Capitolo 36

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Elide

Non so quanti bicchieri di champagne abbiamo bevuto o quanto tempo sia davvero trascorso, mi ritrovo a ballare con Jacob mentre Marti poco distante da me, provoca Mark con i suoi occhi da cerbiatto sulla pista da ballo.
Ho finalmente la testa leggera, un cameriere si ferma per offrirmi un altro bicchiere ma declino, ho trovato il mio equilibrio, non voglio vomitare l'anima rovinandomi la serata.
Mi soffermo a guardare meglio Jacob, indossa un vestito blu elegante con una camicia bianca da cui è facile poter immaginare il suo torace scolpito, ha gli occhi azzurri come i miei in un viso mascolino, addolcito dai capelli chiari leggermente scompigliati.
Il classico ragazzo a cui non è facile dir di no.
A cui non voglio dire no.

È stato molto simpatico e un vero gentiluomo porgendomi le sue braccia per non affossare nel prato con i miei tacchi alti, è sempre stato al mio fianco evitandomi cadute madornali, senza mai approfittarsi della nostra vicinanza.
Continuo a ballare un po' più sensuale rispetto a prima, le sue mani si posano sui miei fianchi mentre ondeggiano, sfodera un sorriso smagliante e mi rendo conto di quanto sia attraente in questo momento, e giuro che questo mio pensiero non è dettato dall'alcool che mi circola in corpo ma dalla vera immagine che ho davanti. Dentro di me si muove un leggero flusso che mi spinge ad avvicinarmi sempre di più a lui.
Da come mi guarda capisco che gli piaccio, che è attratto da me e da quello che il mio vestito mette in mostra, mi divora con gli occhi facendomi sentire speciale, ed è questa la sensazione che mi manda su di giri.
Non mi importa se sia Jacob o un altro o se sia soltanto per una notte, in questo momento è lui a venerarmi come se fossi unica in mezzo al resto. Vorrei che anche Manuel mi avesse guardato così quella sera, invece che rivolgere le sue attenzioni a quella strega travestita da donna vanitosa.
Le nostre labbra sono a pochi centimetri, chiudo gli occhi immaginando la scena che tra pochi attimi diventerà realtà, posso sentire il suo fiato caldo su di me, mi godo i secondi di incertezza, mi crogiolo ancora una volta nel suo sguardo pieno di bramosia fin quando, in maniera lenta ma inesorabile, Jacob mi attira a sé e mi bacia.
La nostra pelle si tocca, si assaggia.
Mi lascio trasportare dai suoi movimenti, le sue mani cominciano a sfiorarmi il sedere, il suo petto è schiacciato sul mio, mi sento bene.
In un altro momento non mi sarei lasciata andare così facilmente, ma il modo in cui mi ha corteggiata in queste ore e l'audacia del suo bacio, dolce ma passionale, hanno cambiato le sorti della serata.
Continuiamo ad assaporarci in maniera quasi intuitiva cerchiamo di appartarci in mezzo agli alberi del giardino, dove le luci creano solo ombre e bagliori.
Delicatamente mi avvolge tra le sue braccia forti e vigorose facendomi aderire con la schiena nuda sulla corteccia ruvida del tronco.
Cerco di beneficiare di ogni sua mossa, tento di abituarmi al ritmo della sua lingua, al suo odore e sapore fresco e frizzante.
I suoi baci scendono verso il mio collo, lasciando una scia umida sulla mia pelle, poi le sue mani risalgono lente verso le mie spalle e in maniera quasi impalpabile, abbassa lentamente la spallina del vestito facendo sgusciare fuori un seno con estrema lentezza.
Lo accarezza con la lingua mentre le mie dita affogano sui suoi capelli, cresce il desiderio ed in egual misura dentro di me, si sviluppa una sensazione contrastante che non so ancora definire, ma non m'importa, non voglio più farmi governare dalla ragione ma solo dalla libidine che in questo momento ho in corpo.
Decisa a non fermarmi, comincio a togliergli la giacca facendola cadere ai suoi piedi e con mani sicure sbottono la sua camicia.
I miei gesti rispetto ai suoi sono rapidi e incontrollabili, non lasciando alla mia testa il tempo di elaborare cosa davvero stia facendo. Mi godo a pieno le sensazioni che al tatto provo,  il suo corpo è caldo e tonico, morbido e tremendamente attraente, gli accarezzo il petto mentre lui posiziona le sue labbra di nuovo sulle mie travolto da una passione impetuosa.

Rancore. Si è proprio rancore quello che provo, la cosa indefinita alla quale adesso so dare un nome.
Il desiderio di vendicarmi è un impulso talmente forte da superare quello della passione, annebbiandomi la mente. 
Voglio punirlo, fargli provare la stessa cosa che ho provato io, non mi importa che venga a saperlo o meno, è una dimostrazione che voglio dare a me stessa per farmi capire che Manuel non sia l'unico a procurarmi piacere, il solo ad avermi.
Chiudo gli occhi mentre Jacob continua a toccarmi e torturarmi dolcemente, stimolando sapientemente alcune delle mie zone erogene, le sue mani arrivano all'orlo degli slip, accarezza attraverso il tessuto la mia femminilità in modo dolce, come se chiedesse il permesso di poter continuare, permesso che lui non ha mai chiesto, prendendosi tutto ciò che voleva sfrontatamente, rispecchiando a pieno l'essenza che lo contraddistingue.
Emetto un gemito di piacere e in mezzo alla frenesia del momento sospiro, abbandonandomi ad un sussurro che in mezzo alla musica riesco a sentire solo io
"Manuel".


Dissetami come pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora