Capitolo 40

48 1 0
                                    



Elide

Flashback

Le dita continuano a premere i tasti in cui zampillano le lettere necessarie a digitare l'ultima e-mail della giornata, gli occhi stanchi e arrossati cercano distrazione dalla fredda luce del display, l'epicentro del mio malessere si accanisce sulle povere tempie martoriate.
Mi sono svegliata nel cuore della notte, adagiata sul mio letto, cercando di sistemare tutti i miei pensieri ancora accartocciati.
La mia mente frenetica ha cominciato a rivivere tutte le scene, incastrandole nella giusta progressione degli eventi e non ho saputo tenerla a bada, insaziabile continuava il suo vorticoso cortometraggio.
Desideravo rivivere quegli attimi, il momento in cui le sue parole hanno rotto la melodia dei nostri respiri affannati.
"Mi sei mancata"
Le sento ancora dentro i timpani come fossero tatuate sulla mia pelle.
Non sono riuscita più a dormire, e adesso ne pago le conseguenze.

Giro l'ultima mandata alla porta dell'ufficio, mentre Aldo chiama l'ascensore.
Ho solo voglia di togliermi questi dannati tacchi e spogliarmi di tutte le stanchezze che in questo momento si impossessano di me, di immergermi nell'acqua calda e prendermi cura della mia anima in tormento.

Appena fuori dall'androne del palazzo, noto una figura maschile appoggiata al muro in attesa di qualcuno, continuo pigramente a camminare affiancata da Aldo, quando ci viene incontro mi rendo conto di essere io quel qualcuno che sta aspettando.

"Ciao Elide"

Solo adesso ne riconosco la fisionomia, apprezzandone il suo particolare carisma e fascino, dentro un completo blu impeccabile.
Un cipiglio inaspettato mi corruccia il viso, cosa ci fa qui?

"Ciao Kevin"

"Avrei bisogno di parlarti, mi bastano pochi minuti"

Mi giro verso Aldo, che abbozzando un sorriso mi concede questa indulgenza.
La mia macchina sarà dal meccanico per qualche giorno e lui si è offerto di darmi un passaggio tutte le mattine, del resto lavoriamo insieme e casa mia si trova lungo lo stesso tragitto.
Aldo si avvia verso la macchina ammiccando un sorriso malizioso, ma non tutto ciò che appare è come sembra.
Kevin toglie i suoi occhiali scuri mostrandomi i suoi occhi come ad essere sicuro di farmi capire le sue reali intenzioni 

"Ti chiederai cosa ci faccio qui, e soprattutto perché voglia parlare con te.
Ti svelo subito il segreto.
Io e tu abbiamo qualcosa in comune e quel qualcosa, si chiama Martina"

Rimango basita, mentre i miei sensi cominciano ad acuirsi, anche se ho sempre pensato che fosse interessato alla mia amica, non ho piena fiducia in lui.

"Martina crede che io sia un donnaiolo, un bastardo, uno che usa le donne solo per sesso, un single incallito.
Ha ragione.
Sono stato così, da sempre.
Ma tutto è cambiato in quel fottuto istante, quando i miei occhi si sono posati nei suoi e mi sono perso nei labirinti delle sue iridi.
Non so se sia stata una maledizione oppure la svolta della mia vita.
Non ho mai creduto al colpo di fulmine, a tutte quelle robe smielate a cui voi donne date peso o peggio, a credere alla monogamia.
Ma fidati se ti dico che voglio solo lei.
Mi sento un coglione perché mi basta solo vederla per sentirmi un ragazzino alle prime armi, torno ad essere impacciato, esitante, mandando a fanculo la sicurezza che ho sempre ostentato.
Perché ti sto dicendo tutte queste cose?
Perché voglio che lei cambi opinione su di me, voglio farle conoscere la parte più dolce di me che non ho mai dedicato a nessuno.
Voglio regalarle una follia, qualcosa di inaspettato per lei tanto quanto per me.
Ma voglio farlo, almeno provarci e tu...Tu dovrai aiutarmi"

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora