Capitolo 31

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Manuel

Sono quasi le 22.00, mi appresto ad andare al locale, stasera anche io sfoggio un completo elegante nero con camicia del medesimo colore, non ho mai apprezzato le cravatte per cui ho deciso di lasciare la camicia leggermente sbottonata, almeno cercherò di distinguermi dalla massa. Nonostante la confusione e il mio netto ritardo, parcheggio nell'aria privata del locale, avere come amico il proprietario dello stabile mi permette parecchi lussi, tra cui anche questo. Entro alla ricerca di Kevin e lo trovo poco distante dall'entrata principale che controlla compiaciuto l'organizzazione della serata, anche lui elegantissimo ma sicuramente più eccentrico di me. Pantalone bianco e giacca blu per richiamare i disegni della sua camicia super griffata di seta, contrariamente a me non ama passare inosservato ed ha tutte le carte in regola per attirare le attenzioni su di lui: ricco, bello e simpatico, tre qualità che non passano inosservate alle donne che lo circondano, dalle quali però ha smesso di essere attratto se non per passare qualche serata in compagnia, forse cerca altro, forse una storia sera, l'amore magari. Almeno lui ci crede, è romantico, troppo secondo me.

"Ehi amico, ma non è che avresti un caso così delicato anche per me?"

Accortosi della mia presenza, si gira rivolgendomi un sorriso malizioso, amico mio lo so che vorresti essere al mio posto.

"Kevin non lasciarti illudere dalle apparenze..."

"Manuel vorresti dirmi che flirtare e portarti a letto una bomba atomica come Katia Lambert, sia una scocciatura? Non dire cazzate!"

"Non ho detto questo, comunque non devo necessariamente portarmela a letto, ti ricordo che è l'escort di Alvarez e che in questo momento sto lavorando, non ho un appuntamento di piacere"

Almeno cosi pare...

"Buon lavoro allora, perché è appena arrivata e si sta dirigendo dal barman"

La guardo nel suo vestito corto dorato di paillette, tutti si girano a guardarla, di certo si fa notare non solo per l'abito ma anche per la sua fisicità. Ha i capelli neri e lisci appena sotto le orecchie lasciando il collo lungo e affusolato scoperto, labbra piene di un rosso fuoco in contrasto con le sue iridi azzurri cielo, le sue gambe sono lunghe e sode, il portamento sicuro e fiero le danno un'aria da femme fatale.

"Manuel, lavoro a parte dacci dentro o te ne pentirai a vita"

Mi incoraggia con una pacca sulle spalle e un ghigno sul viso, è praticamente ossessionato dal sesso. Tutti gli uomini lo sono lo ammetto, ma lui è un caso disperato. Comincio a camminare verso la mia meta ma mi sento chiamare

"Manuel ho dimenticato a dirti una cosa, stasera dovrebbero venire..."

"Kevin ne parliamo dopo devo andare"

Mi giro non prestando attenzione a ciò che deve dirmi, lo congedo con un segno del capo, adesso è arrivato il momento di osservarmi intorno per poi agire. Scruto Katia da lontano per vedere le sue movenze, non è da sola c'è un tipo che gli sta a debita distanza, una sorta di scagnozzo e un'amica con la quale chiacchiera. Non voglio un approccio diretto, sarebbe scontato, sa benissimo di essere una bella donna e che tutti gli uomini ci proverebbero spudoratamente, quindi decido di non essere cacciatore ma di diventare preda, non si aspetterebbe mai qualcuno a cui la sua bellezza passasse inosservata e questo sarà il mio punto di forza, attirare la sua attenzione con un comportamento inverso a ciò a cui è abituata.
Mi incammino e mi siedo accanto a lei ordinando al barman un Bourbon, non la degno di uno sguardo, anzi, poggio il gomito sul bancone mettendo la mano sotto il mento, scrutando la gente nella direzione opposta alla sua. Dopo qualche minuto arriva il mio liquore e lo sorseggio, appena deglutisco mi ricordo lo scherzetto fatto ad Elide con il whisky, quasi andava a fuoco, ma ben gli stava. Non solo non si era fidata di me ma mi prendeva per il culo col barman, non poteva passarla liscia.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora