Capitolo 25

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Elide

"Tommy ?!"
"Elide sono Tessa, si è scaricato il mio telefono ma dovevo chiamarti per forza"
"Perché? Cosa è successo?"

Coincidenze. 
Strane coincidenze che rendono tutto difficile.
Avverano una bugia, oscurano una palese verità.
Non trovo mai il cellulare, lo lascio nei posti più disparati, nella maggior parte dei casi è pure silenzioso, motivo per il quale impiego ore nel trovarlo. Non ricevo nessuna chiamata dopo un certo orario se non qualche messaggio da parte delle mie amiche più intime. La probabilità che la mia bugia potesse avere un minino di fondamento era  praticamente inesistente, ma il caso ha voluto che le sorti di questa serata interminabile dovessero cambiare radicalmente. Sono felice di essere finalmente da sola, ma non a questo prezzo.
Non immagino cosa abbia davvero pensato quando i suoi occhi hanno letto quel nome a lui sconosciuto quanto a me tanto comune e amichevole.
È vero avrei voluto ferirlo, fargli intendere che non sia il solo a farmi aggrovigliare il sistema nervoso nel rovinoso blackout che riesce a provocarmi, ma volevo lasciargli il beneficio del dubbio, non un' infondata certezza.

"Elide avrei voluto dirtelo di persona, ma non riesco ad aspettare un minuto di più. Devo dirtelo"

"Cazzo Tessa dirmi cosa? Mi si ferma il respiro, parla ti prego"

"SONO INCINTA!"

Le parole mi si inceppano tra la lingua , la gola mi si prosciuga, secca, arida. I ricordi più bui mi si presentano davanti come stralci di un film che troppe volte ho gia visto. Ed è sempre così, non ne posso fare a meno, ogni volta che sento questa parola o vedo un piccolo cucciolo di uomo, la mia felicità è sovrastata da un ingente quantità di dolore e tristezza.
Passano i secondi e la mia non risposta so che potrebbe ferire la mia amica che al settimo cielo mi dà una notizia meravigliosa, e giuro che sono felice, commossa ma non riesco ad esternarlo come vorrei, come lo merita

"Elide?! Ci sei?"

" Tessa io, io, sono troppo, troppo felice, è una notizia... non ho parole per esprimerti tutta la mia gioia! Sarai una mamma stupenda e spero di essere all' altezza nel ruolo di zia"

"Sarai una zia perfetta! Non prendere impegni per domani, dobbiamo festeggiare! Tommy sta ancora fissando il test di gravidanza incredulo, credo sia sotto shock"

Ridiamo all'unisono, al solo pensiero di Tommy come futuro papà, alle prese con pannolini e notti insonni.
Scambio ancora qualche parola con Tessa prima di riattaccare, notando di trovarmi ancora in doppia fila nei pressi del mio ufficio, ingrano la marcia e parto per tornare finalmente nella mia confort zone, casa mia.

Il susseguirsi di ricordi nella mia memoria mi fa sorridere, conosco Tessa da tantissimi anni e sapere che adesso sta mettendo su famiglia mi fa pensare a quanto siamo cresciute e a quanto sia ormai distante la spensierata giovinezza che all'epoca rinnegavamo, volendoci sentire grandi, desiderando l'indipendenza che adesso abbiamo raggiunto.
Ma a quale prezzo?
Passiamo una vita a desiderare di vivere un'età che non è mai quella che abbiamo.
Da piccoli abbiamo la fretta di crescere, e una volta cresciuti rimpiangiamo la nostra adolescenza.
Siamo proprio strani, complessi, complicati.

Parcheggio come fossi un'automa ritrovandomi davanti al cancelletto del mio appartamento.
È ormai notte, scendo dalla mia auto e cerco freneticamente le chiavi nella borsa, le trovo e apro la serratura dell'inferriata quando una strana sensazione mi assale.
Mi sento osservata, come se dietro di me ci fosse qualcuno che aspetta solo che mi giri a guardarlo.
Nel silenzio tombale cerco di sentire il minimo rumore, ma l'unica cosa che sferza l'aria è lo stridio del metallo sotto le mie mani.
Entro nel giardinetto e chiudo dietro di me il cancelletto voltandomi stavolta verso la strada che ritrovo deserta, tiro un sospiro di sollievo, pensando che la giornata frenetica che ho trascorso oggi mi abbia affaticato piu del normale, acuendo sensi che stanchi e martoriati mi fanno sentire e vedere cose che non esistono, ma proprio quando mi sto per voltare verso l'androne, con la coda dell' occhio noto una macchina scura in lontananza soffermarsi in mia direzione. Pochissimi secondi che non mi danno il tempo di riconoscere nemmeno di che auto si tratti per la lontananza e per il buio, prima di ripartire e frenetica imboccare la strada principale che porta al cuore della città.
Mille ipotesi mi vorticano nella testa ma una si fa spazio tra tutte le altre, ed è in quel preciso momento che la frustazione e la delusione di ciò che è successo si impadronisce di me buttandomi nella confusione totale.
Che sia Manuel? Che sia lui dentro quell'auto? Sarebbe davvero arrivato a tanto pur di scoprire se tradissi il suo ego?
Non lo so, non so più niente, ma Sono comunque certa che lo scoprirò in un modo o nell'altro.

Manuel

Il rombo del motore allenta i miei nervi, lo sfrecciare delle auto rilassa i miei pensieri ancori fermi su ciò che i miei occhi hanno letto.

Il mio ego non riesce a darsi pace, non sono mai stato rifiutato, mai accantonato da nessuna e di certo non voglio che sia lei a farlo per prima. Sarei davvero tentato di seguirla, di scoprire chi è questo fantomatico "Tommy", ma no non voglio fissarmi su cose di cui non deve importarmi nulla, niente.

Stringo il volante con entrambe le mani come se potesse aiutarmi a scaricare tutto il fastidio che provo, oppure a capire perché mi sono comportato in questo modo, perché mi sento così.

Non mi capisco, non comprendo la reazione del mio corpo quando il mio cervello sa benissimo che mi sono solo offeso nell'essere scaricato per un altro.

È solo questo il vero e unico problema.

Ma quando si tratta di lei tutto si ingigantisce fino a farmi perdere la fantomatica pazienza di cui mi sono sempre vantato.

Arrivo finalmente davanti la mia dimora, apro il cancello automatico e parcheggio, una volta sceso scrollo le spalle come se potessero far sparire il peso di una serata che non è andata secondo i miei piani e mentre mi spoglio dei miei vestiti lanciandoli alla rinfusa nel pavimento del bagno, penso a quanto sarebbe stato più rilassante ed eccitante fare una doccia insieme, lasciare che fossero le sue mani ad insaponarmi e lavarmi in morbide carezze, in dei preliminari per noi nuovi e poi senza indugi, senza preavviso inoltrarmi dentro di lei passando una notte o quello che ne rimane a godermi i suoi gemiti e il suo corpo febbrile percosso da brividi e da orgasmi che bramano il mio tocco. Ma questo è solo nella mia fantasia perché per colpa sua, niente di tutto ciò che penso può accadere, almeno non stasera.

Domani.
Domani si pareggiano i conti, perché forse non sono stato stronzo abbastanza, ho abbassato la guardia facendomi ingannare dalla sua dolcezza ma non mi piace essere in difetto, avrò modo di restituirle il favore, mille volte più di ciò che ha fatto a me, e solo in quel momento potrò dire di essere pari concedendole di nuovo le mie attenzioni.

Saprò resistere.
L'attesa, ma soprattutto una punizione, aumentano il desiderio.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora