Capitolo 47

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Quattro mesi dopo
Luke continuò ad insegnare a quell'università, io invece la cambiai appena seppi che non si sarebbe licenziato. Rimasimo entrambi a NewCastle, mi piaceva pensare che sembrava stessimo aspettando entrambi una sorta di riavvicinamento, per le prime settimane, prima della separazione. A proposito della separazione, quella storia fu veramente inaspettata. Non ci fu alcuna separazione perché non ci fu alcun matrimonio, o meglio, non era valido. Luke mi aveva presa in giro riguardo il matrimonio, e con me anche le nostre famiglie. Non voleva sposarmi davvero, lo aveva fatto solo per far cessare le ricerche di Frankie. Sarebbe finito nei guai se non fossimo stati sposati, visto che Frankie aveva inscenato una sorta di rapimento, e Luke era il rapitore. Mi promisi che mi sarei allontanata da lui e non sarei tornata più sui miei passi, che non lo avrei più cercato e non lo avrei più pensato. In cambio si rifece una vita, o almeno così faceva credere alla gente, in realtà frequentava ragazze discutibili e si ubriacava ogni sera. La sua vita, secondo me, faceva davvero schifo dopo aver chiuso con me. Lo vedevo spesso tornare a piedi a casa quando ci tornavamo anche io e Jamie dopo essere usciti, messo talmente male da non poter camminare senza barcollare, oltre a non poter guidare. Rifiutava ogni passaggio che gli offriva Jamie, tutte le volte. Io non parlavo mai con lui, solo sguardi veloci e pieni di astio.
A proposito di Jamie, lui faceva parte della mia nuova vita. A differenza di Luke lui non aveva sprecato la chance di cui disponeva, e a differenza di Luke io non avevo mandato a puttane la mia vita. Non avevo mai guardato quel ragazzo se non come compagno di studio e di cappuccini, eppure alla fine dei conti mi fu sempre vicino. Diceva che meritavo di meglio di Luke, ed io completavo la frase dicendo che quel "meglio" fosse lui. Ero convinta e felice, per una volta.
Lui decise di affrontare la situazione e non cambiare università. Veniva a prendermi tutti i giorni da scuola in moto e mi portava al mare, quando tornavamo a casa mangiavamo qualcosa in fretta mentre parlavamo di come fosse stata la mattinata e poi mi portava fuori. Ogni giorno organizzava qualcosa di diverso da fare, voleva riempire i buchi di Luke, dimenticando che i vuoti non possono essere colmati e gli errori dimenticati. Voleva vedermi sorridere. Studiava di notte, quando già dormivo, si addormentava coi libri in mano e spesso non dormiva affatto.
Non conoscevo ancora tutta la sua famiglia, me ne parlava poco, mentre lui si perché vedevo spesso i miei parenti e lui era con me. A mio fratello piaceva Jamie e a lui piaceva Frankie. E finalmente anche io andavo d'accordo con mio fratello dopo tanto tempo, perché avevo capito che voleva solo proteggermi da tutte le bugie di Luke senza secondi fini, e per questo si era finto il cattivo della situazione.
Andò tutto bene fin quando Jamie non si trasferì ufficialmente da me. Questo a Luke non andava bene e decise di venire a dirmelo di persona.
Jamie era da sua madre in ospedale a causa di un taglio che si era procurata cucinando, io ero da sola in casa. Ero appena uscita dalla doccia, coi capelli ancora bagnati e un abbigliamento discutibilissimo. Aprì la porta comunque credendo fosse Jamie.
Luke entrò in casa non appena la porta gli si spalancò davanti, e, senza dire nulla, cominciò a guardarsi intorno come un bambino. Non parlai, lo guardavo. «Dov'è lui?» domandò, non sentendo rumori e non vedendolo in soggiorno. «Non è qui.» risposi, inespressiva, con lo sguardo altrove. «Quando tornerà?», «Non lo so, ma non puoi aspettarlo qui.» feci, vedendolo mettersi comodo sul divano. «E per quale motivo?» incrociò le gambe, sorridendo sghembo. «Non mi va di stare nella stessa stanza con te.», non disse nulla, mantenne il suo sorrisetto «e poi sei ubriaco.» aggiunsi. «Hai paura di me adesso?» ridacchiò togliendo le scarpe. «Una stanza è solo uno spazio circoscritto. Prima ti andava di condividere uno spazio circoscritto con me.» continuò, abbassando lo sguardo e rialzandolo subito per finire la frase, «e non solo quello.» Lo guardai, quasi colpita dalle sue parole, e presi un grosso respiro frustrata prima di parlare. «Vattene.», «Ho ancora dei diritti su questa casa.», «Non ne hai nessuno, lo sai bene.», «Sono il proprietario.» sorrise.
Mi accigliai, schiusi le labbra ma non dissi niente.
«Potrei mandare lui via come stai facendo tu con me, anche ora.», «Non lo faresti.», «Certo che lo farei, casa mia è vuota e potrei prendere il posto di Jamie qui quando voglio. Magari l'ho già fatto.» Prese il suo telefono, ci armeggiò per circa un minuto, poi risposi. «Sarebbe ugualmente vuota, andrei via anche io. Magari l'ho già fatto.» Presi la mia borsa dall'attaccapanni accanto a me ed aprì la porta, imbattendomi in Jamie.
«Dove vai?» entrò, mentre continuavo a camminare, mi chiamò quando vide Luke salutarlo dal divano. «Che ci fa lui qui?» domandò a voce bassa, una volta che fui vicina. «È incredibile, qualche mese fa ero io a chiederle cosa ci facessi tu in casa mia.» rise, poggiando i piedi sul tavolino. «È finito il tuo teatrino? Puoi andare via adesso?», «Non posso andare via da casa mia.», «Non lo è più da tempo.», «Invece lo è sempre stata.»
Urtai il braccio di Jamie accanto a me per chiamarlo, «ha ragione. Ha comprato la casa.», «Già, e ti sarei grato se adesso prendessi le tue cose e tornassi dai tuoi per un tempo indefinito.», «Cosa?» gridai, Jamie non fiatò. «Lo stai facendo davvero?» annuì contento. «Mi dici perché fai così? fino a qualche minuto fa eri d'accordo con me.», «Ma che cazzo dici.» sussurrai, «Che cazzo dici Luke!» ripetetti urlando, mi interruppe, ma continuai «La devi smettere di fare i comodi tuoi nella mia vita! è finita, lo hai capito? Non ti voglio più vedere.» conclusi, girandomi per riprendere la borsa.
Jamie aveva appena sbattuto la porta dell'entrata davanti al mio viso, e le sue chiavi erano sul mobile dell'entrata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 14, 2017 ⏰

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