Capitolo 3

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«Buongiorno.»

Salutò, quasi in cagnesco, il che non era una novità. Era sempre così.

«Allegro già di prima mattina»

«Allora, hai già fatto colazione?»

«Non faccio colazione, ho fatto il caffè.»

«Ah. Asher invece?»

Chiese con fare curioso, mentre si versava il caffè in una tazza che gli avevo messo da parte

«Dorme.»

Feci inerme, intenta a sfogliare il Seventeen che mi aveva gentilmente procurato la mia adorabile vicina Jennette quando era venuta a strafogarsi di briosce per farmi compagnia, un'ora prima.

«Hai un furetto al posto dei capelli, non so se mi comprendi.»

Gesticolai con l'indice verso i suoi capelli, li toccò per verificare e sbuffò roteando lo sguardo.

«Comunque, fra quanto porterai il bambino a fare la passeggiata

«Detto così sembra che tu stia parlando di un cane.»
«in ogni caso, fra dieci minuti. Se devi venire muoviti.»

Chiusi la rivista lasciandola sul tavolo, mi alzai e salì in camera sgranocchiando un biscotto. Mi cambiai e dopo aver vestito il piccolo lo feci sedere nel passeggino, mettendomi comoda per aspettare Luke.

Ci metterà secoli.
[…]
due minuti e me ne vado.

Cinque minuti dopo scense con calma le scale, passandosi una mano fra i capelli

Certo, con comodo tranquillo.

«Hai preso il ciuccio?» scattai chiudendo la porta, me lo porse e sforzai un mezzo sorriso in segno di ringraziamento «Forza andiamo, o non avrò tempo per cucinare.»

«Seriamente, ti stai immedesimando nel ruolo di moglie modello? certo, non che la cosa mi disp-»

Cominciò, aiutandomi a far scendere il passeggino giù per l'unico gradino di casa mia che dava direttamente sulla strada.

«Perché, non hai voglia di pranzare oggi? è già tanto che ci stia provando, dato che non so cucinare.»

Presi a guidare verso il parco. Non avevo un figlio, quello era l'unico posto che mi veniva in mente su due piedi.

«Ma ti vuoi calmare?» mi tirò dal braccio e mi fermai

«No, non mi calmo! Sapevi benissimo a cosa andavi incontro quando hai deciso di trasferirti da me per due mesi, ma non ti ha importato. Anzi, credo fermamente che la ragione sia solo mettermi in difficoltà, o qualcosa del genere. Credi ancora sia tutta colpa mia Luke?»

«Potresti almeno aiutarmi tranquillizzandoti un po'. E poi non potevo lasciarti da sola, hai solo diciotto anni, e lui è anche mio nipote.»

«Improvvisamente ti importa di me adesso? E poi, non farmi ridere, che tu nemmeno sei così maturo.»

«Infatti è per il bene di Asher.»

«Adesso è già diverso.»

Lo estrasse dal passeggino e lo poggiò sulle sue gambe, si era seduto sull'erba. Io su una panchina ad un metro da loro.

«E va bene» presi un lungo respiro «proverò a dare il mio contributo. -mimai le virgolette- Ma non aspettarti chissà cosa, sono sempre io.»

Chiarì, incrociando le braccia al petto. Annuì con un sorriso.
--

«Hei, cosa stai facendo?»

Scesi le scale entusiasta dopo aver fatto dormire Asher. Luke mi aveva dato il consenso di uscire quella sera, avrebbe badato lui al bambino. Naturalmente sarei stata fuori poco, dopo cena.

«Mud Pie.»

«Sarebbe...?»

«Una torta tipica del Mississipi. Ho l'impressione che ti piacerà.»

Sorrise, tornando sul suo impasto. Restai ferma per qualche secondo a domandarmi alcune cose.

Mi sta facendo una torta...

«Stai bene?»

«Certamente.»

«Sicuro?»

«Si, sicuro!»

«Emh... ma li hai compiuti di già gli anni?» cambiai argomento

«No, fra un mese ne compierò ventitré.»

«Oh, io fra dieci giorni ne compierò diciannove.»

«Bello.»

Che risposta sarebbe, scusa?
Oh, un momento. Lui è Luke.
--

«Non esci?»

Si accigliò quando mi sedetti accanto a lui sul divano davanti alla televisione.

«Mh, no. Che film stanno facendo?»

«Remember Me

Si voltò un secondo a guardarmi, poi aprì le braccia per permettermi di stare sotto alla coperta che aveva sulle gambe. Ci meditai un istante, ma faceva davvero freddo. Aveva piovuto tutto il giorno e la temperatura si era abbassata molto. Quasi non sembrava estate.

«Bello. Tra quanto comincia?»

«Diamine, quante domande che fai Ariana!» rise, indicando lo schermo del televisore e l'inizio del film
[…]
«Stai piangendo?»

Mi schernì quando non mi potetti più trattenere e scoppiai in singhiozzi.

«Sì, insensibile!»
«Luke?»

Lo chiamai alcuni minuti dopo la fine del film, mentre saliva le scale per andare a dormire.

«Se solo dici a qualcuno quello che hai visto ti prendo a padellate.»

Lo indicai. Sarei potuta sembrare quasi seria, se solo non si fosse messo a ridere a metà frase, facendomi sentire alquanto stupida.

«Va bene. Nessuno saprà che ti sei commossa per la morte di Tyler.»

«Bene. Buonanotte.»

Entrai in cucina per bere qualcosa e far rientrare Toulouse in casa.
Il computer produceva uno strano suono, mi avvicinai

«Hei! Dove ti trovi?»

Salutai Frankie, mi aveva chiamata tramite Skype.

«Nella mia stanza, Ashley è sotto la doccia. Alla fine è venuta con me. È incredibile, io ero in aereoporto, mi sono sentito chiamare e lei mi ha corso incontro. Stavo per andare a letto, ma poi mi sono ricordato di non aver per niente chiamato la mia nana, accidenti!»

«Sei un idiota. Come va lì?»

Continuai la conversazione per un'altra mezz'ora. Gli raccontai di tutto, lui era l'unico della famiglia con cui non avevo nemmeno un segreto, e la cosa mi piaceva. Ci legava di più.

Quando tornai in camera mia Luke era a pancia sù sul mio letto ed Asher dormiva steso su di lui, non potetti fare a meno di sorridere. Mi cambiai e cercando di non svegliargli mi misi accanto a lui.

Unpredictable » [LH,AG]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora