B come bimba

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Erica's POV

Mi sveglio in una mattina fredda di dicembre, più precisamente oggi è il 19 e la mia voglia di alzarmi dal caldo piumone è pari alla temperatura che c'è fuori, sotto lo zero. Sono passati solo 10 giorni da quando Miriam è partita e nonostante il fatto che ci sentiamo tutte le sere mi manca tantissimo, soprattutto perché da quando se n'è andata non c'è stato un giorno in cui non sia capitato qualcosa di negativo. Chiaramente non le ho detto niente di quanto è successo quella sera con il dottor Horan, l'avrei fatta preoccupare per niente, insomma non credo che Niall sia capace di farmi del male nonostante i due lividi sui polsi sembrino dire il contrario. Fortunatamente siamo in pieno inverno ed è facile coprirli ma continuo a pensare a quanto è successo chiedendomi cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stato Louis. È una domanda che non riesco a togliermi dalla testa e che mi ha tormentata per molte notti. Preferivo quando lo faceva Joe, ma forse sono la stessa persona e questa nuova teoria sull'identità del ragazzo con il cappuccio mi fa venire la pelle d'oca. In fondo era solo un sogno...e se anche Joe fosse solo un sogno? Se non fosse mai esistito questo ragazzo? Se quella notte in realtà fossi stata tutto il tempo sola? In questo caso le ipotesi più attendibili sono solo due: o mi sono sfondata di acidi, oppure lo stress da studio mi ha fatto delirare di brutto. Ma non posso essermi inventata tutto, quel ragazzo era reale la sera quando gli ho dato uno schiaffo, quando abbiamo ballato e dopo mi ha tenuto i capelli mentre rimettevo anche l'anima, quando mi ha portata a casa sua e la mattina quando me ne sono andata. Non può essere solo un sogno. Dicono che tendiamo a dimenticare le cose che non vogliamo ricordare o di cui abbiamo paura, ma sono troppo curiosa per rinunciare proprio adesso. È da diversi anni che mi tiene sulle spine e non ho idea di come reagirò quando scoprirò la sua identità. Quando me l'aveva detto Luke ero rimasta impietrita sul posto, perchè in fondo speravo che non fosse davvero lui.
Meglio che mi alzi dal letto prima che inizi a deprimermi con le mie paranoie mattutine. Louis come sempre si è svegliato prima di me, ma sta mattina al posto di trovare il solito biglietto che mi augura una buona giornata vicino al sacchetto con il croissant, trovo lui che sta guardando il latte aspettando che si scaldi.

"Credo che dovresti accendere il fuoco sotto il pentolino se lo vuoi caldo" dico avvicinandomi a lui e accendendo il gas.

"Buongiorno bimba" risponde dandomi un bacio sulla fronte.

"Oggi niente lavoro?"

"No, giornata di riposo" dice mettendo il latte nelle tazze per me e per lui.

"Anche io ne avrei bisogno"

"E perchè non stai a casa con me? Sei il capo"

"Non vuol dire che posso stare a casa quando mi pare...purtroppo" affermo aggiungendo il caffè al mio latte.

"Il 24 è il mio compleanno... domani sera darò una festa e tu sei invitata" mi informa dandomi un biglietto.

"27 anni...stai invecchiando di brutto Lou" dico scherzando sapendo quanto odi crescere...un po' come Peter Pan.

"Ti ricordo che hai solo due anni meno di me"

"Rimango comunque più giovane"

"È per questo che ti ho sempre chiamato bimba" continua lui stuzzicandomi.

"Mi domando se non sia perché stai iniziando a perdere la memoria e non ti ricordi il mio nome" dico stando sulla sua stessa linea d'onda.

"Ricordo perfettamente il tuo nome Erica, e ricordo anche la prima volta che ci siamo incontrati mia cara" risponde sottolineando bene il mio nome.

"Sì me lo ricordo anche io, frequentavamo gli stessi corsi...è stato odio a prima a vista"

"Sì, ricordo anche quello" mi dice prendendomi le mani tra le sue e poi fissando il suo sguardo cristallino nel mio mi chiede:"Allora ci verrai?"

"Come potrei mancare?" gli rispondo sorridendo e Louis mi bacia dalla felicità. Mi piace quando lo fa, è così spontaneo, naturale, il cuore mi esplode nel petto e mi sento al settimo cielo. Quando siamo insieme il resto del mondo scompare, ci siamo solo io e lui ed è una sensazione strana da provare mi fa quasi paura, ma allo stesso tempo non posso farne a meno. La mia giornata al lavoro è resa meno noiosa dal mio segretario che per non pensare a Miriam è diventato iperattivo e sta addobbando tutto lo studio con ghirlande e palle colorate. Oggi è un po' in ritardo ma giustificato da un albero enorme che ha intenzione di mettere nel mio ufficio.

"Ma proprio no!" gli dico determinata appena arriva con il pino in spalla.

"Come no? Mi sono fatto sei piani a piedi perché non ci stava nell'ascensore" risponde lui scoraggiato.

"Nessuno le aveva chiesto di portare un albero nel mio studio"

"Non le piace?"

"Sì, però dovremmo lavorare" gli ricordo dato che è già da quasi una settimana che lavora il minimo indispensabile, a volte anche meno, e passa tutto il giorno fumando, mangiando e guardando fuori dalla finestra come se stesse aspettando la neve.

"Possiamo farlo durante la pausa pranzo?" mi propone Zayn quasi in ginocchio.

"D'accordo, ora però lo posi da qualche parte e vada alla sua scrivania"

La giornata non è pesante come mi aspettavo e quando Louis è venuto all'ora di pranzo perché dovevamo mangiare insieme, ci ha aiutati con l'albero, alto due metri, e ha invitato Zayn al suo compleanno. Non so il motivo per cui l'abbia fatto, lo conosce solo di vista, forse anche lui sa come ci si sente quando la persona che ami se ne va senza una chiara motivazione.

*il giorno dopo, qualche ora prima della festa*

Mi sto preparando per il compleanno di Lou, non so perché sono così tesa e nervosa ma è da circa un'ora che sono davanti all'armadio con le ante aperte mentre cerco di scegliere quale vestito mettere. Perché Miriam è partita? Non poteva tornare in Italia dopo le vacanze di natale? Avrei proprio bisogno del suo consiglio. Prendo quattro vestiti dal guardaroba e li fotografo uno per uno, poi mando le foto alla mia amica aspettando presto una sua risposta. Dopo meno di cinque minuti mi risponde di mettere quello di jeans di guess, senza dubbi. Seguo il suo consiglio e ci abbino degli stivali neri con tacco 10. Mi sistemo i capelli facendo la riga bassa da un lato e metto il telefono nella pochette blu. Quando sono pronta esco dalla stanza e vedo Louis nervoso che si sistema i capelli davanti allo specchio.

"Sei bello, ora possiamo andare? Non si è mai vista una festa in cui il festeggiato arrivi in ritardo" lo prendo in giro mentre mi sistemo anche io i capelli. Lui non dice niente e rimane incantato davanti allo specchio guardando il mio riflesso.

"Che c'è?" gli domando voltandomi verso di lui.

"Io..." dice guardandomi negli occhi e lasciando la frase in sospeso, dopo abbassa lo sguardo sulle sue adorate vans nere e aggiunge:"...Io devo prendere la giacca e sono pronto"

Mi supera evitando ogni contatto con i miei occhi ma lo fermo dal polso e lo bacio sulle labbra. All'inizio sembra sorpreso ma poi si lascia travolgere dall'emozione e mi stringe tra le sue braccia mentre io mi appoggio sulle sue spalle per mantenere l'equilibrio sui tacchi.
Prima di uscire di casa, do un pacchetto a Louis con un bigliettino per il suo compleanno.

"Grazie bimba, non c'era bisogno" dice sorpreso mentre apre il regalo e quando lo scarta definitivamente esclama felice:"È un portachiavi...ed è d'oro bianco!"

"All'inizio non sapevo dove andare a sbattere la testa perchè non avevo nessuna idea decente, poi mi sono ricordata che avevi detto di voler cambiare il portachiavi dell'auto e mi è venuta l'illuminazione" affermo contenta che gli sia piaciuto.

"È bellissimo, ma perché è una B?" mi domanda perplesso.

"Ho pensato alla tua memoria che ci sta abbandonando, quindi B come bimba"

"Mi pare giusto" risponde lui mettendo il braccio sulla mia spalla e dandomi un bacio sulla guancia. Entriamo in macchina e partiamo verso la festa che ci aspetta.

Ti fidi di me? (one direction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora