Louis' POV
"Mi spieghi come mi calmo se il padre del mio bambino mi dice che non vuole prendersi cura di lui?!" mi grida contro sull'orlo di una crisi di nervi e rimango spiazzato quando dice quelle quattro parole 'padre del mio bambino', riferendosi a me. Non ho il tempo per chiedere spiegazioni sulla sua ultima frase che sviene letteralmente tra le mie braccia. Riesco a prenderla senza farla cadere, la adagio delicatamente sul letto e chiamo immediatamente un'ambulanza temendo per la salute sia sua che del bambino.
Arrivati in ospedale, la portano subito nel reparto mentre io telefono Liam per avere un po' di supporto morale."Ehi amico, che è successo?" mi chiede non appena entra nella struttura.
"Stavo discutendo con Erica ma poi lei ha perso i sensi e ho chiamato l'ambulanza" gli spiego molto velocemente.
"Di cosa discutevate?" mi domanda Liam abbastanza preoccupato.
"Mi ha detto che aspetta un bambino, e le ho risposto che non ero pronto a impegnarmi perché...", non concludo la frase che Liam mi sbatte al muro e con un tono decisamente minaccioso mi dice:"Ora vai da lei, le chiedi scusa in ginocchio e ti assumi tutte le tue responsabilità"
"Le ho detto questo solo perché credevo che fosse il figlio di Luke. Ma lei prima di svenire mi ha gridato che non poteva calmarsi se il padre di suo figlio non voleva prendersi cura di lui" continuo a spiegargli perdendo pian piano la voce finché Liam non molla la presa.
"Sei un idiota" mi dice con semplicità il mio amico e ha ragione, se dovesse succedere qualcosa a lei o al bambino non riuscirei a perdonarmelo.
È passata mezz'ora e ancora non ho sue notizie, non c'è un dottore che si degni di rispondermi e sto iniziando a preoccuparmi seriamente. Sono stato veramente stupido a credere che potesse lasciare Luke sull'altare sapendo che era il padre del bambino e lo sono stato ancora di più quando non ho gestito la rabbia e me la sono presa con lei causando tutto questo. Dopo tutto quello che ho fatto suoneranno molto patetiche delle futili scuse, dovrei presentarmi con un unicorno che vomita arcobaleni per farmi perdonare. Dovendo optare per qualcosa di più reale, credo che dovrei prenderle qualcosa che le piaccia, come i fiori. Senza perdere altro tempo esco dall'ospedale e corro verso il fioraio più vicino, dato che venendo in ambulanza sono senza auto. Entrando nel centro commerciale, guardo diverse vetrine dei vari negozi e mi fermo davanti a uno in particolare che attira tutta la mia attenzione.
Fiero del mio acquisto, mi incammino verso l'ospedale e penso che se non volesse più vedermi non potrei biasimarla. Perché prima di parlare non accendo mai il cervello?
Tornando da lei però vengo bloccato prima dalla sua amica che mi lascia una cinquina rossa sulla guancia, dopo Zayn mi dà un pugno sulla mascella spaccandomi il labbro e per concludere l'amico riccio di Erica mi butta al tappeto prendendomi bene nell'occhio."Cos'è oggi? È la giornata 'picchiamo tutti Louis'?" chiedo dopo essermi messo seduto ma ancora a terra mentre Miriam si preoccupa del mio stato solo dopo avermi schiaffeggiato, che dolce.
"È colpa tua se Erica ha avuto una minaccia e dopo che l'hai portata qui, fuggi via come un codardo!" mi accusa arrabbiato Harry.
"Ammetto che la colpa è mia, ma stavo cercando di rimediare comprandole un pensiero" controbatto rialzandomi.
"Allora c'è l'hai una coscienza" esclama con finto stupore il riccio che sta iniziando ad innervosirmi.
"Ho reagito male perché pensavo che il bambino non fosse mio e sì, lo so, sono un idiota" affermo nervoso sistemandomi i vestiti.
"No, sei proprio coglione" mi dice Miriam mettendomi una mano sulla spalla come se fossi un caso irrecuperabile ed effettivamente non ha tutti i torti. Dopo questo breve scontro con chiunque conosca Erica, finalmente entro nella stanza, dove la trovo seduta a terra con le ginocchia al petto e con il viso nascosto dalle braccia in cui è appoggiata.
"Ehi bimba? Mi dispiace per tutto quello che ho detto, l'ho fatto solamente perché pensavo che eri incinta di Luke" mi scuso con lei sedendomi accanto.
"Perché l'hai pensato? Non l'avrei mai lasciato in chiesa se fosse stato suo figlio!" risponde con tono deciso asciugandosi le lacrime che le rigano le guance.
"Mi dispiace davvero tanto per quello che vi ho causato ad entrambi e so anche che non basteranno delle banali scuse a farmi perdonare" le dico guardando il pavimento non riuscendo a sostenere il suo sguardo bagnato.
"So di aver fatto una cazzata e non so più come scusarmi, ma per favore perdonami perché non resisterei un giorno di più senza te. Ti chiedo scusa se ho reagito d'impulso e non ho usato il mio unico neurone, della quale non c'è testimonianza della sua reale esistenza, e mi si spezza il cuore nel vederti distrutta per colpa mia. Spero che questo piccolo pensiero possa aiutare per essere perdonato da te" le dico tutto d'un fiato dopo essermi spostato davanti a lei tenendole la mano e dopo le porgo la busta azzurra. Lei non dice nulla tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi e lo sposta solo per osservare la busta con curiosità ma poi si concentra di nuovo su di me. Questa volta però prende il mio viso tra le sue mani e mi bacia senza darmi nessuna spiegazione. È un bacio un po' doloroso per via del labbro rotto, ma decisamente sopportabile sapendo che è lei a causarlo.
"Ti hanno ridotto proprio male" afferma guardando meglio il livido sull'occhio e il labbro spaccato.
"Devo interpretarlo come un sì?" chiedo insicuro per avere la sua conferma.
"Sì, ma sappi che lo avrei fatto anche senza il regalo...è per questo che te ne sei andato?" mi chiede indicando la busta.
"In realtà pensavo di prenderti dei fiori" le rispondo con un sorriso da ebete. Non resistendo più a tanta curiosità, lo apre e quando le tira fuori, il suo sorriso è il regalo più bello che avrebbe mai potuto farmi.
"Sono delle scarpette rosse" afferma felice prima di abbracciarmi. Ed in questo momento capisco che tutto quello di cui ho bisogno, tutto il mio mondo, lo sto stringendo proprio ora tra le mie braccia...come ho fatto a non notarlo prima?
STAI LEGGENDO
Ti fidi di me? (one direction)
Teen FictionErica Giordano, 25 anni, ha gli occhi castano scuro come i suoi capelli ricci, è un famoso avvocato di Londra con una carriera impeccabile. È molto determinata, non ha mai perso una causa. Fidanzata da quasi due anni, convive con il suo ragazzo in u...