Capitolo 17

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Andai a letto alle undici, ma non avevo ancora preso sonno. Mi alzai, andai in cucina. La lancetta dell'orologio segnava le quattro meno venti. Ormai ero abituata a non dormire, la prendevo come un’anomala forma di insonnia, la chiamavo Ariana. È che anch'io ero anomala. La porta della camera di Frankie era mezza aperta, la spalancai ed entrai. Luke era steso da un lato, verso la finestra aperta, e la luna non era l'unica ad illuminare la stanza. C'era la bajour accesa, da quando era lì non l'aveva mai tenuta spenta di notte. Pensai che se la fosse dimenticata accesa, così la spensi e mi sedetti accanto a lui. Appoggiai una mano sulla sua guancia, fino a portarla sui capelli. Li accarezzai per un po', «Luke Luke» sussurrai, sorridendo «sei testardo, ma non voglio che tu stia con me. Non meriti le delusioni che potrei procurarti» sospirai, gli baciai la guancia, mi stesi affianco a lui e lo abbracciai.
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I raggi del sole che entravano dalla finestra mi torturarono per qualche minuto, decisi di aprire gli occhi. Davanti a me c'era l'armadio di Frankie, ero sul suo letto. Toccai alla cieca il cuscino difianco a me, non c'era nessuno. Scattai seduta e lo cercai con lo sguardo, mi alzai. Cercai i suoi vestiti, non c'era nulla.

«Luke!»

gridai, scendendo di corsa le scale, erano quasi le nove.

È andato via, l'ha fatto davvero.

Salì in camera mia per cambiarmi, sulla scrivania c'era un foglio piegato che non ricordavo. Non riconobbi la scrittura, ma cominciai a leggere.

Hey.
So che non è il modo migliore per cominciare qualcosa di questo tipo, non ti biasimo se smetterai di leggere. Se stai continuando, ti ringrazio. Ti sarai accorta che non sono accanto a te, infatti sono tornato a casa. Ne avevamo parlato, ma non riuscivo a pensare ad un altro modo per farlo se non mentre dormivi. Volevo chiederti scusa per tutto, per quella volta in cui hai pianto chiusa in bagno, avrei dovuto abbracciarti al posto di sbraitarti contro, e per le volte in cui mi sono comportato da codardo lasciando le conversazioni a metà. Pretendevo troppo, nonostante sapessi alla perfezione che mi 'sopportavi' e basta. Sparisco per un po', ma tornerò, è solo un "test". So che sparire non è la cosa migliore in questo periodo, e scusami di nuovo, lo sto facendo ancora, mi sto comportando ancora da codardo. È la cosa più facile, scegliere la strada più facile, quella che non comporta rischi. Mi odierai per questo, lo so. Ho questa brutta abitudine. Comunque, te la caverai benissimo anche senza di me, come hai fatto fino ad oggi. Ti intralcerei soltanto...
Credo che tutto accade per un motivo Ariana, devi soltanto avere la prontezza di prenderla alla leggera. E quando avrai bisogno di qualcuno, se non ti senti bene, rileggi questo foglio. Ti basterà alzare gli occhi verso il cielo per sentirmi lì accanto a te.

-Luke

Non dissi niente, direi che ero piuttosto scioccata. Sbuffai, la giornata non poteva cominciare peggio.

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