Capitolo 33

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Manuel

Una furia, un mare in tempesta.
Mai ho visto Elide così arrabbiata, era fuori di sé, come posso non pensare che non provi qualcosa per me che vada oltre il sesso. È anche vero che vedermi con un'altra donna non sarà stato facile, ma non siamo fidanzati, posso fare quello che voglio. Anche se volessi dirgli la verità, che non ho fatto nulla con lei, che lo facevo solo per lavoro, sono certo che non mi crederebbe e salterebbe tutta la copertura esponendola a dei rischi. Tolgo la camicia e i pantaloni zuppi della vodka che mi ha letteralmente tirato addosso e mi faccio una doccia, cercando di rilassarmi dalla serata fin troppo movimentata.
Domani parlerò con Elide, mi ha urlato contro trattandomi come nessuna ha mai fatto, per quanto io possa essermi sentito in colpa non posso accettare questi suoi attacchi di gelosia ingiustificata, non mi ha nemmeno dato il tempo di spiegare, anzi di inventarmi qualsiasi scusa plausibile per dissipare la sua rabbia. Esco dalla doccia asciugandomi frettolosamente, ho bisogno di dormire, domani sarà una giornata impegnativa.

***

Mi dirigo verso l'ufficio a passo deciso, il viso imperturbabile sotto i miei occhiali scuri, ho pensato a tutta la notte a cosa avrei potuto dirle, ho deciso di fare quello che faccio sempre, tralasciare ciò che è successo per far ricadere l'attenzione su di lei. Non le ho mai promesso nulla quindi, perché si è ingelosita così tanto? È un suo problema.
Entro dalla porta d'ingresso, Elide è nella sua postazione, quando mi vede alza lo guardo
"Buongiorno Avvocato" come per provocarmi ammicca un sorriso beffardo. Sono colpito dal suo atteggiamento così irriverente.

"Elide la vorrei un attimo nel mio studio, ho bisogno di lei"

"Mi dispiace sono occupata tutto il giorno per degli incarichi commissionati da Ferretti, le mando Melissa"

"Credo che sia necessaria la sua presenza non quella della sua collega"

Melissa ci guarda di sottecchi facendo finta di essere occupata davanti al pc. Odio dover fare queste scenette stupide davanti ad occhi indiscreti, decido di avvicinarmi ancora di più ad Elide facendo si che solo lei possa sentirmi, con il naso quasi le sfioro l'orecchio, sentendo la mia pelle tendere alla sola vicinanza

"Non voglio ripeterlo, devi venire nel mio studio, ora."

Cerco di essere perentorio, mostrando la parte più autoritaria di me, ma lei continua a sfidarmi fissandomi incessantemente, le sue pupille sembrano canne di fucile pronti a uccidermi sul posto, si avvicina ancora di più, siamo occhi negli occhi, ci vedo dentro lampi e saette e tutto ciò che abbiamo intorno sembra scomparire, dissolversi come nebbia

"Impartisci i tuoi ordini alle altre non a me!"

Me lo dice in un sussurro deciso, pieno di cattiveria che traspare nonostante voglia nasconderlo, poi si siede e comincia a lavorare come se nulla fosse successo.
Vado nel mio studio sbattendo la porta.
Mi sta facendo venire i nervi.
Non immaginavo potesse essere così arrogante ma nello stesso momento così attraente nel cercare di tenermi testa. Abbozzo un sorriso, è solo questione di tempo ma sarà costretta a parlarmi abbassando la maschera che stamattina ha deciso di indossare per farsi forte ai miei occhi.

All'ora di pranzo esco dallo studio e trovo solo Melissa alla sua postazione, senza bisogno che glielo chieda, mi dice che Elide è andata via qualche minuto prima
"Ferretti lascerà lo studio alle 17.00, oggi ha un incontro in tribunale, e io andrò via mezzora prima. Ovviamente Elide sarà qui fino a chiusura"
Mi fa l'occhiolino mentre si passa una mano sulla bocca come se chiudesse la zip, le sorrido e la ringrazio per avermi detto che praticamente a chiusura saremo soli.
Saprò aspettare, l'attesa aumenta il desiderio.
Poi con un sospiro si avvicina a me

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora