Capitolo 38

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Manuel

Mi si è addormentata tra le braccia mentre la riportavo nel suo appartamento.
L'ho posata nel suo letto lasciando la valigia nel corridoio.
Non volevo andasse così.
Stasera volevo solo punirla per come si è comportata, per come è andata via due giorni senza nemmeno dirlo, per tutte le cazzate che avrà fatto a Los Angeles e per l'uomo che si sarà sicuramente scopata solo per ripicca nei miei confronti.
Mi ha fatto impazzire e mai avrei pensato di poterla cercare telefonicamente e aspettarla sotto casa, volevo solo farla sentire una merda, esattamente come lei ha fatto con me, farmi desiderare trattandola senza dolcezza, quella che stavolta non si meritava, per poi lasciarla lì in quel giardino da sola.
Ma non ci sono riuscito, nonostante i miei modi freddi l'abbiano umiliata, non mi ha respinto e quando toccandola l'ho sentita bagnata per me, non sono riuscito a portare a termine la mia vendetta.
La volevo come mai ho voluto qualcuno, ho capito di desiderarla più di quanto volessi ammettere a me stesso, volevo solo perdermi dentro di lei.
Elide si sta insinuando dentro di me, la mia delizia e la mia condanna.

Devo fare i conti con me stesso e per farlo ho bisogno di tempo.
Mi pento solo di aver ceduto, di averle detto che mi mancava, parole che non ho mai riservato a nessuna, che hanno sorpreso anche me stesso quando hanno sferzato l'aria.

La guardo dormire e sembra una creatura meravigliosa, un po' più abbronzata ma pur sempre un angelo.

Vado via, nell'ombra della notte lascio la sua stanza e mi avvio lungo il corridoio che mi separa da lei, con tanti dubbi e mille speranze.

***

Le prime luci dell'alba filtrano dalla tenda della finestra, mi destano dai miei incubi.
Ho di nuovo sognato la morte di mia madre, per l'ennesima volta io ero presente e come immobilizzato non sapevo fare nulla.
Avrei voluto salvarla, fargli scudo, urlarle che era in pericolo, ma sono rimasto inerme mentre la pallottola la investiva in pieno e rovinosamente cadeva giù, sull'asfalto in un manto di sangue.
Sono anni che ripeto lo stesso calvario, che rivivo in mille modi questa scena ma io, nel mio sogno, sono solo spettatore di un destino ormai scritto che nemmeno nella mia fantasia riesco a cambiare.
Mi alzo frastornato e sudato, cerco di rimette i pensieri in ordine, sono le 5.30 e nonostante sia andato a letto solo poche ore fa, decido di prepararmi ad affrontare questo nuovo giorno.
Entro in doccia, l'acqua fredda mi libera la mente svegliando tutto il mio corpo.
Solo adesso ricordo che oggi non andrò in ufficio e dunque non sarò costretto ad imbattermi in Elide.
Ho voglia di vederla, ma forse è il caso di prendermi del tempo lontano dalla sua presenza. Quando mi è vicina non riesco a pensare lucidamente, anzi smetto di pensare, perché il mio unico chiodo fisso diventa fare sesso con lei.

Stamattina siamo diretti verso il carcere per incontrare Suelle, io e Aldo dovremmo comunicarle che stanotte sarà portata in una località segreta scortata dall'FBI. Dopo le sue confessioni è entrata nel programma di protezione, e grazie alla microspia in camera di Katia abbiamo potuto ascoltare le prossime mosse di Gregory e dunque di suo padre.

"Aldo i documenti per la nuova identità sono pronti, non penso ci voglia tanto a chiudere questo caso. Grazie alle denunce di Suelle siamo riusciti a trovare due piste che ci stanno portando dritti a don Alvarez e suo figlio, abbiamo già due infiltrati, li prenderemo con le mani nel sacco.
Mi hanno appena riferito che stanno aspettando un grosso carico di merce entro la prossima settimana e non si tratta solo di eroina, ma anche di ragazze minorenni per essere avviate alla prostituzione"

Luridi bastardi avete i giorni contati.

"Si Manuel spero che riusciremo presto a mettere le mani su di lui e su tutti i suoi sporchi traffici, ripuliremo San Francisco dalla feccia."

Aldo in questo caso si è mostrato più determinato che mai.
Ha accettato, una volta preso don Alvarez, di difendere pubblicamente Suelle pur sapendo di poter essere vittima di minacce da parte degli altri clan mafiosi affiliati ad Alvarez, e non solo. Sa bene che la sua reputazione potrebbe essere messa in discussione, tutti penseranno sia corrotto dalla mafia, ma non sanno che Suelle è davvero innocente e vittima da sempre dalle angherie del padre.
Sarà uno scandalo, con un impatto mediatico da non sottovalutare, al quale non credo saremo mai pronti. Saremo sulla bocca di tutti e sulle palle della malavita.
Ottimo.


Stasera il mio amico Kevin sta organizzando l'ennesima serata nel suo locale, esigendo la mia presenza.
Decido di chiamare Avelyn per sapere se voglia accompagnarmi.
Da quando è tornata ci siamo visti pochissime volte e dopo il nostro ultimo incontro non si è fatta più sentire, questo mi dispiace dopotutto è un 'amica a cui voglio bene e voglio farle capire che quel bacio l'ho già dimenticato perché non significava nulla, almeno da parte mia.

Il pregio nel non avere relazioni stabili è questa, uscire quando vuoi senza chiedere il permesso e soprattutto farlo con ti pare senza gelosie o litigi stupidi. Sono sempre stato abituato così, ma adesso questa è solo una libertà apparente.
Anche se non riesco ad essere legato a lei, mi sento nel limbo, perché da una parte vorrei continuare a sentirmi libero, dall'altra ho una costante di nome Elide che sta abbattendo tutte le convinzioni che negli anni mi sono creato come scudo difensivo.
Potrei dire che non mi manca niente e che il sesso con Elide è la ciliegina sulla torta di un periodo davvero ricco di soddisfazioni, ma sarebbe solo una verità apparente.

Vista l'impronta della serata, sfodero un completo elegante senza cravatta, non ho proprio voglia di strozzarmi mentre sorseggio un drink.
Opto per un colore chiaro, visto la stagione primaverile, con giacca a doppio petto e scarpa in cuoio marrone, per dare un po' di colore aggiungo un fazzoletto da taschino a fantasia.
Avelyn mi raggiungerà direttamente al locale.
Prendo tutto il necessario e mi dirigo da Kevin.
Il mio amico sa sempre come sorprendere tutti, ha organizzato una serata magnifica ed ovviamente il locale, anche se enorme, è gremito di gente.

"Manuel, amico mio, vieni ti presento delle ragazze"

Mi si avvicina con due bellissime donne al fianco, ci presentiamo scambiando qualche chiacchera finché non si allontanano ordinando qualcosa al bar

"Amico sono due bocconcini, che ne dici se facciamo come i vecchi tempi? Scegli tu per primo, tanto sono bellissime entrambe"

"Kevin abbiamo trent'anni non diciassette e poi sta arrivando Avelyn, non mi va di lasciarla sola per dare manforte a te"

In realtà non è questo il vero motivo del mio rifiuto.
Sono attorniato da bellezza femminile di ogni genere ma è solo una che manda in corto circuito il mio apparato genitale, e non è qui

"Manuel, sai che voglio bene ad Avelyn siamo cresciuti insieme, ma fidati quella donna non ti ha mai dimenticato"

Come dargli torto, ma voglio evitare di raccontargli del bacio con lei. Sarebbe come confermare la sua tesi che in parte approvo anch'io

"Ehi maschioni, stavate mica parlando di me?"

Alle nostre spalle arriva Avelyn con un vestito lungo, rosso con una scollatura generosa, i suoi capelli corvini gli ricadono sulle spalle, incorniciando un viso che conquista al primo sguardo.
E oggettivamente una bellissima donna.
Sarebbe impossibile dire il contrario.
Ma vedendo il colore del suo vestito non posso fare a meno che pensare alla prima volta che ho visto Elide qui con quel tubino rosso, lei non era bellissima, era atomica.
Fatale.
Ha smosso dentro di me un fuoco che tutt'ora non sono riuscito a spegnere.
Cazzo devo smetterla di pensarla ogni minuto.

"Ciao Avelyn, dicevo a Kevin che saresti venuta anche tu stasera, come i vecchi tempi"

Mi giro verso il barman e odino da bene per tutti.
Stasera brindiamo a noi.
All'amicizia.

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora