Capitolo 1

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" Forza,  adesso passiamo allo squat, 10 ripetizioni per 3 volte"

Forse non dovevo dirgli del piccolo sgarro fatto durante il fine settimana. Ho sempre pensato che il cibo sia un piacere della vita e ne sono fermamente convinta, ma nello stesso tempo ho sempre invidiato quei  fisici scolpiti e  longilinei, così tanto distanti dalle mie curve.
Per cui, dopo anni di disfatte, sono arrivata alla conclusione di volermi bene.
Migliorarmi sempre ma accettarmi per come sono, senza emulare bellezze troppo artefatte o così perfette da apparire finte.
Accontentarmi di come sono perché reputo che ciò che ci sia dentro l'involucro, sia più importante di ciò che appare.

Dopo un'ora e mezza a buttare calorie e  sudore, finalmente il mio istruttore mi congeda.

"Sam ti avviso che mai più sarò sincera sui miei attacchi di golosità, oggi mi hai distrutto. Ma non ti faccio un po' di tenerezza?"

Lo guardo con occhi dolci sbattendo le ciglia. Sugli uomini quest'espressione fa sempre effetto, tranne su di lui. Palestrato incallito, tiranno delle calorie.

"No, assolutamente no. Nella mia palestra non sono ammessi culi molli"

Fa il finto offeso nascondendo un sorriso sornione

"Dai Sam non essere cinico, non ti si addice!"

Gli do un leggero colpetto sulla spalla per poi sorridere alla sua espressione fintamente seria.
Non ho mai sopportato le imposizioni, i divieti, perché penso che innescano uno strano meccanismo. Non mangio dolci ma se mi proibisci di mangiarli, beh mi viene subito voglia.
Piccola metafora che racchiude il senso della vita, ciò che ti viene proibito finisce per attrarti.
La mia fisicità può essere definita morbida, forse ciò che gli uomini desiderano, totalmente in contrasto con lo stereotipo delle super modelle dalla magrezza estrema.
Ma il problema che affligge tutta la popolazione mondiale femminile, si basa sul fatto che noi donne non siamo mai contente di come siamo. Vorremmo sempre essere diverse, cavalcare la cresta della moda del momento che cambia troppo repentinamente, dimenticandoci di preservare la nostra diversità, il nostro essere uniche con pregi e difetti annessi.

Saluto Sam con il quale ci rivedremo tra 2 giorni per l'altro blocco di allenamenti settimanali.
Se dapprima lo facevo solo per mantenermi in forma, adesso la palestra è diventata la mia valvola di sfogo, il momento della giornata in cui mi libero la testa e il corpo dallo stress accumulato.
Indosso la felpa, prendo il borsone e mi incammino verso l'auto che mi porterà finalmente a casa, un piccolo appartamento nella caotica San Francisco.
Ho impiegato un po' per abituarmi ai ritmi della città.
Quando vivevo con i miei, casa mia era una bella villetta fuori dal centro abitato. Il rumore del mare faceva da sottofondo al canto dei grilli e l' odore della salsedine profumava d'estate tutte le stagioni. Ero immersa nella natura e nella tranquillità.
Lo studio dove lavoro è abbastanza distante dalla villetta, per cui 2 anni fa, stanca di passare troppo tempo in macchina , decisi che era meglio affittare un monolocale nelle vicinanze e andare a vivere per conto mio.
Adesso in meno di 20 minuti sono già a lavoro, meno stressata e con un po' di sonno in più.
Lavoro per un noto avvocato, è il terzo impiego della mia carriera lavorativa e di sicuro il migliore fino ad adesso. Ho conosciuto Ferretti parecchi anni fa nella boutique di calzature in cui lavoravo.
Trattavamo modelli di scarpe originali e costose interamente fatte a mano con materiali di prima qualità, Aldo era un cliente affezionato, nonché un buon intenditore.
Molto spesso ero io a servirlo e consigliarlo. Grazie alla mia innata dote oratoria e persuasiva riuscivo sempre ad indirizzarlo verso il modello più adatto a lui. Tra noi era nata una certa confidenza che poi sfociò in un rapporto amichevole e confidenziale.
Il lavoro mi piaceva molto ma il mio datore non pagava regolarmente, quando mi lamentai della situazione fui ingiustamente licenziata. Decisa a fargliela pagare, andai da Ferretti al quale spiegai l'accaduto. Dopo qualche settimana, non solo avevo vinto la causa ma Ferretti mi propose un posto come segretaria nel suo ufficio. Conosceva bene le mie qualità e mi disse che potevo essere perfetta per quella mansione. Nel primo periodo ero affiancata da una collega che sarebbe andata in maternità a breve, mi spiegò tantissime cose che poi furono preziose quando dovetti cominciare a cavarmela da sola. Passarono 2 anni e divenni una segretaria modello, loquace e professionale. Ciò che serve per non farsi sopraffare dai clienti.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora