Capitolo 23

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Elide

Bipolarità.

Un disturbo del quale non conoscevo esattamente le dinamiche, un disturbo che mi sembrava illogico.
Un'ondata di pensieri, di stati d'animo così diversi tra loro in una transazione rapida e immediata.
Non sapevo davvero spiegarmi come una persona riuscisse ad altalenare questa moltitudine di emozioni in un battito di ciglio.
L'unica spiegazione che riesco a darmi è questa.
Manuel sicuramente soffre di bipolarità e cerca di mascherarla il più possibile, perché altrimenti non saprei spiegarmi il suo repentino sbalzo di umore.

Fino a qualche minuto fa mi braccava con tutto il suo corpo nel bagno per farsi travolgere dalla passione, istanti dopo non mi degnava nemmeno di uno sguardo, poi mi ammoniva, mi rimproverava della mia curiosità obbligandomi a sedere come se nulla fosse successo.
Adesso il suo contatto morbido e inaspettato mi getta in totale confusione non capendo più cosa voglia da me.

Mi guarda dolce, malizioso, con lo sguardo perso un po' nel vuoto. Vorrei entrare nella sua testa per poter capire cosa stia pensando in questo momento e cosa lo spinge ad essere così volubile.

Cosa cazzo nasconde? Perché è così difficile per lui aprirsi e parlare? Spiegare cosa lo tortura, cosa lo rende sempre di pessimo umore, cosa prova per me, quando sta con me.

Non so più cosa siamo, forse non l'ho mai saputo, mi sta trascinando in un limbo di situazioni alle quali nemmeno io so darmi delle spiegazioni.

Tutto ciò è difficile, difficile da gestire per una come me che tende sempre a tenere tutto sotto controllo, a definire bene ogni avvenimento della vita, ad essere sempre decisa nello scegliere. Non sono mai stata indecisa.
Bianco o nero, dentro o fuori, amore o odio.
Do me stessa se credo fermamente in qualcosa ma la posso gettare via se solo capisco di perdere tempo e non essere ricambiata.

Manuel è un incognita, ed io odio le incognite, le cose non definite, le cose a cui non so dare un nome.
Le odio ma ne sono attratta, sono scesa a patti con me stessa preferendo la sua compagnia ad intermittenza che salvaguardare il mio vero io.

Queste sono le classiche storie che non si evolveranno mai.
Senza che te ne accorgi passano giorni, mesi, anni legata a qualcuno che non vuole legami.
Troppo insicuro per iniziare una relazione ma così egoista da non lasciarti andare, prigioniera di un destino che non ti appartiene.
Relazioni tossiche, nocive, che io ho sempre criticato puntando il dito contro le donne che si facevano usare da un amore malato.
È sempre così, più pensi che una cosa non ti accadrà mai, più ti ci ritrovi senza nemmeno rendertene conto, posso dire di essere nella merda fino al collo, e credo sia giunto il momento di decidere davvero da che parte stare e prendere in mano la situazione. Non mi importa più di nascondere ciò che provo, la cosa che mi interessa di più e fare pace col mio cervello, e poter catalogare questa mia esperienza di vita tra quelle finite ed archiviate oppure aperte in fase di evoluzione.

Non posso aspettare all'infinito è una questione che devo risolvere, mi do tempo fino al giorno del mio compleanno e poi, come un countdown che mi sono imposta, tutto cambierà, la verità verrà a galla e sarà cruda, farà male ma sarà vera. Un mese, trenta giorni per porre fine a tutte queste seghe mentali che non riesco più a controllare.

La sua mano continua ad accarezzarmi il ginocchio con dei piccoli movimenti circolari del pollice, il calore che mi trasmette si irradia in tutto il mio corpo, offuscandomi la mente e i miei pensieri.

Il mio diavolo tentatore.

Come se mi leggesse la mente vuole strapparmi alle mie riflessioni per riportami al presente, alla carnalità del suo gesto facendomi tentennare ancora una volta, soggiogandomi con il suo aspetto, con il suo profumo, con l'eccitazione di un approccio mai scontato, che può riservarti sempre delle sorprese, che ti mantiene viva facendomi morire poco alla volta creandoti una dipendenza. Dipendente da lui, solo da lui.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora