Capitolo 41

116 9 1
                                    

[La parte in corsivo alla fine del capitolo precedente è un flashback di Ariana]

**
«Perché ti sei fatta convincere a tornare dai tuoi?» disse piano Penny, per non farsi sentire dalla stanza dei miei genitori. «Devo scoprire delle cose. Appena Luke starà meglio e potrà affrontare il volo torneremo a casa. Ovvero fra molto poco.», «Dovresti dire ai tuoi e ai genitori di Luke che siete sposati, o non ti permetteranno di prenderti cura di lui.», «Lo so, infatti ne parleremo questa sera. Io e la mia famiglia siamo stati invitati a cena dagli Hemmings.», «Oh allora sai già che si trasferiscono qui!», «Sì, Liz me l'aveva anticipato quando ci siamo viste in ospedale. Lo fanno per prendersi cura di Luke e per aiutare con Asher.», «Be', ti auguro buona fortuna. Tuo fratello non ne sarà entusiasta.»[...]
«Mamma, devo parlarti.» le dissi mentre passava davanti a me in cucina. Lei si fermò, mi sorrise e si sedette su uno sgabello dell'isolotto, «Dimmi.» Sospirai, «Tu cosa pensi di Luke?», «Be', mi è sempre piaciuto. Come mai questa domanda?», «Pensi che sia serio?», «Credo di si. Avete.. litigato?», «No, era solo per sapere.. Frankie è così ostinato, ce l'ha a morte con lui.», «Già, ma proprio non capisco cosa gli abbia fatto quel ragazzo. Il suo comportamento è cambiato improvvisamente prima del suo matrimonio, è così strano..», «Ha ottenuto quello che voleva.», «Paradossale. È stato Luke stesso a chiamare tuo fratello per dirgli cosa stavi per fare.», «Cosa?», «Sì, l'ha avvisato in modo che ti fermasse. Ma lui come sta adesso?» Da quella frase in poi non badai più a cosa diceva mia madre, la sua voce risultava ovattata e l'unica cosa che sentivo erano i miei pensieri mentre cercavo di costruire un ragionamento logico. Presi il cappotto e la borsa ed uscì da casa senza rispondere alla domanda della mamma. Non sapevo dove si trovasse la nuova casa dei genitori di Luke, volevo parlargli, così chiamai Michael e glielo chiesi. Ci andai, e chiesi di lui. Era con suo fratello, stavano ridendo quando entrai nella sua stanza. «Posso parlarti?» Domandai retorica, lo avrei fatto in ogni caso. «Certo.» Mi fece posto sul letto e Ben andò via, ma non mi sedetti. «Hai avvisato tu Frankie?», «Riguardo cosa?» fece di rimando, con ancora il sorriso sulle labbra. «Riguardo l'operazione, Luke! Gli hai detto tu degli esami che stavo facendo!» Sbuffò, anch'io. «Per una volta ho creduto di poter fare qualcosa che avevo voglia di fare, qualcosa di giusto! Per una volta posso sbagliare per conto mio?», «Ti avevo detto che non te lo avrei permesso.», «Dio, Luke, tu fai come mio fratello! Siete uguali! E non puoi, non puoi limitare le mie scelte in questo modo!», «Io non ho mai limitato le tue scelte, anzi, le ho sempre appoggiate!», «Non questa volta.»
Luke schiuse le labbra senza però fiatare, nemmeno mi guardò. «Scusa.» disse dopo. Nessuno dei due disse nulla, alzai gli occhi al cielo e sospirai, cambiando argomento. «Come faremo con i tuoi? Ne parliamo stasera?», «Sì, gli ho già detto che appena starò meglio tornerò a Manhattan.»[...]
Quando tornai a casa Jennette era seduta sul divano a parlare con mia madre, salutai con un "Ciao" in modo da non far capire che ero rivolta solo a mamma, e salì in camera, mentre mi chiamava. «Sei arrabbiata con me?» mi chiese, con un'espressione incerta sul viso. «Hai sviluppato molta perspicacia stando al fianco di Ashton, eh?» Le risposi sarcastica, aprendo il mio armadio per scegliere qualcosa da mettere per la cena di Capodanno.
Non volevo indossare qualcosa di troppo elegante, ma nemmeno troppo banale. Ignorai per qualche secondo Jennette e mi concentrai su una gonna in particolare, forse l'unica che mi fosse mai davvero piaciuta fra le poche che avevo. La appesi fuori dall'armadio e scelsi qualcosa da metterci sopra. «Scusami.» disse, ed io rimasi accigliata per un momento. «Come?», «Scusami per tutto quello che è successo in quest'ultimo anno. Non volevo comportarmi così, e lo sai.», «No, non lo sapevo, grazie dell'informazione. Inutile, per altro. Ho subito capito come sei realmente fatta, e dirmi che non avevi intenzione di comportarti in quel modo non cambierà il modo in cui ti vedo. Ovvero come un puntino inutile nel Cosmo.», «Ah...» mormorò a testa bassa «e non c'è proprio nulla che potrei fare per riguadagnarmi la tua fiducia?», «Ma sei seria?» scoppiai in una risata improvvisa, lei rispose affermativamente. «Sì, magari un percorso ad ostacoli se ti va.» continuai a ridere senza rendermi conto della situazione, ma poi mi ricordai che dovevo odiarla e tornai seria. «Ma tu credi che riguadagnarsi la mia fiducia equivalga a recuperare un brutto voto a scuola? Jennette ma non è che studiare psicologia ti sta un po' rincoglionendo?» Enunciai con tutta la calma che possedevo. Avevo finito di preparare tutto, dovevo solo lavarmi, ma la conversazione stava cominciando a farsi divertente, non potevo mandarla via. Perciò cominciai a truccarmi, ma lei ancora non diceva nulla. «E poi, cosa ti ha portata precisamente qui? Perché io non credo che sia venuta qui di tua spontanea volontà per fare pace, dopo più di un anno che sparli di me con mezza scuola.», «Ne ho parlato con Ashton e ho capito che sarebbe stata la cosa giusta, e che avrei dovuto farlo prima.», «Ah ecco, mi sembrava strano.», «Ma insomma, adesso perché mi tratti così male? Dopo più di diciotto anni in cui abbiamo passato di tutto, davvero non capisco. Forse dovrei essere io arrabbiata con te, non credi?», «Addirittura -risi di nuovo- e perché? Per Ashton?», «Sì, esatto! Non riesco a fargli smettere di pensare a te, parla sempre di te, sei il suo pensiero fisso! E poi, so che vi siete visti la scorsa settimana.», «E quindi?», «E quindi non dovrà più succedere! Per lui è stato difficile affrontare la notizia di te e Luke, la vostra improvvisa partenza. In più adesso hai risvegliato in lui questo... tormento!», «Be' mi dispiace, dovresti mandargli le mie scuse. E comunque non è colpa mia se un ragazzo impegnato pensa ad un'altra, fatti un paio di domande perché forse cerca solo qualcosa che tu non gli stai dando. E poi dovresti anche andare via; primo perché non ho tempo per te, e secondo perché ti stai mettendo in ridicolo più di quanto lo fossi già prima.», «Bene. Ma poi non dire che io non ho cercato di riavvicinarmi a te.» Prese la borsa e fece per andare via. «Okay, ciao e buon anno.» Conclusi, senza nemmeno guardarla, dovevo finire di truccarmi. «Povero ragazzo...» sospirai, quasi scossa da quanto fosse peggiorata l'ignoranza della sua ragazza. 

Unpredictable » [LH,AG]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora