Capitolo 5

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Manuel

"Scusa il ritardo Manuel, nell'attesa avrai sicuramente conosciuto la mia valida segretaria, Elide. Accomodiamoci nel mio ufficio"

Tutte così le segretarie, per cercare di essere gentili e cortesi, diventano opprimenti con quella voglia di argomentare come se dovessero rimpiazzare l'attesa necessariamente con le parole. E si indispongono se non le consideri, io al posto loro sarei contento se i clienti non rompessero le palle con i convenevoli. Comunque devo ammetterlo, è molto carina. Molto bella.

"Ferretti ho parlato con i miei agganci nell' FBI, loro in questo momento ne sanno esattamente quanto noi. Se accetti di prenderti l'incarico della difesa di Suelle Alvarez, mi hanno offerto la loro più completa assistenza e protezione, ovviamente in cambio vogliono tutte le informazioni riservate e non, soprattutto le dichiarazioni della tua assistita. Insieme potremmo riuscire ad arrivare ai due latitanti.
Per il momento tutto il caso rimarrà segreto, ma quando decideremo di rendere noto lo scoop della collaborazione della figlia del boss, dobbiamo mantenere tutte le possibili riserve e attenzioni con chi è implicato in questa storia"

Mio padre ed io lavoriamo insieme ormai da anni, ha messo su un'agenzia investigativa che collabora con le forze dell'ordine. Inizialmente ci occupavamo di casi semplici poi, essendo mio padre un ex agente dell'FBI, abbiamo cominciato ad addentrarci in casi più pericolosi. Molto spesso era l' FBI stesso che, sfruttando la nostra identità di libero cittadino con fedina penale pulita, ci infiltrava tra spacciatori e uomini d'onore.
Fin da piccolo ho sempre amato il lavoro di mio padre.
E come lui volevo stare dalla parte dei buoni, da chi cerca di cambiare in meglio la schifosa realtà che viviamo e così subito dopo il liceo mi sono arruolato nei marines. Sono stato preparato per fronteggiare le situazioni di pericolo, a combattere ed usare le armi. Dopo qualche anno che l'agenzia era avviata, abbandonai la carriera militare e decisi di spalleggiarlo fino ad adesso. Volevo aiutarlo e sapevo che ero maturo abbastanza per affiancarlo.

"Continuerai a condurre la vita di sempre ma sarai circondato da agenti in borghese che non daranno nell'occhio. La tua auto sarà sostituita con una più sicura con gps collegato direttamente alla polizia e vetri antiproiettili, in tutto il perimetro di casa tua verranno montate videocamere e ci saranno guardie del corpo 24ore su 24 camuffandosi tu come camerieri, giardinieri o qualsiasi altra mansione. In ufficio sarò io ad affiancarti giornalmente. Farò finta di essere un neoavvocato al quale dai la possibilità di affiancarti in tutti i tuoi casi.
Lo so che pensi sia esagerato tutto questo ma Si tratta di Alvarez, la sicurezza non è mai troppa, dobbiamo proteggerti senza dare nulla per scontato."

Ferretti dopo qualche minuto di tentennamento accetta le disposizioni, cercando di mantenere la calma che lo contraddistingue
"Manuel nessuno dovrà sapere di tutte queste norme di sicurezza, non voglio creare scompigli tra i miei clienti o le mie dipendenti.
Lo sai le notizie volano..." 
"È la stessa identica cosa che penso io" ribatto.

Elide

Stamattina il venticello tiepido che preannuncia il periodo estivo mi investe il viso scompigliandomi i capelli lasciati sciolti in una piega morbida, sono le 8.20 e mi avvio verso l'ufficio.
Entro nel palazzo e pigio il campanello per chiamare l'ascensore aspettando le porte aprirsi. Dietro di me improvvisamente sento un'imponente presenza.
Non solo la sola a dirigermi a lavoro, l'ufficio dell'avvocato è l'ultimo stabile, ma nei piani sottostanti si trovano uno studio di commercialisti e a di architetti.
Non mi curo di questa sensazione, potrebbe essere qualche dipendente dei piani inferiori.
Quando le porte si aprono entro.
Mi giro per scrutare la persona entrata dietro di me che adesso mi spalleggia. E' Il signor Ortiz, anzi Manuel come l'ho sentito nominare a Ferretti ieri pomeriggio.
Che ci fa a quest'ora qui? Cioè alle 8.30 in ufficio ci sono solo io. Sarebbe da maleducati arrivare in ritardo ma nemmeno troppo in anticipo. Mi fa un debole sorriso di circostanza e mi giro un po' scocciata, non potrò sistemare l'ufficio in santa pace o prendermi il mio solito caffè affacciandomi alla vetrata, come da mia consuetudine. Davanti ad un cliente devo dimostrarmi professionale sempre, anche alle 8.30 del mattino.
Ma poi pensandoci bene mi dà veramente sui nervi, che cazzo sorride? Lo dovrei fare aspettare fuori dalla porta, così impara a rompermi le scatole di prima mattina. Grazie SFIGA sei stata così premurosa che oggi ti sei scagliata su di me alla buon'ora.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora