mi deluda.
Ogni volta che immagino di chiedertelo, mi aspetto che tu mi ferisca.
Perché ultimamente non hai fatto altro quindi perché dovrebbe essere diverso?
Ed è ancora più assurdo pensare che in fondo voglio che tu lo faccia.
Voglio che tu mi dia conferma che ho fatto bene ad allontanarti, perché non ti manco, perché ti sei solamente presa gioco di me.. perché sarebbe più facile se fosse così.

Perché vorrebbe dire che ho avuto ragione sul tuo conto.
Farebbe un male tremendo, come l'ennesima pugnalata nello stomaco, ma lo preferirei.
Tanti giorni sono passati ed ho cercato di odiarti per questo.. per aver permesso che le persone che tu conoscevi si mettessero in mezzo.

Ed ora io vorrei soltanto essere in grado di lasciarti andare..

PRESENTE

I messaggi inaspettati sono un po' come i regali di Natale dei parenti: non sai mai se ti potrebbero piacere finché non lo hai aperti.

ZULEMA: Ho un'ora libera. Ci vediamo?

MACARENA: Dove?

ZULEMA: Al solito posto.

Ma il punto è proprio questo.. ti tocca aprirli prima di giudicarne il contenuto.

15 ANNI FA

Ci incontriamo sul ciglio della strada e quando la vedo arrivare mi sale improvvisamente l'ansia.

È un mese che non ci parliamo e non ho idea di che piega prenderà la nostra conversazione.

Lei sembra tesa quanto me.

Ci guardiamo negli occhi mentre mi raggiunge a piedi e, quando siamo abbastanza vicine, ci salutiamo con un certo disagio.

Ci sediamo al tavolo l'una davanti all'altra e ordiniamo due spritz. Ci vorrà alcol. Probabilmente tanto alcol.

"Come stai?" Chiedo.

"Bene tu?" Chiede lei.

"Bene" mento.

Okay. Stiamo bene. E quindi...?

"Ci giro intorno o vado dritta al sodo?" Domanda lei a bruciapelo.

Risposta altrettanto diretta "Zulema.. mi hai fatta venire qui perché volevi parlarmi da sola e lontana dal lavoro.. perciò parla"

"Non ho capito perché te ne sei andata" lo dice talmente velocemente che a stento riconosco le parole.

Non credevo che volesse parlare di Saray.

"Saray ha toccato dei nervi scoperti" spiego distaccata.

"Ed è bastato questo?" Chiede lei confusa.

"Beh avevamo i nostri problemi.. Elena.. tu non parli mai chiaro.." tanto per citarne alcuni diciamo.

"Non sono d'accordo" controbatte decisa.

"Ovvero?" Domando io.

"Mi piaceva il nostro rapporto. Lo rivoglio" è decisa, secca, determinata.

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