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«Vi abbiamo lasciato la lista delle cose da fare sulla lavagnetta in cucina. Niente disastri, mi raccomando.»
Mio fratello era a New York da due giorni ora mai, e mia sorella e suo marito sarebbero andati via nel pomeriggio. Mamma e papà tipo... adesso?
Ciò mi ricordava che nessuno sarebbe tornato prima di tre settimane, e che quindi avrei dovuto passare più tempo da sola. Con quella sottospecie di ragazzo.
«Certo Joan, tranquilla.»
«Da quando sei così cordiale e informale con la mia famiglia? Il resto della mia famiglia, s'intende.»
Scattai acida. Appena appoggiò una mano sulla mia bocca per azzittirmi sentì il nervoso invadere il mio corpo, appropriarsi di ogni maledettissima fibra.
Deve necessariamente essere così ipocrita?
«Da quando ho scoperto che tua madre è la suocera di mio fratello, e tu sei una specie di sorellina acquisita.»
Ha detto bene, una specie.
Ogni tanto lo usa il cervello, quindi. Incredibile.Rispose calmo, evidenziando particolarmente la parola "sorellina" con un sorriso sarcastico stampato su quella faccia di cazzo.
«Giuro che un giorno di metto la faccia al posto del culo. O magari il culo al posto della faccia, tanto non cambierebbe null-»
«Ariana! non sei autorizzata ad utilizzare questo linguaggio scurrile in famiglia!»
Scurrile o meno, meglio dire le cose in faccia.
Mamma mi rimproverò, ed anche papà quando finì di mettere i bagagli in auto e si trovò ad assistere a metà della mia piccola sfuriata.
«Lui non fa parte della mia famiglia.»
Commentai seria, e in quel momento vidi lo sguardo di Luke cambiare. Pareva un po' meno felice, e forse lo ero anch'io dopo aver detto ciò. Sta di fatto che ripensando a quelle parole mi sembrarono incredibilmente dure persino se rivolte a Luke. Mi sentivo un po' in colpa.
--«Mettiamo in chiaro alcune cose prima di-»
«No, ascoltami. Sono io la femmina, ed ho decisamente più genio di te. Fa' quello che ti dico e che ha raccomandato mia madre e potremmo sopravvivere.»
«Mh, okay.»
Fece spallucce poco convinto.
«L'importante è che non porti una delle tue puttanelle qui, non le voglio in giro.»
Chiarì d'un fiato, mentre sistemavo il casino in camera mia. Riposi i vestiti piegati nel cassetto e mi guardai intorno per assicurarmi che tutto fosse al proprio posto.
«Di certo porterei una di loro a casa mia e non qui.»
Fece con un sorrisetto sghembo, lo guardai senza dire niente per un secondo.
«Però fai proprio schifo Luke.»
«Stavo scherzando, comunque.»
«Ah», finsi una risata «lasciamo perdere. Devi stare nella stanza di Frankie o in quella dei miei genitori? perché sappi che non avrai la mia.» Gesticolai piatta, facendolo ridere.
«Frankie mi ha già parlato, e starò in camera sua.»
Presi Asher fra le braccia mentre lui preparava una di quelle pappine lì. Giocava con lui come se fosse suo figlio, ed ammetto che erano davvero bellissimi insieme.
«Va bene, tieni. -gli porsi la sua borsa- In bocca al lupo.»
Aggiunsi, facendo riferimento all'avventura nella quale fummo costretti ad addentrarci.
Prese la borsa in spalla senza dire nulla, «crepi.» Rispose dopo, guardandomi ed avviandosi in camera.
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«Sta dormendo?» chiese quando uscì mezzo nudo dalla doccia.«Dico, non puoi metterti qualcosa addosso?» sputai scocciata, aveva indosso solo un pantalone di tuta, immaginavo fosse il suo pigiama «O lo stai facendo apposta?»
«Sono appena uscito dalla doccia, formulandoti una domanda.»
«Sì, il bambino sta dormendo.»
Respirai profondamente e cercai di provare a trattarlo con un po' meno di arroganza, non potevo essere sempre così.
«Oddio, Grey's Anatomy!»
Si lanciò accanto a me sul divano lasciando penzolare la testa al di fuori. Lanciandosi, però, il rimbalzo che provocò al cuscino del divano fece in modo che la ciotola delle mie patatine cadesse per terra. Mi girai lentamente verso di lui e cominciai a guardarlo storto.
Eh no cazzo.
«Sparisci immediatamente se non vuoi trovarti quella ciabatta dritta in fronte.»
Avrei potuto dire di aver perso la poca pasienza che mi restava.
«Scusa!»
Il mio sguardo incazzato era identico a quello di mia madre, ed era indubbiamende un dono considerando che lei riusciva sempre a comandarmi a bacchetta. Un dono ben accetto, direi.
«Dai, resto qui in silenzio.» Disse, sistemandosi in un angolino.
«No! perché cominceresti ad infastidirmi e fare casini anche da lì. Quindi, o vado via io, o te ne vai tu!»
«Vado via io, tranquilla. Ovviamente è più interessante una maratona di Grey's Anatomy che cercare di fare amicizia con qualcuno con cui passerai così tanto tempo sotto lo stesso tetto!»
«Almeno Derek non mi complica la vita!» piagnucolai.
«Dio, non ti sopporto Ariana. Sul serio.»
Tornò in camera sbuffando, sorrisi di gusto, forse ero contenta di non essergli simpatica. Almeno eravamo d'accordo in qualcosa.
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Unpredictable » [LH,AG]
Fiksi Penggemar«Mi ha insegnato chi sono; lui è stato l'eccezione. La prova che due corpi possono fondersi in un'unica anima, che viaggiare in due rende la meta meno lontana e più raggiungibile, che non sempre la vittima è chi abbiamo la certezza che sia. E che n...