CAPITOLO 50 - EPILOGO

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Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore con le palpitazioni a mille.
Mi serve qualche istante per realizzare che ho ancora ventitré anni ed ho vissuto solo parte della storia che ho raccontato.

Scopro così che:
Il passato.. è in realtà il mio presente.
E il presente.. è peggiore di come l'ho sognato.

La verità fa decisamente molto più male.

Penso che il mio subconscio ha lavorato molto bene a stretto contatto con la mia immaginazione. C'è anche da dire che Giuse, come ogni miglior amico che si rispetti, mi porta a bere quasi tutte le sere.

Questo spiega il fortissimo mal di testa che mi sta massacrando.

La sveglia sul mio comodino segna le cinque del mattino.
Mi trascino fuori dal letto sapendo che difficilmente riprenderò sonno.
Ho ancora i nervi tesi e un fastidio al petto che mi sta soffocando.

Prendere una boccata d'aria sembra la soluzione più sensata mentre infilo una felpa e tiro fuori le sigarette dalla borsa.

Mi siedo sulla sdraio in terrazza e guardo le stelle.

Ogni volta mi ricordano quella notte ed è l'ennesimo colpo al cuore di cui proprio non ho bisogno ma ormai ho imparato a conviverci.

Ho avuto bisogno di tempo prima di accettare come erano andate le cose, a voltare pagina.

Mi accendo una sigaretta e osservo la nuvola di fumo propagarsi nell'aria fresca di questa notte di inizio settembre mentre raccolgo le ginocchia al petto e chiudo gli occhi.

Rivivo gli ultimi istanti che abbiamo condiviso per ricordare a me stessa com'è davvero finita tra di noi.

Il discorso alla festa di Paese.

Sono passati tre mesi da allora ma la ferita resta ancora fresca.

Lei mi guardava come se non le importasse più di me.

Ricordo ancora invece come la guardavo io invece.
La guardavo come si guarda qualcosa che si sa già che ci mancherà.

Troppo bella per essere mia.
Troppo bella per restare.

La guardavo come si guarda il mare a fine estate: quando le giornate sono ancora limpide ma le nuvole presto prenderanno il sopravvento, e si sa che poi le cose cambieranno.

La guardavo, mentre le chiedevo spazio, sapendo che le stavo dicendo addio.
Per questo le lasciai un pezzo del mio cuore, un pezzo di me, con la consapevolezza che non l'avrei più riavuto indietro.

Un ultimo bacio sulla guancia prima di prendere strade opposte.
Da allora non l'ho più rivista.

Se erano veri i suoi sentimenti, se c'è stato qualcosa di vero tra di noi, io ancora non riesco a capirlo e ho smesso di chiedermelo quando ho capito che non aveva più importanza.

Ora so anche che era troppo bello per durare.

Credo che non sia stata colpa di nessuno, le cose alla fine sono andate come dovevano andare e non ho rimpianti. Tornassi indietro rivivrei ogni istante dandogli l'importanza che ha sempre avuto, sapendo che nella vita niente dura e questo è un gran peccato.

Scelsi di chiudere sapendo che era la decisione migliore per tutti, di lasciarla libera e di liberarmi a mia volta da un rapporto che ci stava solamente facendo del male. Entrambe meritiamo di più.

Ho fatto in modo che quel rapporto diventasse solo una piccola parentesi nel mare infinito di relazioni che una persona può instaurare durante la sua esistenza.

Quella decisione però, seppur corretta, mi è costata tutto.

Non sapendo gestire le emozioni contrastanti, ho spento quello che restava di me e da quel preciso momento ho iniziato a vivere più spensieratamente ma senza sentire nulla, diventando così un guscio vuoto.

Questa estate l'ho vissuta a pieno, senza farmi mancare nulla, ma quel pezzo di cuore è sempre rimasto vuoto, la parte mancante di un puzzle.

I ricordi ci sono ancora.
Ci sono giorni in cui vorrei cancellarli in un colpo solo ed altri in cui rinnego l'intero racconto perché è più facile sminuire che accettare una storia finita male.

Una storia felice.. senza lieto fine.

Ma, nei momenti meno bui, ricordo ogni cosa con un sorriso sulle labbra perché so quanto è stato bello.

In quei momenti mi manca, anche se so che è finita resterà una delle persone a cui ho voluto più bene in assoluto.

Non posso che augurarle di essere felice e di sorridere, avrei voluto essere io la causa ma va bene lo stesso.

Per quanto riguarda me invece..
So che quell' amarezza e quella malinconia un giorno se ne andranno via e di tutto questo resterà solo una bolla, un solo ricordo sbiadito del mio passato. Un giorno smetterò di essere un guscio vuoto e qualcuno mi farà provare di nuovo qualcosa di bello.
Un giorno che però.. non è oggi.

Intanto i raggi del sole tiepidi irradiano il cielo dipingendolo di un rosa acceso, l'oscurità fa spazio alla luce e un altro giorno sta per arrivare.

Il tempo passa, porta via una storia e ne fa cominciare un'altra.. ancora tutta da vivere.

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