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Camminavo per i corridoi del college tenendo la borsa in spalla e alcuni libri e fogli in mano. Se non mi fossi seduta subito avrei corso il rischio di slogarmi una spalla e il polso destro. La professoressa di letteratura inglese era assente quindi potevo concedermi un'ora per anticiparmi con lo studio prima di tornare nella mia fantastica casa piena di distrazioni. Uscì dalla scuola, e un tipo, non guardando dove camminava mi venne addosso, facendo finire per terra i libri di entrambi.
«Cazzo, no»
dissi, piegandomi per cercare di non far bagnare i miei appunti, stava nevicando, e molta della neve per terra si era sciolta.
«Oddio, scusa-»
«La aiuto io Wren, torna in classe.»
Disse un altro, alzai lo sguardo, Luke mi stava fissando.
«Perché non sei in classe?»
«Ho fatto tardi a Geometria e il professore non mi ha fatto restare» spiegò, riunendo i miei libri per poi porgermeli «comunque, non ho altre ore dopo, e dovrei parlarti-»
«Stavo per andare in caffetteria a studiare, vieni lì, no?»
Annuì senza replicare, poggiò una mano sulla mia schiena come ad aiutarmi a camminare. Manco fossi una settantenne. Mi sedetti con un caffé in mano.
«Rimani sempre la solita maniaca di caffé, eh?» si sedette sorridendo appena di fronte a me, annuì fievolmente. Non mi andava di parlargli «non dovresti berne così tanto»
«È solo caffé» dissi ovvia, credo abbia capito che non sono così felice di vederlo
«Già...»
«Hai chiarito con Jennette, poi?»«No»
«È per quello che è successo con Ash?»
«Luke, con Ash non è successo niente» non gli diedi molta retta, mi interessava più ricopiare i miei appunti «ero ubriaca, non ero cosciente.»
«E con la scuola? i tuoi?»
«Come va a scuola? sul serio Luke, non riesci a trovare un altro argomento di conversazione dopo quattro mesi passati a non farti sentire? Se proprio vuoi saperlo, con i miei va di merda, la mia migliore amica non mi parla da luglio, Ashton mi evita e di conseguenza anche Calum. Dato che Penny è la ragazza di Calum indirettamente lo fa anche lei. Il mio migliore amico da ragione a te e questa storia. E poi? dopo non esserti fatto sentire per mesi torni all'improvviso, salvi i miei appunti, mi chiedi come va la vita e sparisci di nuovo. Perché so che anche questa volta sarà così.»
«Io-»
«Tu cosa? ti stai scusando? eppure io ti ho cercato, alcune volte sono venuta a casa tua, e sai cosa mi hanno detto? che eri fuori con la tua ragazza. Adesso dov'è lei? dove sono le tue pene per avermi baciata nonostante io non volessi una relazione? di certo non mi aspettavo che venissi a casa mia o ti scusassi per quello che hai detto l'ultima volta riguardo il mio comportamento, ma un "hei persona di merda che mi ha spezzato il cuoricino, tutto okay?" non mi sarebbe dispiaciuto.»
Restò in silenzio, fissando il riflesso nella bevanda nera. Chiusi i libri e li presi in mano, «grazie della compagnia. È stato bello vederti, finalmente» dissi infine, baciandogli la guancia mentre era voltato dal lato opposto
«Ariana» chiamò, mentre calpestavo gli stivali sull'asfalto lontano da lui «aspetta, non andartene!»
La situazione mi sembrava piuttosto chiara, alchè mi fermai, ma non aggiunsi niente
«Ero venuto per chiederti scusa, affinchè torni tutto come prima»
«Come prima, dici, eh?» sospirai, poi mi scappò una risatina «dovrai trovarti una valida motivazione»
«Vuoi farmi credere che proprio non immagini il perché? e aspetta, stai dicendo che non ti sono mancato per niente?»
«Quante volte ti sei tirato indietro prima di venire da me?»
«Tante.»
«Bene. Mi basta sapere questo.»
Conclusi. Alcuni fiocchi di neve erano poggiati sui suoi capelli, rendendo il suo aspetto meno uomo adulto. Adoravo quando si lasciava crescere la barbetta, ma era in occasioni come quelle che la sua virilità perdeva importanza. Feci qualche passo verso di lui, adesso ci stavamo guardando. Mi avvicinai ancora un po', poggiando i libri sul muretto dicanto a me.
«Se non mi abbracci ora sarò costretta a farlo io» enunciai ironica, vedendolo sorridere e sentendo subito dopo stringermi più forte di quanto mi aspettassi.
Non posso non ammettere quanto mi sia mancato
«E comunque quella non era la mia ragazza, non ho la ragazza. Perché quella con cui vorrei stare ha una mente da antico poeta centenario, e non ha spazio per un ragazzo, è davvero impressionante. Ma adoro sentirla ragionare sulle sue assurde considerazioni, potrei guardarla per ore mentre lo fa.»
Siamo seduti sullo stesso muretto accanto ai miei libri, in qualche modo sentivo di portare ancora un po' di rancore verso di lui
«Be', ma la scorsa estate lo eri, avevi la ragazza»
«Veramente no»
«Cosa te lo fa pensare?»Avrei voluto dirgli del messaggio che lessi sul suo cellulare, ma non volevo essere fraintesa, avrebbe potuto credere che abbia visto altro o abbia messo il naso nelle sue cose, e non era così. Mi sarebbe piaciuto, insomma, a chi non piacerebbe frugare nella roba di Hemmings? ma non ci riuscivo, non mi sarei comunque avvicinata.
«Molte cose davano a pensare così. Ma tranquillo, niente di...»
sorrisi, fece lo stesso, schiudendo le labbra
«E.. hai saputo che Mike vuole tornare a Sydney per incontrare una ragazza? l'ha conosciuta su internet. Nessuno lo prende sul serio, poverino»
pronunciando l'ultima frase cominciò a ridere, lo feci anch'io. Sarei dovuta essere nervosa, per la situazione nel complesso. Ma al contrario, parlare con lui di cose che riguardavano altri e non noi era decisamente più rilassante.
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Unpredictable » [LH,AG]
Fiksi Penggemar«Mi ha insegnato chi sono; lui è stato l'eccezione. La prova che due corpi possono fondersi in un'unica anima, che viaggiare in due rende la meta meno lontana e più raggiungibile, che non sempre la vittima è chi abbiamo la certezza che sia. E che n...