ARIANA'S POV
«Non puoi ancora dire di non avere un po' di paura, non sei per niente curiosa?»
Luke aveva un tono piuttosto divertito. Non parlai, ma lui si avvicinava. Sorridendo, ma si avvicinava sempre di più.
«Non potremmo parlare dopo essermi vestita?» domandai retorica, cercando invano di spostarmi, fino a che non gli sbattei contro
«E perché? hai fretta?»
«Okay, parliamo adesso!
Io credo che tu non abbia mai incontrato qualcuno più ficcanaso di me in vita tua, ma continuerò a smentire di avere paura dell'altro lato di Luke.»«Mentre tu cambi idea io posso baciarti?»
«Non devi nemmeno chiedermelo» dissi rigida, mentre lui abbassò lo sguardo «fallo e basta.»
--«Io posso restare da sola per qualche giorno, sono grande...»
Dichiarai stesa sul divano, lui era seduto su quello accanto a guardare la televisione
«Domani mattina andrò via, ma prometti che non ti metterai nei casini.»
Dice dopo un po', annuisco ridendo
«Dico davvero»
Mi guardò un po' male, come se lo stessi prendendo in giro «faccio quello che posso» dissi infine
«Okay, vado a fare la doccia fuori», dopo aver inviato un messaggio, e sparì dalla stanza
l suo cellulare era sul tavolo, lo guardai fino a che non sentì il rumore dell'acqua provenire dalla doccia che si trovava dietro la veranda. Feci per alzarmi, «ah» prende il cellulare e torna nel retro di casa
«Spero per te che indosserai almeno uno straccio di costume, non puoi fare sempre il cattivo ragazzo» mi alzai dal divano e camminai fino al frigorifero per versarmi un bicchiere di acqua
«Credo che non dovresti uscire qui fuori, se la pensi così»
«Lo credo anch'io. Sei fortunato, almeno l'edificio ti copre, potresti essere denunciato per aver fatto tranquillamente una doccia davanti a decine di casti bagnanti.»
Non mi sforzai particolarmente nell'assumere un'espressione, restai piatta.
Il suo telefono squillò, era sul tavolo della veranda, perciò fuori. E perciò non avrei risposto, perché ciò significava che sarei dovuta uscire.
«Puoi rispondere?»
«Si, ma non lo farò»
«Dai, potrebbe essere importante!»
«Voltati» sbuffai, «be'?»
«L'ho fatto»
non potevo vederlo, ma lo sentì roteare gli occhi, di solito faceva così
«Okay» uscì con gli occhi coperti dalla mia mano, sbirciai sul tavolo per riconoscere il cellulare e controllai che Luke si fosse girato. Mi stava guardando, e stava per scoppiare a ridere.
«Così odiosamente... sana» rise, dopo aver avvolto un asciugamano intorno al suo dorso ed avvicinandosi
«Sei tu quello insano» non seguì la sua risata, mentre mi riempiva la guancia di baci alquanto sonori. Lo faceva apposta, la chiamata era aperta «pronto?»
«Emh... c'è Luke?»
«dì che non ci sono» sussurrò, senza staccarsi
La voce della ragazza dall'altra parte della cornetta mi sembrava molto famigliare, ma non riuscivo a collegarla a qualcuno che conoscevo. La cosa mi lasciò perplessa fino a quando la ragazza e Luke non sollecitarono la mia risposta.
«Si si, ma ora non può parlare. Lo farò richiamare.»
Accettò e salutò.
Luke era in casa a vestirsi, o almeno in parte, andava sempre in giro mezzo nudo. Se portava le mutande era già tanto, ed era solo perché c'ero io in casa. Approfittai di questo per vedere cosa aveva inviato prima a "Calum". Scorrendo fra le ultime chat, effettivamente, non c'era Calum per primo. La chat era stata precedentemente cancellata, c'era solo un messaggio, ricevuto. "Ti amo anch'io".Giuro che gli spacco la testa.
Gli riportai il telefono in camera, disse che voleva riportarmi a casa.
«La tua ragazza richiede di essere richiama poiché ritiene di doverti riferire qualcosa di estremamente importante.»
«Perché parli in terza persona? e come un magiordomo, direi» si accigliò nascosto dalla t-shirt che stava infilando.
«Perché non dovrei farlo? non ho mai detto che stiamo insieme, non ci conosciamo quasi. Anzi, senza quasi.»
non commentò subito, «già» disse dopo, uscendo dalla mia stanza «questo è vero.»
Lui non conosceva nemmeno la metà di me, non poteva pensare ad una cosa del genere, era davvero troppo insensato.
Ore dopo, mentre, offeso da quello che gli avevo detto, giocava col computer, decisi di mettere fine a quella situazione scocciante. Non parlavamo dall'ora di pranzo, quando, per sbaglio, si era lasciato scappare un commento sul mio top definito scollato, mentre in silenzio mangiavamo, senza guardarci. A quel punto gli risposi che avrebbe dovuto smettere di fare il fidanzato geloso con me, perché di fidanzato per me non c'aveva niente. Benché fosse lontano dall'essere gratificante sentirsi dire una cosa simile, era ciò che pensavo. Meglio una brutta verità che una bella bugia, no?
«Luke,» sbuffai frustrata «smettila di fare così, mi sono già scusata, sai che non volevo dirlo per ferirti»
«Ho fatto il possibile per cercare di andare d'accordo in queste settimane Ariana, e sai quanto me quanto stronzo ed infantile fossi prima di questa esperienza. Non nascondo che mi sono affezionato più a te, è come se tu ti facessi amare dalle persone, anche da chi non ha intenzione di farlo. Ma davvero, non riesco a capire come tu potessi anche solo sfiorare le mie labbra sapendo che non saresti comunque andata oltre a questo.»
Alla fine prese fiato. Sembrava che stesse trattenendo quelle parole da una vita.
Mi sentì confusa fino a che non smise di parlare, era nell'ultima frase che credevo di aver capito cosa volesse dire tutto questo.
Restai in silenzio, e basta, poggiata con le spalle all'armadio della mia camera mentre lo guardavo. Non sapevo cosa dire.
Non sapevo nemmeno io perché mi ero comportata così, perché gli avessi fatto credere qualcosa che non era nelle mie intenzioni. Ma questo non toglieva il fatto che lui era sempre più lontano da me ed io non ero neppure riuscita ad accorgermene. Ogni momento sprecato a non parlarci lui stava andando un po' più via da me. Sapevo che non mi avrebbe parlato per un po', ma ero certa che sarebbe tornato. Nonostante questo, l'unica cosa che volevo davvero era che rimanesse lì con me. 'Che da quando era arrivato mi sentivo un po' meglio del solito, 'che solo da quando era arrivato che mi sentivo un po' più adulta.
STAI LEGGENDO
Unpredictable » [LH,AG]
Fanfic«Mi ha insegnato chi sono; lui è stato l'eccezione. La prova che due corpi possono fondersi in un'unica anima, che viaggiare in due rende la meta meno lontana e più raggiungibile, che non sempre la vittima è chi abbiamo la certezza che sia. E che n...