ManuelL'incessante ticchettio delle lancette scandisce ancora una volta l'inesorabile passare del tempo che si avvicenda vuoto, spento, inutile.
Sono passati cinque giorni dal rapimento di Elide.
Cinque giorni in cui non ho smesso mai di tenere la mia mente e il mio corpo occupati per non sprofondare nell'abisso, in quell'agonia a me troppo familiare, in quello smarrimento che mi ha accompagnato per anni.
Quel senso di colpa che ti prosciuga il sangue fino a farti morire dentro.Mi basta chiudere gli occhi per rivivere i momenti di quella maledetta sera, un film dal finale tragico, che si ripete innumerevoli volte.
Incubi dai quali non posso scappare trattandosi solo di un'agghiacciante realtà.
Davanti ai miei occhi, a pochi metri da me, Elide cadeva per 2 rampe di scale mentre cercava di combattere contro Alvarez.
Stava per scappare quando la mia voce l'ha distratta.
La mia supplica non l'ha comunque salvata, anzi ha solo peggiorato gli eventi già malevoli.
Quel bastardo afferrandola per la caviglia l'ha strattonata facendole perdere l'equilibrio in direzione del posto sbagliato.
Non riesco a perdonarmi.
Non volevo si sporcasse le mani per un viscido bastardo, non volevo che la sua candida anima fosse macchiata dal sangue della feccia umana, non volevo che la sua rabbia, la sua sete di vendetta uccidesse nessuno.
Perché conosco bene l'adrenalina che matura nei momenti di pericolo, ti incoraggia a fare cose mai pensate prima, il potere illusorio che ti da stringere una pistola tra le mani e farti giustizia da sola e so ancora meglio, quando ti senti giustificata nell'uccidere una persona spregevole e corrotta, per cui la morte però è solo la via di fuga più comoda.
Per alcuni ci vuole la sofferenza, la pena, l'esilio, la punizione che ti faccia desiderare la morte come pace perpetua.
Non era più lei.
Un'animale feroce pronto a proteggersi uccidendo.
No, non lo potevo permettere dovevo fermarla, ma non a questo costo.Ho vissuto in prima persona l'arresto di quel figlio di puttana di Alvarez, suo figlio e tutto il suo clan e grazie all'aiuto di David sono riuscito a seguire alcuni degli interrogatori della CIA, avrei voluto entrare dentro quella stanza e ridurlo in cibo per rapaci ma non mi è stato permesso.
L'unica consapevolezza che non mi ha fatto fare sciocchezze è stata la sicurezza che essendo criminali ricercati in tutto il continente, prima di sbatterli in prigione e perdere le chiavi, sapranno fargli sputare fino all'ultimo dei loro peccati.
La CIA mi ha pure salvato il culo da un fatto che sicuramente mi avrebbe trascinato in brutti guai. Aver visto Elide inghiottita dal vuoto dietro di lei mi ha scaturito una paura tale da perdere la razionalità.
Uno sparo.
Una pallottola conficcata nel petto di Alvarez a pochi centimetri dal cuore, il dolore agonizzante e i suoi muggiti inarticolati che esprimevano la sua sofferenza, mi sembravano solo l'inizio di quello che avrei potuto desiderare infliggergli.
Avevo perso la ragione.
Era già a terra, ferito e incapace di difendersi.
Ho fatto un abuso di potere e purtroppo questo è un reato grave anche se fatto nei confronti di criminali sanguinosi come Alvarez. Non ho saputo resistere dal premere quel grilletto e la mia fortuna è stata solo gli altri agenti mi hanno braccato per non aggravare ulteriormente la mia posizione.
Il carico di droga e di giovane ragazze è stato fermato e sequestrato. È stato facile capire dove fossero grazie alle intercettazioni del telefono di Gregory.
Ero lì quando abbiamo liberato quelle poco più che bambine, costrette a diventare donne per motivi che se ancora ci penso, mi fanno salire il disgusto e la rabbia verso il genere umano.
Nei loro occhi ho visto lo sgomento di una vita persa senza via d'uscita, trasportate come carne da macello verso il mattatoio.
Deplorevole. Orrendo.Suelle è stata al centro di nuove ammissioni e scoperte, la paternità di Aldo, il tanto desiderato ricongiungimento con suo figlio e David, il ritorno di scena di Barbara. Famiglie disintegrate da un presente avverso che adesso tentano di riavvicinarsi, di ricostruirsi nonostante le cicatrici, nonostante si sentano estranei uno nella vita dell'altro.
Il sacrificio di rinunciare a legami indissolubili pur di proteggere chi amano sopra ogni cosa. Rimettono assieme i cocci per vivere parte della loro vita insieme, con una parvenza di felicità, senza doversi più nascondere, senza doversi preoccupare di un male che incombe su di loro.
Le loro anime si sentiranno finalmente leggere, libere.
Inversamente proporzionale alla mia, che invece ho scacciato troppe volte, l'ho ferita e adesso assente, mi lascia in balia di me stesso per punirmi.
Sarebbe stato un epilogo perfetto, il lieto fine che tutti noi avremmo voluto se non fosse stato che a pagare il prezzo più alto sia stata lei.
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Dissetami come pioggia
RomanceSpesso l'amore non è così facile da riconoscere. Alle volte è difficile da accettare, sopratutto in un cuore convinto di non sapere amare. Ma quando pensi sia più facile donare solo il tuo corpo per appagare gli istinti, qualcosa dentro di te si far...