Giorno giusto?

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Zayn's POV

Ci siamo. È l'ultima notte prima che la mia, ormai ex, fidanzata salga su quell'aereo...sto pregando tutti i santi che domani ci sia qualche sciopero o manifestazione, qualsiasi cosa che possa bloccare tutti i voli, come un meteorite sulla pista di partenza, anche se sarebbe solo un prolungamento di questa attesa dolorosa che mi sta facendo impazzire. Non riesco a immaginare un singolo giorno della mia vita in cui non ci sia lei.
Sono due giorni che non esco di casa, due giorni che non mi muovo dal letto. Mi domando seriamente se non mi si sono atroffizzate le gambe. Come faccio a dire addio a Miriam? Non sono pronto per questa sua partenza, ci ho impiegato quasi un mese per chiederle di uscire insieme. Non credo che quest'idea di tornare in Italia le sia venuta in mente quando ha ricevuto il lavoro, perché non me ne ha parlato prima? Temeva che mi sarei arrabbiato? Forse aveva ragione, inizialmente non l'avrei certo presa bene ma non ha pensato che se l'avessi scoperto dopo avrei reagito anche peggio? Più o meno come sto reagendo adesso, sembro un'ameba morta sul materasso. Devo riprendermi non posso farmi vedere in questo stato vegetativo, credo che inizierò facendomi una doccia ma mi lascerò la barba perché mi fa sembrare più maturo, o almeno questa è sempre stata la mia impressione. Dopo di ché provo a scrivere una lettera da darle ma tutto quello che esce dalla mia penna sono frasi fatte, scontate, talmente patetiche che sembrano quelle dei cioccolatini. Mi lascio deprimere da questa mia mancanza di originalità e poco prima di addormentarmi sulla scrivania invoco tutte le muse per darmi un po' di ispirazione.
La mattina mi sveglio quando sento il cellulare suonare, lo cerco in mezzo ai fogli strappati per la disperazione la sera prima e rispondo:"Pronto?"

"Le pare il giorno giusto per riprendere con le sue vecchie abitudini?" mi rimprovera la voce del mio capo.

"Vecchie abitudini?" ripeto perplesso non capendone il senso.

"Sì, ricorda quando arrivava sempre in ritardo?" aggiunge con lo stesso tono di prima.

"Giorno giusto?" continuo io ancora assonnato.

"Zayn! Ma si da una svegliata?! Deve raggiungerci in aeroporto, ORA!" grida ormai esasperata Erica mentre io collego tutte le informazioni che mi ha dato.

"Merda" riesco solo a dire quando realizzo che il volo di Miriam parte tra meno di un'ora.

"Oh, finalmente ha capito. Adesso si muova, ha un po' più di tempo a disposizione perché il suo volo parte mezz'ora dopo" mi informa la mia collega.

"A dopo" dico mettendo giù la linea ed esco di corsa di casa. In auto supero tutti i limiti di velocità e sono quasi sicuro di aver visto due o tre flash degli autovelox, ma non ci faccio molto caso perché devo andare da lei. Quando sono quasi arrivato noto che c'è una volante che mi insegue con la sirena accesa, penseranno che sono un deliquente ma non posso fermarmi così lascio l'auto di fronte all'entrata dell'aeroporto e corro dentro non curandomi dei poliziotti alle mie spalle. Mi fermo in mezzo alla folla di gente che cammina con le valigie per cercarla e quando la trovo corro nella sua direzione. Senza dare nessuna spiegazione prendo il suo viso tra le mani e la bacio, ma non sa di addio come mi aspettavo e mi lascia molto sorpreso.

"Credevo che non saresti venuto" mi dice Miriam felice perché io sono presente ma triste poiché sta per andarsene.

"Non avrei mai potuto lasciarti andare senza un ultimo bacio" rispondo riprendendo fiato. Non ci diciamo nient'altro e lei saluta Erica che è dispiaciuta forse anche più di me dato che è la sua migliore amica, ma non sembra che sia l'unico motivo per cui è giù di morale. Guardo Miriam camminare verso l'aereo che l'aspetta senza mai voltarsi. Una volta entrata, mi volto verso il mio capo che con tutte le forze cerca di non crollare per questa partenza e senza pensarci troppo l'abbraccio. Rimaniamo fermi così per qualche minuto, sembra che il tempo si sia bloccato e torniamo alla realtà solo quando un poliziotto mi prende dal braccio. Erica non capendo cosa stia succedendo prova a dire che è un malinteso, ma purtroppo non lo è e andiamo tutti insieme alla centrale.

*2 ore dopo*

"Grazie per avermi tirato fuori da questo casino" dico alla mia collega.

"Ma è impazzito? Ha superato tutti i limiti e si è fatto inseguire da una volante? Avrebbero potuto ritirarle la patente! E magari avrebbe passato anche una notte in cella!" mi rimprovera chiaramente preoccupata per me.

"Non ho pensato molto alle conseguenze in realtà" rispondo provando a giustificarmi.

"L'ho notato" continua lei ma percepisco che c'è qualcos'altro che non va oltre al mio quasi arresto e alla partenza di Miriam.

"È da un po' che non ci vediamo...come va?" le chiedo per provare a comprendere il motivo del suo turbamento.

"Bene, e lei?" risponde facendo un sorriso più falso di quello di una bambola.

"Non è male come attrice, ma deve lavorare sul sorriso finto" affermo mentre le apro la portiera dell'auto.

"Non mi guardi così" dice esasperata sedendosi sul sedile.

"Così come?" gli domando perplesso.

"Come se sapesse già la risposta, dato che non è stupido come vuole far sembrare"

"Quindi ho ragione?"

"Si muova che oggi abbiamo parecchio lavoro da sbrigare in ufficio" dice cambiando argomento. Non insisto e mi metto alla guida verso lo studio. La giornata è abbastanza monotona e aveva ragione riguardo al lavoro, c'è ne un sacco. Alla sera, arrivato l'orario di chiusura, la riaccompagno a casa di Louis. Credo che ormai viva lì, in fondo l'ho sempre saputo che aveva un debole per il fotografo anche se non capisco perché non lo ammetta. Prima che esca dalla macchina la fermo dal polso ma appena la sfioro lei allontana velocemente il braccio dal mio e sembra quasi spaventata ma poi notando il mio sguardo confuso dice:"Scusa sono solo stanca"

"Non fingerò di nuovo che vada tutto bene, mi dica cosa succede" le dico con tono autoritario. Lei mi racconta quanto è successo la sera prima con Niall e rimamgo sconvolto dal suo comportamento decisamente non da lui. Dopo di ché scemdiamo entrambi dall'auto e prima che entri in casa l'abbraccio per confortarla. So quanto sia difficile per lei aprirsi con le persone ma non può tenere sempre tutto dentro. Arrivato a casa, sento un vuoto incolmabile, sento decisamente la sua mancanza, niente a più senso senza di lei.

Ti fidi di me? (one direction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora