Capitolo 9

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ELIDE

Sono le 4 del pomeriggio Manuel e Aldo non sono ancora tornati, il cliente di Ferretti è già qui che aspetta da un po'.
Ho timore sia successo qualcosa soprattutto dopo lo strano comportamento di Aldo in questi giorni.
Dovevano essere qui subito dopo la pausa pranzo.
"Mi dispiace tantissimo per l'attesa, sono certa che tra pochi minuti l'avvocato sarà qui, nel frattempo se vuole può darmi i documenti così li preparo"
Sorrido al signor Soleman che sembra stia scalpitando. Effettivamente è da più di 20 minuti che aspetta, non succede mai di tardare ad un appuntamento così tanto, siamo conosciuti per essere celeri e puntuali. Finalmente sento lo scatto della serratura e fanno il loro ingresso i due avvocati, con uno sguardo stanco. Subito Ferretti si chiude nel suo studio con Soleman e Manuel fa lo stesso ma nella stanza adiacente. Spinta dalla curiosità di sapere cosa sia successo e anche dal fatto di stare un po' in sua presenza, faccio un caffè amaro e giungo davanti la porta dello studio di Manuel. Stavolta non busso, tanto non mi risponderebbe, faccio un colpo di tosse tanto per fargli capire che ci sia qualcuno fuori dalla sua porta ed entro.
Trovo la sua imponente figura statuaria appoggiata con il sedere sulla scrivania, le gambe incrociate l'una sull'altra a giocherellare con una pallina gialla in mano, totalmente scompigliato.
Uno sguardo corrucciato e anche pensieroso, la sua camicia blu è arrotolata lasciando l'avambraccio scoperto, la sua pelle è scura e tonica e le vene della sua mano si contraggono ogni volta che stingono la pallina. Mi è bastato questo istante per essere gelosa di quella pallina, ho pensato a come potrebbe essere il suo tocco, lo immagino irruento, selvaggio, impetuoso, travolgente
"Non ti ho sentita o non hai bussato?"

Eccolo lì il tenebroso Manuel è tornato riportandomi alla realtà.
Rimpiango l'uomo galante che era ieri sera
"Avevo le mani occupate, spero di non averti disturbato. Ti ho portato un caffè vi ho visto con l'aria stanca."

Mi addentro e poggio la tazzina sulla scrivania, mi guarda ma non dice nulla, sarà difficile estorcergli qualcosa.
"Va, va tutto bene?" quasi balbetto, mostrandomi più comprensiva possibile, devo cercare il modo per acquistare fiducia, solo così potrò strappargli qualche notizia

"Si certo"
Dice lui con quell'aria saccente che odio ma che nello stesso tempo mi attrae come una falena verso la luce di un lampione

"Ferretti non tarda mai ad un appuntamento e ho visto il suo viso davvero esausto, cosa che ho visto anche su di te, non vorrei... "
"Elide se vuoi sapere cosa abbiamo fatto, dove siamo andati o di cosa si tratta la mia risposta e che non sono cose che ti riguardano"

Risponde perentorio.
Sono colta in flagrante ma il suo modo così duro di rispondermi non mi piace, mi fa sembrare una bambina impicciona. È vero che volevo sapere qualcosa da lui però il fatto che mi tenga sempre a distanza nonostante la mia buona volontà nell'avere un po di confidenza mi manda in bestia. Impettita, giro sui tacchi e raggiungo la porta senza dire una parola

"Elide, grazie per il caffe"
Mi fermo sempre di spalle e con un colpo deciso esco.
Bastone e carota, prima mi rimprovera poi mi ringrazia come se si fosse pentito della durezza della sua voce, beh almeno sta facendo qualche passo avanti.
Questo suo atteggiamento così glaciale mi demotiva, mi infastidisce ma nel frattempo mi incuriosisce, perché si comporta così?
Cioè al locale quando ci siamo incontrati sembrava più sciolto, sempre freddo, ma almeno un po' più eloquente. Abbiamo avuto anche quel leggero contatto che se solo ci ripenso mi si rammolliscono le gambe come gelatina, perché penso a lui?
Dimmi che cupido non mi stia prendendo per il culo perché quelle dannate frecce gliele rivolto contro. No.
La mia è solo curiosità di scoprire, una volta appagata mi passerà inosservato. E se non voglio fondere il cervello in breve tempo ho solo una cosa da fare. Scoprire cosa nasconde Manuel dietro quell'armatura di ferro e per farlo devo giocare d'astuzia senza farmi intimorire o peggio, bloccare dai suoi movimenti, dai suoi sguardi, non devo essere vittima del suo fascino, devo tralasciare l'involucro per scoprirne solo il contenuto.
***

Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora